La fuga di Pat
Oooo! Che bello quando si incontra sulla propria strada un bel romanzo, un bel romanzo di genere, un bel romanzo d’autore, che non si vede l’ora di finire per risolvere il mistero che le pagine nascondono e svelano implicitamente.
La fuga di Pat di Roberto Piumini edito da Pelledoca è proprio questo romanzo, un giallo, un giallo d’autore che cattura il lettore dalle prime 3 righe e non lo molla più, un po’ per vedere come la vicenda andrà a finire, un po’ però anche, ammettiamolo, io lo ammetto, per godersi la maestria narrativa con cui il romanzo è costruito.
Ma andiamo con ordine: chi è Pat?
Pat è un ragazzino di dodici anni, promessa del calcio inglese, accolto in un collegio speciale per possibili futuri campioni, un collegio che paga le famiglie perché non questi ragazzini siamo loro affidati, un collegio in cui si gioca a calcio, e questo a Pat piace evidentemente, ma un collegio da cui Pat scappa.
Tutto il romanzo ruota attorno alla fuga di Pat, lo sappiamo sin dal titolo, ma per due motivi specifici che andremo via via scoprendo: 1- perché Pat è scappato, per altro senza tornare a casa ma mettendosi in viaggio per chissà dove; 2- perché c’è qualcuno che lo insegue di nascosto…
Ovviamente non vi svelenerò cosa accade in questo giallo ma vorrei invece fermarmi sul fatto che se la trama ruota attorno alla fuga di Pat la narrazione invece ruota attorno, anzi per in prevalenza condotta, dal personaggio che narra, un fotografo americano che, finito il suo lavoro in Inghilterra, si imbatte in questo ragazzino visibilmente in fuga e in difficoltà e decide di accoglierlo, metterlo al sicuro e intanto, indagare…
Chi è dunque il vero protagonista del romanzo? Difficile dirlo e credo francamente che potrebbe anche non interessarci più di tanto, quello che invece potrebbe interessarci è la costruzione narrativa del giallo che mette al centro Pat ma mai come voce narrante, ad eccezione naturalmente dei discorsi diretti in cui sentiamo la sua voce, ma è narrato in prima la perdona Samuel, il fotografo che si fa carico della fuga di Patrick, una fuga che dall’Inghiltetta ci porterà in Francia, Germania e persino a Verona. A intervallare la narrazione di Samuel, a focalizzazione interna, una narrazione interessantissima che ci fa sentire i dialoghi tra gli inseguitori di Pat, le telefonate, i report, quasi fosse una narrazione a focalizzazione esterna. Un via vai di punti di vista narrativi ed anche si stile comunicativi che movimenta la già a tratti rocambolesca fuga di Pat e Samuel (sulla caratterizzazione dei personaggi , anche di quelli secondari, poi potremmo ragionare a lungo ma non è questo il momento, mi pare, ma vi lascio la pulce nell’orecchio…).
Non vi dirò mai come finisce questo giallo che vi invito a leggere e a proporre a ragazzi e ragazze, ma chiudo con una nota ulteriore di interesse: il giallo sullo sfondo, ovvero in qualche modo il movente della fuga ed anche il movente dell’inizio dell’avventura di vita di Pat, si muove attorno al mondo sportivo, al calcio in particolare, allo sfruttamento senza scrupoli di questi ragazzi che hanno talento e che vengono portati avanti non nel loro interesse ma in quello economico di chi se li rivenderà al miglior offerente e per arrivare a questo risultato è pronto ad usare ogni mezzo.
Uno spaccato anche sulla realtà è sul contesto social ed economico che sta dietro queste giovani vite di atleti promettenti che ritengo importante tanto più in una narrazione come questa che per maestria riesce a far restare la “tematica” sullo sfondo senza mai perdere di vista l’obiettivo narrativo.
Chiudo davvero con un apprezzamento per la copertina bellissima che ha interpretato in una sola immagine la relazione tra i due protagonisti, complimenti!