Tutto quello che è successo prima del tuo arrivo
Tutto quello che è successo prima del tuo arrivo è il capolavoro di Yael Frankel appena edito da Leone Verde Piccoli che ha vinto il premio della fiction alla Bologna Children book fair. A volte ci mettiamo anni per avere un libro straniero meraviglioso in Italia, questa volta ci è andata proprio bene, direi, a meno di 2 mesi dalla sua premiazione eccolo già qui disponibile sugli scaffali ad incantarci con la sua eccezionalità.
Eccezionalità di che tipo?
Proviamo a vederlo insieme subito.
Innanzitutto partiamo dall’inizio: si tratta di un libro che racconta l’attesa di una nascita e sin qui potrebbe non esserci nulla di speciale, ce ne sono a bizzeffe di libri con questo tema, anzi decisamente troppi, ma parte dell’eccezionalità di questo del lavoro della Yael sta proprio nell’esser riuscita a raccontare in maniera innovativa un topos letterario, impresa decisamente ardua.

Vediamo allora un po’ come ci è riuscita: è evidente sin dalla copertina che il punto di forza sta nell’aspetto iconografico, in questo stile particolarissimo, uno stile che mima quello di un bambino, la Yael prova a disegnare come si disegna da bambini (era il sogno anche di Picasso, tra gli altri) mettendo insieme due elementi molto difficili da amalgamare: l’aspetto tecnico che imita il disegno bambino e che richiede un espediente ingegnoso che ci racconta molto bene il grande Falcinelli qui (ricordo che Falcinelli era in giuria a Bologna quest’anno in cui la Yael ha vinto il primo premio), e l’aspetto poetico, o forse meglio dire l’aspetto culturale, quello di chi da professionista adulto sa che deve mediare e mimare l’esperienza, il linguaggio e il segno bambino ma senza le ingenuità dell’età e anzi con tutta la competenza culturale e professionale che essere autori e autrici per bambini e bambine comporta.
La Yael prende anche la voce del bambino narrante, la focalizzazione di questa narrazione, dal punto di vista del testo, è una focalizzazione interna: il bambino protagonista che aspetta il fratellino, o la sorellina, in crescita nella pancia della mamma, parla a questa creatura in arrivo dandogli del tu e mettendosi davvero nei panni di chi ti spiega come accadono le cose, come sono accadute a lui e quindi accadranno anche a chi sta arrivando dopo di lui e mettendo bene in chiaro alcuni aspetti… Si parte dal tempo, che gioca un ruolo centrale in tutta la costruzione narrativa (a partire dai risguardi su cui tornerò tra un attimo nel dettaglio), l’albo infatti si apre con
Prima di iniziare a raccontarti, devi sapere che cosa sono i giorni, i mesi, gli anni, altrimenti non ci capirai nulla.
Questo è l’incipit, un incipit che ci dice già moltissime cose: in che posizione si pone il narratore rispetto al narratario (raramente in una narrazione c’è il narratario ma qui possiamo pensarlo, immaginarlo: il narratario è colui a cui si destina esplicitamente una comunicazione, in questo caso il nascituro o nascitura nella pancia della mamma). Il nostro bambino narratore si pone al di sopra del piccolo in arrivo, al di sopra dal punto di vista temporale ed esperienziale, lui quell’esperienza, della nascita e anche della crescita, l’ha già fatta e può raccontarla. D’altra parte guardate dove la Yael ha messo il bambino narratore nella copertina: su una sedia, in piedi, certo alla stessa altezza della panciona della mamma, così ci si può parlare meglio da vicino, ma lui è in alto e tale vuole restare, anche a ribadire un suo primato oggettivo, quello di essere arrivato prima. Il tono del protagonista è diretto, mette insieme informazioni ed eventi senza soluzione di continuità dimostrando, anche in questo caso, lo studio da parte dell’autrice, del modo di esprimersi tipico di bambine e bambine.

La storia percorre tutti i mesi di gestazione, in realtà parte dal terzo mese in cui gli viene comunicata la gravidanza della mamma, e si chiude nella penultima doppia tavola con l’ultima vacanza insieme ai genitori
Papà dice che è l’ultima volta che partiamo noi tre soli perché dopo saremo sempre noi quattro.
e all’ultima tavola finalmente questo piccino è nato e il testo che gioca con i numeri che sembrano non far tornare i conti…
Noi cinque!
3 +1 fa 4 fino a prova contraria eppure il libro chiude con un bel 5… chi viene incluso? Viene incluso il bambino “nuovo” ma viene contato questa volta come membro della famiglia anche il cane, Ernesto di cui durante il libro abbiamo saputo tante cose ma che non ci era mai stato nominato come vero e proprio membro della famiglia. Adesso quasi a stemperare la nascita che arriva a rompere quel numero 3 perfetto i numeri aprono e da 4 diventano 5.

I libri per bambini e bambine, lo ripeto come un disco rotto, lo so, stanno dalla parte dei bambini e delle bambine, non degli adulti che vogliono edulcorare, raccontare a modo loro, mediare, negare ecc. ecc. E’ per questo che alcuni libri per bambini possono essere scomodi per gli adulti. Ma “buoni” libri per bambini e bambine dicono loro la verità ed in questo caso ci pensa proprio il bambino protagonista a dire la verità, la sua verità ovviamente, al fratello o alla sorella in arrivo. E gliela dice rispetto a tante cose della vita, ciò che ti viene chiesto di fare o di essere, le famiglie in cui si uniscono genitori di altre famiglie e poi nascono altri bambini a combinare le spiegazioni… insomma questo piccolo narratore non omette niente, parla chiaro, molto chiaro, è estremamente onesto con chi lo sta ascoltando da dentro la pancia.
Chiudo con un appunto sui risguardi che secondo me sono sempre rivelatori di tante cose… quando un libro sa narrare e aprire la narrazione e farla continuare sin dai risguardi e oltre i risguardi beh, diciamo che è un libro che con buona probabilità una marcia in più ce l’ha. In questo caso il riguardo di apertura è una linea del tempo fatta dal protagonista e che di lui ci dice tantissimo, della sua età, della sua percezione del tempo ed anche della percezione delle cose importanti da segnare sul calendario.

I risguardi finali invece rappresentano una medesima linea del tempo in cui il protagonista, sempre lui, scandisce il tempo di vita del fratellino: segna quando fa una cacca di un colore stranissimo, quando si è girato per la prima volta da solo, e anche quando ha pianto per due ore di fila…fino alla ultima bellissima annotazione che chiude davvero il libro e ci fa fisicamente chiudere la copertina “hai fatto il pisolino vicino a me”.

Insomma, non so se vi ho convinto ma dovete assolutamente venire a vedere questo libro, anche solo per scoprire come è fatto, come si può creare qualcosa di nuovo e potente su un terreno che più che battuto è quasi minato, ma è proprio qui che si vede la grandezza di un libro, di un’autrice, e questo è proprio un grande libro.