Che rabbia!
Questo post è scritto da Lucia Schiralli che cura la rubrica “compagni di classe” in uscita l’ultimo giovedì del mese.
Ciao a tutti e a tutte, bentrovati,
questo mese vorrei scrivere un contributo sulla rabbia, quell’emozione che solitamente non trova cittadinanza in classe. Bandita quella dei professori, neanche considerata o punita quella degli studenti.
Per fortuna ci sono i libri!
Nei libri c’è la rabbia dei bambini, quella degli adulti e il modo per farla passare, magari anche ridendoci un po’ sopra… dopo.
Inizio con il papà degli albi illustrati, Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak, edito da Adelphi.
«Quella sera Max indossò il costume da lupi e ne combinò una delle sue»
Il bambino è arrabbiato, non si sa perché, l’autore non lo specifica, non è importante (e a noi non deve interessare). La situazione precipita quando Max, sempre più arrabbiato, risponde al rimbrotto della mamma
«SELVAGGIO!» GRIDOÓ LA MAMMA
«E ALLORA TI MANGIO» urlò Max
Questo libro, come ci ricorda Giorgia Grilli in uno dei lavori più densi dedicati alla letteratura per l’infanzia (uno di quei testi imprescindibili per noi insegnanti) Di cosa parlano i libri per bambini, edito da Donzelli, appena uscì, fu nascosto e tolto dagli scaffali delle biblioteche, proprio a causa del debordare, senza freni e senza spiegazioni, della collera del protagonista che risponde in malo modo alla mamma. La rabbia non deve essere negata o rimossa, è un’emozione importantissima, una difesa e riveste, per l’essere umano, una funzione adattiva. Molto spesso, quando mi capita di parlarne in classe con i miei ragazzi, noto la difficoltà che hanno persino nel nominarla.
Ecco che mi corre in aiuto Bruno Tognolini con il suo Rime di rabbia, edito da Salani, che, già nel titolo, specifica, senza ombra di dubbio, il contenuto delle poesie.
Se un libro di poesie è dedicato alla rabbia allora vuol dire che non c’è niente di male
Questa è stata la frase di Michele (prima media)! Leggiamo insieme, allora, una delle rime
Mi fermo e guardo su
Lo so che non ho ragione
Mi fermo e guardo giù
Però ho tantissima rabbia
Sto zitto e ascolto il cuore
Lì dentro ruggisce un leone
Respiro e sento un odore
Quel leone fa puzza di gabbia
Dopo la lettura, ho chiesto a Michele di disegnare la sua rabbia e lui ha colorato un foglio di rosso. Abbiamo iniziato a dare un colore alle emozioni e il gioco è stato divertente, oltre a essere davvero inclusivo!
E se anche le vocali avessero un colore? La I, come scrive Rimbaud, sarebbe sicuramente rossa.
A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu: vocali,
Io dirò un giorno le vostre origini segrete:
A, nero corsetto villoso delle mosche lucenti
Che ronzano intorno a fetori crudeli,
Golfi d’ombra; E, candori di vapori e di tende,
Lance di fieri ghiacciai, re bianchi, brividi di umbelle;
I, porpora, sangue sputato, riso di belle labbra
Nella collera o nelle ebbrezze penitenti;
U, cicli, vibrazioni divine di mari verdi,
Pace dei pascoli seminati di animali, pace delle rughe
Che l’alchimia scava nelle ampie fronti studiose.
O, Tuba suprema piena di stridori strani,
Silenzi attraversati dai Mondi e dagli Angeli:
O l’Omega, raggio violetto dei Suoi Occhi!
Che rabbia! Di Mireille d’Allancé è un albo illustrato che racconta della rabbia di Roberto e di come riesca a uscire materializzandosi in un mostro amorfo, dal colore (appunto!), rosso acceso. La Cosa, come viene chiamata nel testo, è altro rispetto al protagonista, diventa il vero protagonista della vicenda. Quando siamo arrabbiati ci comportiamo come se non fossimo in noi. La storia finisce con la Cosa che si rimpicciolisce sempre più e con Roberto che fa pace con il suo papà.
Anche gli adulti perdono la calma e urlano, come ci viene raccontato in Urlo di mamma di Jutta Bauer, edito da Nord Sud, un delizioso albo, dall’agile formato, in cui si racconta degli effetti devastanti che ha l’urlo di una mamma sul suo piccolo. Per fortuna, l’amore ricuce ogni cosa e…l’urlo fa parte del passato. La storia definisce una delle caratteristiche principali della rabbia, la sua breve durata.
Finisco questo breve articolo con il Maestro Gianni Rodari e con la sua poesia dal titolo Un carattere pacifico
Giocondo Corcontento,
Falegname di talento,
è un vero tesoro,
ha un carattere d’oro:
pacione
pacioccone,
gentile e cordiale
con ogni sorta di persone.
Il suo segreto? Eccolo
In una parola:
egli s’arrabia sempre
con una «b» sola…
Così nessuno si offende,
nessuno se la prende.
In grazia di un errore
Di ortografia
Vive con tutti in pace
e in allegria
Come sempre vi saluto, dandovi appuntamento al mese prossimo