I libri di Wanda Gàg
Care teste fiorite vorrei aprire questa settimana non con un libro bensì con un’autrice, un’autrice fondamentale di cui in Italia abbiamo finalmente 3 libri editi da Pulce (Milioni di gatti era qualche anno fa inizialmente stato edito da Eliot), lei è Wanda Gàg, autrice americana di origini europee nata a fine Ottocento a cui dobbiamo non solo alcuni dei capisaldi della letteratura per l’infanzia, ma un apporto incredibile alla nascita del linguaggio del libro a figure, del picturebook o albo illustrato come preferite chiamarlo.
Sulla straordinaria vita della Gàg non mi soffermo e mi piace molto la scelta di Pulce edizioni di voler accompagnare i libri con una scheda biografica sull’autore che ci inquadra il contesto storico e familiare se ci interessa approfondire, quello che mi interessa, naturalmente, è vedere dove sta la modernità e innovazione di questi libri nel contesto dei libri per bambini e quando e come essi ancora oggi possono raccontare storie eccezionali in maniera significativa ai nostri bambini e bambine praticamente ad un secolo di distanza (Milioni di gatti, il suo primo lavoro per bambini uscì nel 1928, Lo strano coso nel 1929 e Snippy e Snappy nel 1931).
Ciò che la Gàg porta di nuovo al libro per bambini e bambine non è le l’immagini e nemmeno la storia arguta. Quello che la Gàg porta nel libro per bambini è la creazione di un linguaggio complesso fatto dei due linguaggi insieme, parole e immagini si compensano e completano e interpretano proprio come poi accadrà sempre di più, e forse anche con maggiore consapevolezza, nei grandissimi autori che seguiranno la Gàg sulla strada da lei aperta verso una sempre più complessa elaborazione del rapporto tra testo e immagine nel libro a figure.
Sia se prendiamo la parte testuale, che quella iconografica, ci renderemo subito conto che ognuna di esse è curata nel minimo dettaglio, linguistico, ritmico e narrativo, ma che tra di esse esiste una correlazione di interdipendenza che non rende l’immagine puramente decorativa o illustrativa del testo, o il testo didascalico rispetto all’immagine. Testo e immagine collaborano per formare un testo più complesso che parli alle orecchie e agli occhi contemporaneamente in maniera stratificata.
Vi accorgerete subito che ci sono alcuni elementi che ritornano nel modo di lavorare della Gàg, il modo, ad esempio di racchiudere la doppia tavola all’interno delle immagini, il piacere per le linee curve, una minuzia per i dettagli visivi e il riferimento artistico culturale all’art deco dell’epoca a cui la Gàg guardava con indiscusso interesse artistico e a cui faceva riferimento anche nei lavori che non erano destinati a piccoli lettori e lettrici.
Nei testi e nelle storie della Gàg non c’è mai assolutamente nulla di didascalico, di didattico, non si impara nulla da questi libri, non c’è un solo intento esplicito o implicito che non sia quello di regalare una storia possibilmente divertente, sicuramente piacevole da leggere ai lettori e alle lettrici. E pensare che siamo nel 1928, pensare che un secolo dopo stiamo ancora combattendo la battaglia per il significante libero dal significato o per il significante che si fa significato, per il riconoscimento del linguaggio dell’albo illustrato come linguaggio complesso…
La Gàg nel 1928 c’era già arrivata, aveva trovato la sua soluzione narrativa e visiva ed era una soluzione che non solo funzionava all’epoca, e che all’epoca aprì la strada per tutta quella che poi sarebbe diventata la grande tradizione del picturebook americano, ma che ancora funziona perché se proverete a leggere questi libri ai piccoli lettori e lettrici di oggi vi accorgerete che l’attenzione verrà facilmente e rapidamente catturata tanto dalla narrazione quanto dalla costruzione iconografica delle pagine.
La casa editrice Pulce ha anche valutato di usare un font in maiuscolo per favorire la lettura autonoma di queste storie, e mi pare una buona idea perché credo proprio che sia Milioni di gatti che Lo strano coso – che è la storia più assurda e per quanto mi riguarda anche la più divertente delle tre – che Snippy e Snappy potrebbero rientrare tra quei libri che si incontrano, o ancora meglio che si reincontrano, quando si affaccia nella nostra vita la lettura autonoma in cui le parole, d’accordo, iniziano a prender e il sopravvento, ma le illustrazioni non ci abbandonano e l’insieme ci rende semplicemente più agevole, o se volete meno faticosa, la lettura.
Voi li conoscete i libri di Wanda Gàg?
Io, devo dire la verità, conoscevo solo Milioni di gatti e sono molto felice di vedere questi altri due aggiungersi alla bibliografia in italiano di questa autrice imprescindibile che è davvero un classico da riscoprire per i nostri lettori e lettrici e anche per noi stessi se poco poco ci incuriosiamo ai percorsi storici che il libro fa nel suo vivere nel tempo.