Voci nel parco
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“Voci nel parco”
Età: dai 6 anni
Pagine: 36
Formato: 30.5 x 26
Anno: 2017
Editore: Camelozampa
Autore: Anthony Browne
Oggi in cartella “Voci nel parco”.
Un libro di Anthony Browne, un albo illustrato a colpo sicuro, un super_albo.
Copertina rigida, dimensioni medio-grandi, colori caldi.
Domina la scena un viale alberato in prospettiva. Folte chiome rossastre s’intersecano come a formare un’unica grande chioma. In fondo al viale si intravedono due bambini. Al centro della copertina, a chiari caratteri, il titolo.
Anthony Browne è uno di quegli autori di cui non si può farne a meno.
Lo scorso anno ad ottobre, a inizio classe quarta, proposi la lettura di “Gorilla” e a febbraio lessi “E se…”. Alla lettura seguì un’attività di studio su numerosi albi illustrati dello stesso autore, per offrire ai bambini la possibilità di sperimentare e ricercare elementi in comune all’interno dei vari testi.
Oggi, da calendario, sarebbe stato un grammardì
In programma ci sarebbe stata una densa lezione di grammatica. Anzi, non solo una lezione di grammatica, ma addirittura verifica di grammatica. A causa di un piccolo misunderstanding però ho scoperto che la mattina stessa avevano già fatto verifica di matematica. Onde evitare un eccessivo affaticamento abbiamo deciso di rinviare il compito all’indomani.
Di conseguenza, ho proposto quanto pensato per il giorno successivo: la lettura di un albo illustrato.
Prendo il libro
“Leggiamo? Poi scriviamo?”
“Non necessariamente”
“Chiara… sai cosa mi viene in mente guardando la copertina? «Chiedimi cosa mi piace»”
“È vero, anche a me”
Leggo il titolo, l’autore, la casa editrice.
“Ma Chiara… avevamo già letto qualcosa di questo autore… ma non mi viene in mente cosa guardando la copertina…”
“Aspetta – dico io – vedrai, appena iniziamo a leggere ti verrà in mente”
Così inizio a leggere
Prima Voce
Era ora di portare Victoria, la nostra
labrador di pura razza, e Charles,
nostro figlio, a fare una passeggiata.
Quando siamo arrivati al parco,
ho tolto il guinzaglio a Victoria.
È comparso subito un meticcio arruffato
che ha cominciato a darle noia.
L’ho scacciato via, ma quell’orribile
animale l’ha inseguita per tutto il parco.
La storia continua. Dopo il racconto della voce 1 – quella di una mamma – segue il racconto di una seconda voce – quella di un papà -, poi una terza – quella del figlio della mamma, Charles – e infine una quarta – quella della figlia del papà, Smudge.
Nel medesimo frangente di tempo, la stessa identica passeggiata nel parco, narrata da quattro diversi punti di vista, uno per ciascun protagonista della storia. I personaggi sono la mamma, Charles, il papà, Smudge.
Commenti a caldo
“Già finito?!?” [Il primo, e il più bello, dei commenti. Rende l’idea. Penso a un bel film… a un gelato… e quando capita per un libro significa solo una cosa: quel libro funziona, e funziona alla grande.]
“Chiara, mi è venuto in mente chi è l’autore… l’altr’anno ci avevi portato tutti i suoi libri, ti ricordi? Disegna sempre scimpanzè al posto delle persone…”
“Già – rispondo io – Vi avevo portato tutti i suoi libri meno uno, questo, perché avevo deciso ve lo avrei letto quest’anno”.
“Davvero?!?”
Ci addentriamo nei dettagli
Tante mani alzate, ferventi di ottenere il turno di parola.
“Posso venire lì a spiegare?” [si alza, si avvicina alla cattedra e inizia a mostrare tutte le sue osservazioni, motivandole]
“Allora… intanto i personaggi si trovano tutti nello stesso parco, nello stesso momento.
Poi, vedete qui, questa immagine? È come se il palo indicasse due realtà diverse, cioè due modi di vedere la realtà da parte dei due personaggi, si capisce anche dai cani, si vede per metà Victoria e per metà Albert. C’era anche la scena iniziale dove si vede la mamma e un altro signore seduto vicino. Il palo ha un senso”.
“Poi, c’è una stessa scena, raccontata dalla stessa voce, quella del papà ma con tonalità diverse. È come se le illustrazioni esprimessero l’umore del papà. Infatti prima di andare al parco il papà era triste, poi grazie a Smudge e dopo la passeggiata al parco, torna contento”
“È vero Chiara, hai visto il lampione come cambia? È una specie di fiore”
Continua…
“Qua c’è Mary Poppins”
“È vero, perché Anthony Browne è quello che fa un sacco di riferimenti… anche prima c’era la Monnalisa… e anche King Kong sopra il tetto”
“Posso venire io?”
“Ho notato «L’urlo di Munch» quando il papà legge il giornale”
“Poi, qui richiama quell’artista… che ci avevi letto l’altro albo illustrato, aspetta che mi viene… Magritte”.
E andiamo a riprendere l’albo per verificare.
“Poi, ho notato che ad ogni persona che parla, voce 1, 2, 3, 4 viene attribuito un carattere diverso come se il font parlasse un po’ della personalità del personaggio che rappresenta. Ad esempio la scrittura che narra il pensiero del bambino è leggera come se fosse esile e sensibile. Il papà invece è grosso.”
“È vero… anche il titolo. Chiara, se guardi, vedi che Voci è una parola composta da quattro lettere, proprio come il numero dei personaggi della storia e che le lettere sembrano scritte con diversi font?”
