Piangi cuore, ma…

Piangi cuore, ma… mi aspettava al varco da qualche settimana.

Lo ammetto, ho rimandato questo incontro per un po’, dopotutto chi è che si vorrebbe trovare seduto a tavola con la morte o, mutatis mutandis, seduto a tavola a scrivere di un libro che racconta della morte?

Ma il tempo è maturo, forse, e comunque lei è qui, è arrivata, anzi lui è qui, il libro, e ha deciso di prendersi il suo tempo dopo aver atteso un pochino…

Piangi cuore, ma… di Glenn Ringtved e Charlotte Parti edito da Orecchio acerbo con la traduzione di Claudia Valeria Letizia, è un albo illustrato che ci racconta una storia di morte ma soprattutto una storia di vita. Troverete a sorprendervi in questo albo, dal punto di vista narrativo, secondo me, soprattutto, la presenza di una storia nella storia. La morte prende tempo, così come i bambini e le bambine sedute attorno al tavolo con la nonna moribonda nella stanza affianco desiderano. E come volete che prenda tempo la morte se non narrando la storia così come da sempre l’uomo ha fatto per trascorrere il tempo, per farsi coraggio, per conoscersi, per dare forma al proprio mondo, per dire ciò che sa ma soprattutto ciò che non sa?

Questa è una morte umanissima che prova dispiacere, che compatisce (nel senso etimologico del termine: soffre insieme) i bambini e le bambine che stanno per perdere la nonna.

C’è chi dice che la Morte abbia il cuore sordo e nero

come il carbone. Ma non è vero.

Sotto quel mantello, il suo cuore è rosso come il tramonto più bello e batte d’amore profondo per la vita.

La storia che la morte racconta è quasi una similitudine più che una metafora, nulla a che vedere, secondo me, con il potere più visivo che narrativo che lei, la morte, ha in questo albo, però svolge la sua funzione: spiega come la vita sia esattamente quel bilanciamento, quando funziona, tra Dolore e Pianto e Gioia e Risa. Chi tollererebbe una vita solo di dolore e pianto? Nessuno

Ma, diciamoci la verità, chi tollererebbe una vita solo di gioia e risa? Forse qualcuno anche sì ma… avrei qualche dubbio francamente.

Non serve essere di un segno zodiacale doppio come il mio per sapere che le facce della medaglia sono sempre due, che qualche volta si pende da una parte e qualche altra dall’altra ma che è l’equilibrio a fare della vita ciò che è e tra le cose che la vita è c’è, indubitabilmente, il preannuncio della morte, l’antefatto della morte.

Che la morte non possa esistere senza la vita lo capiamo abbastanza facilmente ma molto più difficile è dar voce a quella cosa per cui è la vita ad essere ciò che è solo perché c’è la morte e che a un certo punto deve finire. Il tempo finisce, finisce la storia attorno al tavolo con i bambini e le bambine che la morte racconta (qualcuno aveva pensato ad una partita a scacchi ma il concetto è quello…), finisce la vita della nonna, finisce il libro, e man mano che tutto finisce il testo non ci lascia e esplicita: la vita finisce, il cuore piange ma… quei tre puntini che restano sospesi nel titolo si completano

“Piangi cuore, ma non ti spezzare”

Va bene così, il cuore piange, con una metafora non esattamente originale ma va bene così anche questo, ma soprattutto il cuore non si spezza, con una metafora altrettanto ritrita ma che qui va benissimo così anche lei.

Chissà in quanti saranno stati felici finalmente di avere un buon libro per parlare di morte con i bambini e le bambine, lo sono stata anche io, felice, ma non per questo, sono stata felice di avere tra le mani un buon libro, un buon libro da leggere tutti i giorni e non solo quando ci piange il cuore e ci preme che non si spezzi. Un buon libro che punti tutto sulla vita nel momento in cui crea un inno a questo personaggio straordinario perché tale è, la morte.

Un libro non consolatorio ma che consola a partire dalla copertina che ci fa capire molto ma molto bene chi ha pietà (ancora una volta vorrei usare la parola in senso etimologico) di chi: è la bambina a compatire la morte, non viceversa, lei, la bambina che sta perdendo la nonna ma che ha la vita davanti e che sta cercando dentro di sé quell’equilibrio tra dolore e pianto e gioia e risa che forse la morte stessa non ha mai trovato…

Vorrei che questo libro trovasse posto tra i tanti della biblioteca di classe e di casa, non nella sezione “dolore e pianto” (di bibliografie di questa natura non sapete quante ne vengono richieste, sempre troppe a mio parere) ma in mezzo a tutti gli altri, da leggere quando si vuole, senza un buon motivo che non sia la lettura stessa!

Vi segnalo i due video che ho dedicato ai libri che raccontano la morte, e la vita… in quest’ultimo trovate anche Piangi cuore, ma…

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