Dentro me cosa c’è

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

“Dentro me cosa c’è”

Età: dai 4 anni
Pagine: 40
Formato: 24 x 30.5
Anno: 2022
Editore: Terre di mezzo
Autore: Daniela Carucci
Illustratore: Giulia Pastorino

Il libro in cartella di oggi, l’avevo preso in fiera a Bologna, lo scorso anno, pensando alla mia futura quinta. Mi avevano colpito le illustrazioni, i colori, il titolo.

“Dentro me cosa c’è” – Copertina

La classe è un ecosistema.

E, come tutti gli ecosistemi, ha una serie di costanti o una serie di variabili che vi influiscono. L’obiettivo è mantenere l’equilibrio.
“Classe” è un nome collettivo, cioè un nome che anche al singolare include in sé un insieme di elementi.
La classe è un melting pot, è un connubio di emozioni, un mosaico di diverse sfumature, talvolta contrastanti.
In ogni classe ci sono dei “Dentro di sé” che entrano in relazione con altri sé. C’è chi pensa che tutti gli altri ce l’abbiano con lui. C’è chi scappa da qualcosa o qualcuno. C’è chi sta crescendo. C’è chi sta cambiando e fatica a riconoscersi.

Ecco perché ho scelto di leggere questo libro.

All’inizio ho fatto fatica a prenderli. L’ora precedente avevano svolto la verifica di storia e anche se era trascorsa solo un’ora dall’inizio della mattinata, per loro era già tempo di ricreazione. Una prima lettura del libro non aveva sortito un gran effetto. Poi ho cominciato a punzecchiarli e a rendere tangibile la lettura con qualche provocazione vicina a loro, così sono entrati nel libro e abbiamo fatto una seconda lettura.

“Dentro me cosa c’è? Di Daniela Carucci e Giulia Pastorino, edito da Terre di Mezzo”.

Apro il libro e inizio a leggere.

“Dentro me cosa c’è” – illustrazione iniziale

Al mio ombelico manca il bottone,
posso guardare dentro cosa c’è.
Il BUIO
Il mal di pancia.
L’emozione.
Ma più giù, in fondo, tra me e me,
c’è la fame, una fame per tre.
Mangiare, subito, all’istante.
Un piatto di broccoli,
un panino e mortadella,
mia sorella.

La storia continua

…passando da elementi molto concreti e divertenti ad altri più concettuali.

Dentro me cosa c’è

Dai “perché” interiori si passa ai “Chi mi insegue”. In questo caso si subisce l’azione. Poi si passa a “ciò da cui si scappa”, in questo caso si è protagonisti e fautori dell’azione stessa. Infine ci sono dei riferimenti espliciti al cambiamento e alla crescita, sino ad arrivare alla definizione di sé.

Sono questo, sono quello:
sono ali, sono braci,
sono pianti, sono abbracci,
sono calci, sono anfratti,
sono lievi toccatine,
sono pugni e scarlattine,
sono ciuffi e gomitate,
sono peli, bugne e ossa,
sono corse alla riscossa,
sono balli,
sono boh…

Commenti a caldo

“Chiara… io questo libro l’ho trovato strano”
“Strano anch’io, ma mi ha suscitato un sacco di connessioni… quando parla dei capelli ho pensato a “Pronti, via!”, poi “A che pensi” che abbiamo letto a inizio anno e anche “Cose così, cose cosà”, non so perché”
“Anch’io ho pensato “A che pensi”
“Io invece ho pensato al lavoro sulle emozioni che abbiamo fatto qualche mese fa con “Mappe delle mie emozioni””
“Se devo dire se mi è piaciuto, io dico «insomma»”
“Io non l’ho capito”
“Bello il ritmo delle parole, ma non c’ho capito niente”
“A me ha fatto schifissimo la parte delle caccole”

“A me è piaciuto il pezzo che sembra un po’ una poesia ed è tutto in rima tranne il verso finale che dice «Ho un cuore che a volte dice no»”

“Belli i disegni, sembrano infantili, ma non lo sono e anche la scrittura in corsivo assomiglia a come scrivo io”
“Io per certi aspetti ho ripensato a “Murdo””
“Chiara, c’è una frase che sembra scritta per me e tu hai capito perché, vero?”
[È bello quando nei libri ritrovi te perché ti senti meno solo, alleggerisci il tuo bagaglio, affrontare i problemi sembra possibile, non li risolve, assolutamente, ma ti accompagna. A mio avviso questa è una cosa bellissima].