“Questa storia racconta il punto di vista di ogni persona”
“Le illustrazioni sono tendenzialmente: piccola e con il testo su una pagina, e grande sulla pagina accanto.”
“Questa volta il titolo, anche se non fa capire cosa succederà, dice molto. Secondo me è proprio azzeccato perché le varie voci corrispondono ai diversi punti di vista”.
“Assomiglia un po’ a un diario questo libro. Intendo per come è scritto, in prima persona”
“Anche secondo me i vari font rappresentano i personaggi. L’ultima voce ha molta fantasia”
“Ci sono tantissimi elementi e un sacco di rimandi”
“Questo libro mi ha fatto pensare un po’ a un fumetto”
“A me invece ha fatto pensare che ci fosse una figura esterna che avvertisse i pensieri di tutti”
“Chiara, hai visto che all’interno c’è la stessa illustrazione della copertina e poi sempre la stessa immagine col buio. E poi c’è sempre la scia di foglie che segna la strada tipo impronte”
“Però maestra… posso dire una cosa? Manca il pensiero dei cani”
“Ottima idea!”, rispondo io.
“No dai, maestra, hai frainteso”
Sorrido
“Sei sadica, va sempre a finire così”
Questo libro parla di empatia senza mai pronunciare la parola empatia. Fa provare. Fa toccare con mano. Permette di entrare nell’ottica di pensieri diversi dal nostro. Introduce l’esperienza e la possibilità di fermarsi a riflettere per poi sperimentare un modo nuovo di vedere le cose, di rapportarsi agli altri. Sulla teoria tutti d’accordo, poi con la pratica non sempre è facile, soprattutto per qualcuno.
Prima di passare all’attività di scrittura faccio un esempio concreto.
Mi alzo in piedi ed enuncio il fatto: Verifica di Grammatica!
Voce 1 (maestra):
“Hanno già fatto verifica sta mattina, poveri, saranno stanchi, forse è meglio rinviarla a domani. Qualcuno però forse preferirebbe farla oggi… Uff non so che fare, sicuro scontento qualcuno”
Voce 2 [S.]:
“Cavolo, io volevo fare la verifica, mi ero preparata poi magari domani mi dimentico le cose”
Voce 3 [M.]:
“Evvai non si fa la verifica, si è avverato il mio desiderio più grande”
Voce 4 [A.]:
“Lo sapevo, ogni volta si sceglie quello che vogliono gli altri, mai quello che voglio io”
Ridono e come al solito si fanno coinvolgere più dalla [mia] “rappresentazione teatrale” che dall’obiettivo reale per cui sto presentando qualcosa.
“Chiara ci dici quello che pensa ciascuno di noi?”
“Ma come hai fatto a indovinare?”
“Allenamento” rispondo.
Poi li riporto con i piedi per terra e do la consegna: attività di scrittura breve, spontanea, incisiva, originale.
“Scriviamo sul quaderno anche noi lo schema e poi scriviamo il pensiero dei due cani?”
ES. 1
Voce 5 (Victoria):
“Era ora che mi facessero fare la passeggiata… Arrivati al parco un simpatico meticcio voleva conoscermi, ma la mia padrona lo voleva mandar via, così siamo scappati assieme e mentre stavamo correndo abbiamo iniziato a rincorrerci, è stato divertentissimo!”
Voce 6 (Albert):
“Non vedo l’ora che mi tolgano il guinzaglio! Arrivati al parco mi fiondo all’istante a far amicizia con una bellissima cagnolina. La padrona prova a scacciarmi. Per fortuna la cagnolina inizia a correre assieme a me. Ci siamo divertiti un mondo”
ES. 2
Voce 5 (Victoria)
“Finalmente si esce! Yuppie! Adoro andare al parco.
Uh un meticcio viene nella mia direzione, vorrà fare amicizia, non vedo l’ora di giocare assieme”
Voce 6 (Albert)
“Evviva, ho trovato un’amica, ed è pure molto carina, peccato per quella rognosa della sua padrona devo escogitare un piano. Certo che oggi fa davvero caldo, credo poi farò un tuffetto in fontana”
A seguire il momento della condivisione, facoltativa.
Impressioni su questa attività
“Divertente”
“Sembrava un gioco”
“Un’attività diversa, anche scrivere è risultato meno pesante”
Il libro di testo adottato si intitola “A più voci” (di Antonella Capetti e Marta Vitale) e in qualche modo richiama quest’albo illustrato.
Da un lato il dar voce ai bambini e alle bambine, dall’altro il suggerimento di ascoltare la loro voce. Non solo l’insegnante nei loro confronti, ma anche tra pari in quanto ascoltarsi e coltivare l’empatia è fondamentale.
La classe è un ecosistema.
Anche la scuola lo è, o per lo meno dovrebbe esserlo. Un ecosistema a più voci: dai genitori ai nonni, agli insegnanti, a tutti quanti, direttamente o indirettamente, intervengono nel processo educativo dei bambini. Tutti dovrebbero impegnarsi a vedere quanto accade sotto più punti di vista prima di giudicare.
Concludendo
“Voci nel parco” è un albo illustrato che può esser letto a diverse età e a diversi livelli. Offre così tanti spunti che davvero si presta ad esser letto e riletto scoprendo sempre cose nuove.
Un suggerimento?
Se volete usarlo in classe, ma anche a casa o al parco, fidatevi del potere di questo libro e del potere dei bambini perché sicuramente sapranno farvi scoprire qualcosa di nuovo e rendere la vostra lettura inaspettata e unica.