Ultime notizie dal mio gatto

Adoro Ultime notizie dal mio gatto di Gilles Bachelet edito da il Castoro, proprio come adoro tutti i libri del gatto matto di Bachelet e direi in generale Bachelet che è geniale oltre ogni immaginazione.

Detto questo, e senza sbilanciarmi oltre in dichiarazioni d’amore puramente soggettive, vorrei soffermarmi su questo libro, e farlo oggi, perché il nuovo capitolo che troverete nella nuova edizione del mio Attraverso il libro da oggi disponibile per Leone Verde, è dedicato al rapporto tra testo e immagine e tra i libri usati per lavorare su questo aspetto essenziale e imprescindibile degli albi illustrati c’è proprio lui: Ultime notizie dal mio gatto.

Ho scelto questo libro per esemplificare al massimo le potenzialità ironiche della combinazione tra testo iconografico e testo linguistico: solo con l’albo illustrato si può osare costruire una narrazione in cui testo immagine arrivino a contraddirsi o, come nel caso di questo libro, a interpretarsi in maniera talmente assurda da scatenare l’ironia e quindi il riso nel lettore.

Se conoscete il gatto matto di Bachelet sapete che si tratta di un elefante, in questo ultimo libro a lui dedicato ecco che tuttavia un gatto entra in scena per davvero a rendere ancora più evidente lo iato che esiste tra i due animali. Uno stacco che sentiamo noi e che vediamo noi ma che invece i due protagonisti, nonché il narratore (che qui è anche l’autore in un gioco interessantissimo di continue sovrapposizioni tra autore reale implicito e narratore) non considerano affatto tale, anzi. Se assumiamo il punto di vista del testo scritto non ci apparirà assolutramente nulla di strano in questa storia d’amore tra i due gatti.

E’ solo il rapporto del testo con l’immagine che fa emergere il senso di questa narrazione.

Non mi dilungo oltre anche perché vorrei che questo ragionamento si inquadrasse in uno un pochino più ampio ( e che ancora più ampio vorrei che fosse) sul rapporto testo e immagine che ho provato un pochino a sviluppare nel nuovo piccolo capitolo del libro, ma soprattutto in questi casi la cosa migliore è prendere il libro e dedicare attenzione ad ogni singolo dettaglio del testo e dell’immagine per soffermarsi a ragionare sulle implicazioni che un linguaggio riesce ad agire sull’altro.

Preparatevi a ridere e a lasciarvi sorprendere, a non leggere con un solo punto di vista ma tanti e non fatevi sfuggire la chiusa metanarrativa dedicata a tutti i libri sul gatto che non usciranno mai e che possiamo liberamente immaginare continuando a giocare insieme a Bachelet!

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