[Sabato Anna dovrà fare gli esami del sangue, non li ha mai fatti e ha paura, anzi, paurissima].
“Chiara, hai notato i risguardi, all’inizio sono dei bambini al buio e, alla fine, sono gli stessi bambini ma con la luce accesa”

Dentro me cosa c’è – risguardi1
Dentro me cosa c’è – risguardi2

Quanto mi piace quando colgono spontaneamente i particolari! 🙂

Buio/luce torna anche prima della chiusura. L’intero testo è in realtà una riflessione introspettiva trattata a tratti con leggerezza, a tratti con disarmante profondità.

Dentro me cosa c’è – mostro al buoio
Dentro me cosa c’è – “mostro” illuminato

“«Anfratti» non so cosa siano… prendiamo il vocabolario?!?”
[D’altronde ampliare il lessico è uno tra i principali obiettivi da perseguire e quando cercano loro la parola poi rimane più impressa].

Considerazioni

Sono rimasta stupita quando più di qualcuno dei miei alunni ha messo in discussione il testo, anche perché questo libro non è stato calato dall’alto, come a volte può accadere quando un adulto scrive per bambini, ma è nato dal basso, dopo un’esperienza fatta dalle autrici con i bambini della cooperativa sociale “Il laboratorio” di Genova.
Inoltre questo albo illustrato è stato inserito nella Ibby Honour List 2023 perché – riporto letteralmente – “permette un tuffo nello stile colorato, surreale e movimentato di Giulia Pastorino” mentre il testo di Daniela Carucci “sostiene l’andamento incalzante con parole che si fanno poesie e ritmano come una danza”. “Un ballo, un viaggio dentro e fuori il corpo di un bambino…”.
Credo proprio questo punto si sia rivelato il tasto dolente per i miei alunni, forse già troppo grandi? Ma io confido nel potere dell’albo illustrato e se un albo è efficace, funziona, indipendentemente dall’età.

Devo essere sincera:

anche a me aveva colpito proprio per le ragioni indicate da Ibby, ma continuo a pensare che forse agli adulti, per fortuna, sfugga ancora qualcosa sui bambini e ciò preserva l’età dell’infanzia.

Per scrupolo ho provato la lettura anche con un gruppo ristretto di bambini del primo ciclo di scuola primaria (classe prima e seconda). Anche loro, pur essendo più piccoli, non hanno apprezzato le parti che hanno suscitato disgusto ai più grandi. Inoltre non hanno compreso la descrizione poetica di sé e neanche le illustrazioni astratte. Infine non si sono riconosciuti come mostri. Forse toccando picchi caratteristici di diverse età di fatto non incontra completamente il lettore. Per “completamente” non intendo che un libro debba essere totalizzante, ma se non convince del tutto il lettore può essere un problema.
Per questo libro, di fatto, non basta una sola lettura. Forse, il limite di questo albo, è il senso di incomprensione che suscita a libro concluso (“Non l’ho capito…”).

Dalla lettura alla scrittura

Se da un lato, quello della lettura, l’albo risulta a tratti un po’ ostico, nella fase operativa questo libro si è rivelato super per i lampi di scrittura offerti.
In gergo WRW (Writing and Reading Workshop), i lampi di scrittura sono gli spunti che permettono di avviare la scrittura di testi di vario genere.
Questa volta ho proposto il metodo del Diario Visivo che offre la possibilità di trattare un argomento con un approccio diverso e dà al bambino la possibilità di esprimersi attraverso l’arte con riflessioni personali.
Il Diario Visivo in qualità di “diario” andrebbe tenuto con regolarità ma, si sa, il “diario” non fa per tutti o, perlomeno, non fa per tutti il tener fede sistematicamente allo strumento. Mi piace però l’idea di offrire un’opportunità: il far conoscere ai bambini un altro modo di esprimersi. Credo sia fondamentale che ciascuno trovi il modo migliore per farlo. Attraverso le parole, l’arte, la danza, la musica.
Poi, si sa, quando le mani lavorano, è più facile rimanere concentrati.

