Anche le cose hanno bisogno
La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Oggi si parla di Anche le cose hanno bisogno di Eliana Albertini, edito da Rizzoli Lizard.
Un fumetto che ho comprato al Lucca Comics (come sempre le mie recensioni sono sul pezzo con le ultimissime uscite… di 6 mesi fa). Un fumetto di cui ero certa di voler parlare, ma ho preferito lasciarlo decantare un po’ prima di recensire.
Vi propongo un fumetto che mi ha fatto sentire la puzza di spazzatura.
“Eh?!”, penserete voi, e io vi dico che, davvero, ho iniziato a leggete Anche le cose hanno bisogno e quasi provavo fastidio ad andare avanti.
“Cosa lo consigli a fare allora?”
La verità è che ho trovato in questo disgusto iniziale un fascino incredibile, l’autrice, Eliana Albertini, immerge da subito il lettore nella storia e la storia inizia con un gruppo di persone che protestano per la puzza proveniente dall’appartamento di una persona. Giuro che ho sentito il fastidio di ognuno di loro.
Tutti parlano di Agnese e delle sue stranezze: della puzza, della sua igiene, ma nessuno sembra mai effettivamente aver provato ad entrare in contatto con lei e infatti, la riunione di condominio viene fatta senza di lei.

Quindi chi è Agnese? E’ la protagonista di una storia che parla di empatia e di salute mentale, ma soprattutto di dettagli.
Vi è mai capitato di notare a bordo strada un giocattolo dimenticato? Magari un po’ impolverato? Lei li nota tutti.
Agnese ha cura degli oggetti dimenticati e lasciati in disparte.
E’ riuscita a trovare lavoro come netturbina, che sembrerebbe l’ideale per una persona così appassionata agli oggetti dismessi, ma, come avrete potuto intuire, non è così facile far capire agli altri le sue necessità.
La storia si apre con il punto di vista dei vicini, ma si sviluppa intorno alla vita della ragazza. Agnese è un po’ come i suoi oggetti, lasciata in disparte. E’ dura integrarsi in una società che ha ritmi e stili di vita diversi dai nostri. C’è chi sceglie di isolarsi ulteriormente, di creare un mondo tutto proprio, più accogliente, in cui si può essere se stessi. Il mondo di Agnese è fatto di oggetti incontrati lungo la strada: “le piccole cose mi tranquillizzano”, dice.

Anche le cose hanno bisogno è una lettura che a mio parere ha due facce: da un lato il mondo e il punto di vista della protagonista; dall’altro quello di chi le sta intorno. Nella realtà non possiamo leggere nella mente delle persone, ma nei fumetti sì, quindi ci è concesso il privilegio di capire sia come la pensano vicini e familiari, che come la pensa lei.
Oh, ma quanto è fastidiosa la gente che non rispetta gli spazi comuni, che sporca e infastidisce gli altri? La risposta tendenzialmente sarebbe “tanto!”, ma un fumetto come questo ci permette di rispondere “Sì, è fastidiosa, ma forse c’è qualcosa di più”, perché dietro quel disagio collettivo, spesso c’è un modo diverso di comunicare, incompreso, in cui gli oggetti diventano un modo di esprimersi, un modo di sentirsi accolta.
Ho trovato questo fumetto un ottimo modo di riflettere sulle mie capacità empatiche. Mi ha fatto pensare a quella volta in cui un mio superiore mi ha detto: “se c’è un ragazzo che ti crea fastidio e fatichi ad entrarci in contatto, prova a cercare un aggancio nella sua storia personale, qualcosa che ti permetta di empatizzare”. Beh, questo fumetto mi ha fatto provare schifo per la spazzatura, ma ha anche ribaltato al frittata, ricordandomi che dietro la porta di quell’appartamento puzzolente c’è una persona!
Se siete curiosi, qui ci sono le prime tavole.