Leggere è già educazione civica!
Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica “compagni di classe” in uscita a giovedì alterni
Ciao a tutti e ben trovati!
Oggi vorrei scrivere un contributo, spero utile, sull’Educazione civica, che la Legge 92 del 2019 ha reintrodotto nelle scuole di ogni ordine e grado.
L’ educazione civica non diventa una disciplina, ma le attraversa tutte in modo trasversale: diventa patrimonio dell’intero consiglio di classe.
La legge suggerisce la tripartizione in Costituzione, Cittadinanza digitale e Sviluppo sostenibile, temi attuali e imprescindibili per la formazione di un cittadino.
Troppo spesso mi sono stati chiesti dei titoli di libri che trattino questi aspetti per poterne parlare in classe e svilupparne un confronto.
Credo che, in questo caso più che mai, non si debba partire da un libro in particolare, perché la lettura è strumento di partecipazione democratica, di inclusione, di rispetto per i diritti e per i doveri propri e altrui.
La lettura è una competenza chiave per la cittadinanza attiva. È ormai certo che sviluppi l’empatia, leggendo, in particolar modo opere di narrativa, ci si mette nei panni dei vari personaggi, assumendone, di volta in volta, il punto di vista. Solo la lettura dà la possibilità di venire a contatto con emozioni e pensieri profondi, che altrimenti non sarebbero mai raggiunti.
Leggendo, quindi, si diventa pienamente consapevoli di se stessi e si riesce a considerare il punto di vista degli altri. La lettura quindi come veicolo di pace, solidarietà e rispetto. Il rispetto diventa rispetto per l’ambiente, per le leggi e per l’altro. Aver cura di sé, della comunità e dell’ambiente in cui si vive, per realizzare un progetto di vita sano, in cui esprimere il proprio essere più profondo, sono competenze che possono essere sviluppate a partire dalla lettura di qualsiasi testo. J. Brumer (1915 – 2016), psicologo di fama mondiale ha, del resto, sempre sottolineato l’importanza delle narrazioni nella costruzione dell’individuo come essere sociale. Ritengo inoltre, che lo sviluppo della capacità di esprimersi e di dar forma ai propri pensieri per realizzare se stessi nel mondo, si sviluppino grazie alla lettura. Lo sviluppo del linguaggio, orale e scritto è infatti una delle conseguenze più evidenti della lettura. Imparando a dar forma ai propri pensieri attraverso una lingua adatta ai diversi scopi comunicativi, i ragazzi riusciranno a divenire cittadini del mondo.
Libri da cui poter partire poi ce ne sono tanti, e scritti anche molto bene, come # DISOBBEDIƎNTE! di Andrea Franzoso, Edito da DeAgostini o, sempre dello stesso autore, Viva la Costituzione. Un titolo che mi fa piacere segnalarvi è Piccolo Albero, scritto da Forrest Carrer e pubblicato da Salani. Non è un libro recente, la prima pubblicazione in Italia risale al 2010, ma è davvero bello e unico nel suo genere. Il punto di vista è quello di un bambino che, dopo aver perso entrambi i genitori, viene affidato ai nonni. I suoi però, non sono nonni qualunque, sono dei Cherokee.
Nonno era mezzo Cherokee e nonna lo era tutta
La vicenda che, prende spunto dalla biografia dell’autore, si svolge in una natura meravigliosa, incontaminata, dagli scenari mozzafiato che vengono evocati grazie a una traduzione chiara e nitida. Il questo romanzo il rapporto uomo – natura non viene spiegato o descritto, ma emerge naturalmente dalle parole e dalla trama. I nonni, insieme a madre Natura, si prendono cura del piccolo, anche attraverso un’educazione letteraria, la nonna infatti legge Shakespeare ad alta voce e fa imparare le parole del dizionario. Il rispetto per l’ambiente e per chi sembra diverso da me (gli indiani d’America), si traduce in rispetto per se stessi perché l’uomo si realizza nella natura, ritrova le proprie origini e si riconnette ad essa.
Ancora sul rapporto fra uomo e natura, segnalo La promessa dei lupi, di Dorothy Hearst, edito da TEA, con traduzione di Anna Carbone.
La storia è straordinariamente avvincente e originale. Una lupa si prende cura di una bambina, stabilendo un rapporto di intesa e complicità. Il lupo, solitamente considerato come l’animale cattivo di cui aver paura, diventa un alleato. Il punto di vista è quello dei lupi, che hanno promesso di non entrare in contatto con gli umani. La prospettiva dunque si ribalta, sono i cattivi, o quelli solitamente considerati tali, che nutrono disprezzo per gli uomini e non vogliono avvicinarli. Il lupo delle fiabe si trasforma e diventa protagonista di una storia meravigliosa, che abbatte ogni stereotipo.
Un libro breve, ma potente, che amo leggere in classe in seconda e terza media è L’uomo che piantava gli alberi, scritto Jean Giono e pubblicato da Salani. L’autore racconta in poche pagine il rapporto uomo – natura con delicatezza e semplicità.
Ad affrontare il tema con un po’ di ironia ci pensa Italo Calvino, con Marcovaldo e le sue stagioni in città edito da Mondadori.
Termino questo mio contributo con un originalissimo silent book, inclusivo e aperto a diverse interpretazioni: Ma una bella notte, di Mari Kanstad Johnsen, edito da Librì, in cui il trauma di un trasloco viene superato attraverso un’amicizia con un particolare amico a quattro zampe! La storia, che inizia dai risguardi, è quella di una ragazza che cambia casa e si trasferisce in un altrove indeterminato. Nella sua nuova scuola viene isolata (bullizzata), ma inaspettatamente, grazie alla presenza di un coniglio luminoso, la situazione cambia e comincia a socializzare con i compagni. L’amicizia con l’animale stravolgerà la situazione consegnando ai lettori un finale inaspettato!
Augurandovi buona lettura, vi saluto, dandovi appuntamento al mese prossimo!