La proposta:

«costruire una cartella che parli di sé prendendo spunto dal libro letto».

Prima hanno scritto i testi, poi hanno realizzato la propria cartella secondo il metodo del Diario Visivo.
Step 1: Ritagliare una sagoma di sé prendendo spunto dalla copertina. Incollare solo il corpo e metà testa. Sotto incollare un foglio e scrivere una lista di tutte le emozioni che si hanno dentro.
Step 2: Scrivere un breve testo raccontando chi ce l’ha con me.
Step 3: Fare una nuova lista scrivendo l’elenco delle persone o cose da cui scappiamo. Poi la lista andrà inserita in una busta.
Step 4: Scrivere una poesia che parli di te (Non deve essere necessariamente in rima. Può esserlo come no): Sono un mostro punto e stop!

Ha accompagnato l’attività un sottofondo musicale.

Durante l’attività: una laboriosa quiete.

Qualcuno ha dovuto fare i conti con il fattore tempo e provare a concludere il lavoro nei tempi dati.
Più di qualcuno ha dovuto risolvere da solo un problema pragmatico come ad esempio aver incollato la sagoma da lato sbagliato compromettendo l’apertura della cartella per il giusto verso. Curiose le strategie di risoluzione. Volutamente ho detto loro che dovevano risolvere la questione in autonomia e che non avevo del materiale sostitutivo da dare. C’è chi ha tagliato i due cartoncini e li ha ricongiunti con lo scotch, ottenendo quindi il giusto verso, c’è chi è riuscito a staccare la sagoma e ad incollarla nell’apertura corretta, c’è chi ha deciso di non rimediare all’errore. I bambini d’oggi spesso, davanti a un piccolo problema, vanno in crisi e anziché reagire si abbattono. Spesso sono gli adulti a risolvere i loro problemi pur di non sentirli piangere, ma le piccole frustrazioni, il fare esperienza sono prerogativa indispensabile per la crescita emotiva e fondamentale per il senso di autoefficacia e l’autonomia personale.

Molti hanno lavorato con il massimo impegno, bambini che solitamente faticano a lasciarsi coinvolgere perché non si sentono competenti abbastanza. Quindi, come attività, si è rivelata molto inclusiva. Inoltre implicava progettualità. Io ho messo a disposizione il mio prototipo e fornito i materiali, ma ciascun bambino doveva organizzare l’ordine con cui incollare le cose e i tempi di realizzazione.

Condivisione

L’immancabile momento di condivisione, libero, solo per chi ha piacere di condividere.

“Chi ce l’ha con me?”

“Ce l’ha con me la mamma che preferisce i miei fratelli…”
“Ce l’ha con me la nonna che se la prende con me anche quando non sono stato io”
“Ce l’ha con me chi applaude un altro quando io ho fatto la stessa cosa meglio”
“Ce l’hanno con me i compiti perché non mi piace farli, ma alla fine devo”
“Ce l’hanno con me tutti… a volte”
“Ce l’ha con me chi fraintendo”
“Ce l’ha con me chi mi dà fastidio”.

“Scappo da…”

“Scappo da chi mi fa chiudere in me stesso”
“Scappo dalla tristezza”
“Scappo dai miei pensieri”
“Scappo dal sonno”
“Scappo da mio fratello”
“Scappo da chi mi fa sentire inutile”
“Scappo dai cani”

Cosa è emerso

Dentro di ciascuno c’è “tanta roba”.
Qualcuno ha ammesso di faticare a scavare dentro di sé. Qualcun altro ha detto di sentirsi “sbagliato”. Qualcuno si sente insicuro e a volte non capisce bene cosa vuole.

Concludendo

I bambini hanno apprezzato molto le illustrazioni in stile surrealistico, a tratti simboliche, coloratissime, con qualche particolare astratto. Le hanno apprezzate, oltre che per un fattore estetico, per la loro possibilità di essere facilmente riprodotte.
Tutti hanno trovato l’attività piacevole e hanno evidenziato come l’abilità manuale intersecata con l’abilità di scrittura non l’abbia frenata, ma anzi resa più motivante.
Sicuramente non è un’attività attuabile quotidianamente perché richiede un dispendio di tempo e materiale, ma una tantum può davvero essere una risorsa stimolante.

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