Fai rumore – raccontare per fermare la violenza

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Chi segue noccioline avrà la sensazione di aver già sentito questo titolo: infatti L’avevo messo tra i consigli per il Lucca Comics dello scorso anno. Fai rumore è una raccolta di storie sulla discriminazione di genere edito da Il castoro.
Questo fa parte della categoria di fumetti rimasti per sbaglio su nella pila dei “da leggere” troppo a lungo. Avevo comprato il fumetto al Lucca comics, ma come spesso mi capita, ho comprato troppa roba e qualcosa è rimasto in disparte. Comunque, meglio tardi che mai!

Come avevo accennato nel post sul Lucca Comics, questo fumetto nasce da una collaborazione con il collettivo Moleste, che si occupa di discriminazione di genere nel settore dell’editoria del fumetto. E’ una raccolta di nove storie brevi ideate da numerosi autori e illustratori. Il punto di forza di questa raccolta secondo me è proprio la pluralità di voci e di punti di vista sul tema. Ogni storia ha però l’obiettivo comune di mandare un messaggio di speranza.

Come vi avevo accennato, al Lucca Comics ho avuto modo di assistere ad una presentazione di Fai rumore e ne sono rimasta piacevolmente colpita.
Questo fumetto ha come target primario gli adolescenti (ma anche gli adulti, tutti siamo stati adolescenti ad un certo punto!). L’argomento è delicato e difficilissimo da trattare: violenza e discriminazione di genere. Sembra un argomento di cui ormai si parla anche troppo, ma la verità è che non se ne parla mai abbastanza. Lo posso vedere con i miei occhi io che con i giovani ci lavoro tutti i giorni.
Ascoltando la presentazione sono rimasta particolarmente colpita da come gli autori abbiano scelto di approcciarsi al tema. Hanno spiegato di voler evitare assolutamente la spettacolarizzazione del dolore, per lasciare spazio al vissuto di sofferenza e disagio dei personaggi. Sarò sincera, non avevo davvero capito questo obiettivo fin che non ho avuto modo di leggere i racconti. Ogni storia parla di una forma di violenza, di momenti di sofferenza, ma spesso noi lettori questi eventi non li vediamo. Anzi, alcune situazioni non sono chiare al 100% neanche alla fine della storia, ma è giusto così, perchè l’obiettivo non è l’evento ma la percezione di chi l’ha vissuto.
Un approccio molto psi, non c’è che dire!

E’ un libro che parla a chi queste situazioni le ha vissute in prima persona, ma anche e soprattutto, a tutti gli altri. Da un lato invita a chiedere aiuto se necessario, dall’altro invita a non rimanere testimoni silenziosi di situazioni potenzialmente pericolose. In alcuni casi può essere utile rendersi anche solo disponibili all’ascolto di una storia.
Nel caso di Fai rumore le storie che leggerete non sono reali, ma ispirate a fatti simili. A mio parere non è facile rendere realistiche storie inventate, specialmente quando si ha a che fare con temi così complessi come la violenza. Per questo questo titolo secondo me merita ancora di più di essere consigliato.

Alcune storie possono sembrare così banali e quotidiane che fa spavento metterle nell’ottica della violenza. Quante di voi lettrici ha avuto paura di tornare a casa da sola la sera? Quante volte la cosa è stata sminuita perchè gli uomini “sono così” o “fanno solo complimenti”? Eppure basta davvero poco per mettere a disagio una persona o crearle pressioni tali da impedirle di essere sè stessa di fronte agli altri. A volte basta un “ma te sei una ragazzona!” detto con ingenuo affetto da una nonna, per sentirsi inadeguata.

Fin ora ho parlato solo al femminile, ma in questo fumetto c’è spazio anche per la discriminazione al maschile. La narrazione dell’uomo forte e virile che non fa altro che conquistare donne con il suo carisma è purtroppo opprimente tanto quando gli stereotipi che le donne devono subire.
Il racconto con un protagonista maschile ha una scelta narrativa particolare: si basa solo sui commenti che gli altri fanno al protagonista. Vengono presentati sotto forma di messaggi e notifiche, non lo lasciano mai in pace. Ho percepito anche io l’oppressione di questa continua insistenza, mi ha dato quasi fastidio andar avanti con la lettura. Però racconti come questi sono utili, perchè permettono di osservare come certi stereotipi vengano passati di generazione in generazione anche solo attraverso frasi dette con leggerezza, che con il tempo diventano parte del nostro essere; tanto da finire per considerare di chiamare una donna “puttana” perchè si nega ad un appuntamento.

Fai rumore è un titolo che consiglierei a tutti, ma in particolare può essere un utile strumento per introdurre l’argomento ai ragazzi, sia attraverso una lettura autonoma, ma anche attraverso una lettura guidata e commentata insieme ad adulti di riferimento.

P.s. se il titolo vi ha incuriosito, ho scoperto che l’anno scorso su Fumettologica hanno pubblicato gratuitamente uno dei racconti. Tra l’altro è uno di quelli che mi è piaciuto di più!

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