Ma che storia è?
Ma che storia è?
E’ forse una delle domande più frequenti che mi sento rivolgere visto che di mestiere racconto libro, o quasi…
In questo caso però Ma che storia è? è il titolo di un libro di Sergio Olivotti edito da Clichy, un albo illustrato che invece che raccontare una storia, come normalmente si conviene ad un libro, quale che esso sia, coglie l’occasione per interrogarsi su se stesso.
Una specie di libro con crisi di coscienza?
Più o meno, diciamo un libro che di coscienza ne ha tanta, o se non di coscienza di consapevolezza degli strumenti narrativi, e si mette a giocare con noi lettori per raccontarci non una ma tante storie.
O forse no, non è nemmeno così, ci racconta una sola storia che però non è quella che sembra…
Ma insomma, ma che storia è???
Una storia di principi e principesse, una storia d’ammore, una storia sul carnevale ma NON ambientata a Venezia, una storia tragica e fantascientifica, una storia da medici in corsia e persino una storia demente (la mia preferita, lo ammetto) e non è finita qui…
Si perché questo libro sembra una cosa e invece ne è un’altra: ovvero sembra un albo che racconta la sua storia doppia tavola dopo doppia tavola ed invece è un libro che racconta l’avventura della lettura, questa non è la storia di principi o altro, no no!
Questa è la storia di tre lettori, che fate conto che siano a livello metanarrativo come i dieci lettori di Manzoni, insomma 3 lettori che rappresentano la parte per il tutto, una sineddoche in pratica, uno entusiasta e pronto a dire la sua su che storia è quella che stanno leggendo (quello di sinistra), una che ha sempre un commento da fare (quella di centro), ed uno (quello di destra) criticone al limite del disfattismo ma anche il più piantato e realista (alla fine vi dico in quale lettore mi riconosco io e aspetto che me lo diciate anche voi!!)
Ma quindi? Che storia è? E’ la storia di come si legge, ma anche se volete di come si scrive e si racconta, una storia: immaginando i propri lettori impliciti e provando a farli corrispondere a quelli reali. Ci sarà riuscito Olivotti?
Io credo di sì, perché il gioco narrativo, anzi metanarrativo è sottile ma molto divertente, esplicito e alla portata di tutti, soprattutto di chi non si fa minimamente venire in mente queste fesserie da criticoni che vanno a cercare il pelo nell’uovo o il cappello in testa ai pinguini, se volete…
E poi quando mai l’avete visto un libro che inizia dalla sua copertina? Sì, ci sono stati precedenti illustri e non mi metterò qui a scomodarli, ma anche questa è una bella scoperta che vi porterà a leggere e rileggere il libro per trovarci ogni volta qualche dettaglio o finezza che prima vi era sfuggita e quando alla fine vi troverete a rispondere se non sarebbe stato meglio un film al cinema credo non avrete dubbi… il libro, tutto sommato, è anche molto più breve di un libro e tutto ad andar male si può chiudere, no?!
Quante cose si possono trovare e quante fare con un libro?
Venite a provarle in Ma che storia è?
Ed ora, va bene, ve lo dico, in quale personaggio/lettore mi sono più riconosciuta?
Ho pensato al primo, perché sono sempre pronta lì a capire cosa succede anche quando non ne capisco mezza ma non è lui;
ho pensato alla seconda perché mi lascio trasportare e adoro commentare ogni cosa, pure troppo…, ma non è lei;
e poi mi si è imposto lui, il terzo, brontolone, piantato per terra, ma solo apparentemente staccato da quello che accade, lui che sembra stare sempre di spalle ma segue tutto con un’attenzione mostruosa e che al momento giusto sa girarsi e trovare sempre la cosa da dire col tempo comico giusto. Insomma il terzo personaggio è un vero rompiscatole e credo proprio che sia il mio protagonista preferito (ops, non ve l’avevo detto che i veri protagonisti qui sono i lettori?…. come se fosse una novità poi…). Ma è anche il tipo di lettore che più mi assomiglia, quello che sta lì a verificare anche le virgole di quello che scrivono gli altri… quello che non vorresti proprio star lì ad ascoltare ma che poi tutto sommato non è che dica scemenze….
E voi? Che lettori siete?