Storia di Babar il piccolo elefante
Basta dire il nome di Babar per evocare un’intero immaginario, forse potrei cavarmela con molto poco: basterebbe dare la notizia di una nuova edizione dei libri Babar, in questo caso da parte di Pulce, per aver già dato un’informazione contenente in sé anche tutta la sostanza di bellezza che implica. Ma siccome non possiamo, né io né voi cavarcela con così poco allora eccolo qui, questo post che avrei dovuto fare molto tempo fa, dedicato al libro che apre la straordinaria storia di Babar.
Storia di Babar il piccolo elefante è il libro di Jean de Brunhoff che battezza questo personaggio eccezionale e tutto il suo mondo, un libro pubblicato per la prima volta dalla casa editrice della famiglia dell’autore nel 1931 in un formato grande, mai visto prima, stampato in litografia, qualcuno individua in questa novità assoluta che Babar rappresenta nel panorama francese, e non solo, la nascita dell’albo illustrato. Ora, non so se sarei così netta sulla faccenda, non metterei due mani sul fuoco per sostenere che Babar è stato il libro libro a figure ma è certo che non solo ha segnato tutto ciò che è venuto dopo, ma che sicuramente ha aperto la strada e in qualche modo anche segnato la via al libro a figure nella cultura francese.
Lo so che state pensando: “che differenza fa se è francese, inglese, americano, ecc.?”
E invece no, la differenza la fa eccome perché ogni popolo ha un suo respiro culturale, una propria storia che segna le forme e i contenuti delle narrazioni… ma un giorno magari parleremo diffusamente di questo, ora torniamo al nostro Babar.
Dunque, Storia di Babar il piccolo elefante racconta il come Babar è diventato Babar ovvero il re del suo popolo della savana, vestito elegantemente alla moda come gli uomini di città. Pare che la storia abbia avuto origine oralmente dalle narrazioni di Celeste, moglie di Jean de Brunhoff (è da lei che prende il nome la moglie di Babar), che il marito poi abbia raccontato queste storie in 5 albi di grande formato e che poi abbia continuato l’eredità del padre il figlio il figlio Lauren a cui dobbiamo tutti i tantissimi altri libri di Babar. Insomma, per i Brunhoff abbiamo un padre e un figlio, come Dumas e il paragone non mi pare del tutto azzardato…
Insomma in questa piccola storia Babar ci appare come un piccolo elefante coccolato e cullato dalla sua mamma che viene però uccisa da un cacciatore e devo dire che le tavole in cui viene rappresentato il momento dell’uccisione della mamma di Babar mi hanno sempre colpita, chissà se oggi riusciremmo con tanta naturalezza e concretezza a mostrare una cosa tanto tragica.
Babar scappa e arriva ai confini di una città dove incontra l’anziana signora che si prenderà cura di lui e lo introdurrà alla vita sociale degli umani. Babar si compra vestiti eleganti, si istruisce, impara a condurre una conversazione tra gentiluomini ma non smette mai di pensare alla sua giungla.
Nemmeno i suoi cugini hanno smesso, nel tempo, di pensare a Babar se è vero, come è vero, che un giorno il piccolo elefante ormai cresciuto se li trova davanti in città e decide di partire con loro per tornare nella natura nel momento esatto in cui il re muore e lui può essere eletto nuovo re, insieme alla regina Celeste (la cugina con cui nel mentre del viaggio ha deciso di spostarsi).
Non so voi cosa ne pensiate di Babar, negli anni moltissime critiche sono state mosse al personaggio e alle sue storie, io quello che trovo più eccezionale di questa narrazione è, oltre naturalmente alla costruzione del personaggio di Babar, è il ritmo che prende la storia e che le successive manterranno simile: un ritmo rapidissimo. Tutto accade ad una velocità incredibile nella vita di Babar, tanto incredibile che sembra che a volte le cause e gli effetti si perdano un pochino per strada, ma in realtà credo che questa sia una precisa scelta narrativa che riproduce la velocità adatta a corrispondere ai desideri e anche ai processi immaginativi dei piccoli lettori e lettrici.
Proviamo a fare memoria della nostra infanzia o proviamo ad osservare i bambini e le bambine che abbiamo davanti, quanto rapidamente costruiscono le loro storie, con quanta velocità si evolvono e giungono alle conclusioni più incredibili?
Il successo di Babar e quindi del suo autore credo stia, almeno in parte – e non entro nella straordinarietà della illustrazioni – nell’esser riuscito a riprodurre i movimenti immaginativi e creativi dell’infanzia: l’assurdità di un elefante che si veste e si comporta da gentiluomo francese alla moda e che però è il miglior re per il popolo di animali, la concretezza estrema che arriva a risolvere ogni momento di passaggio, da come Babar reagisce alla morte della madre a come poi torna nella natura e si sposa e diventa re tutto nel medesimo momento. L’unione di animali e umani, un’unione tutt’altro che priva di contraddizioni ma tutte che sembrano ricomporsi nell’apparente semplicità del procedere delle storie. Non stupisce che Milne, l’autore di Winnie Puh, si sia innamorato di Babar e dell’insieme di narrazione e immagini, di animali e umani, tutto narrato con una lingua talmente semplice da risultare comprensibile ad un inglese che non conosceva il francese. A Milne si deve lo sbarco in inghilterra e nella cultura anglofona di Babar e a lui pure la prima traduzione nel 1933, molta acqua è passata sotto i ponti da quegli anni Trenta in cui il mondo si preparava ad incendiarsi di nuovo ma piano piano l’attenzione per l’infanzia e le sue narrazioni cresceva, e se qualche volta Babar nelle sue storie ha dimostrato i suoi anni, ad orecchie adulte, non credo che sia ancora capitato che possa invece deludere o creare perplessità ad orecchie bambine.
Essendo il Babar di Jean de Brunhoff (padre) ormai fuori dal diritto d’autore potete trovare le sue storie in varie edizioni, quella che ho io tra le mani oggi è di Pulce che ha avito la cura di introdurre il libro con le parole di Milne che potrete leggere prima del colophon, di lasciare il testo in maiuscolo per agevolare le prime letture autonome e ha fornito il libro anche di un qrcode per poter essere ascoltato in audio mentre si sfogliano le pagine.
Il fatto che continuino a nascere nuove edizioni di Babar mi pare un buon segno della sua salute, ci vuole ben altro che un secolo di brutta Storia per spazzar via uno come Babar che a buon diritto è diventato un classico della letteratura per l’infanzia e come tale lo trovate anche nel video che dedicai ai 10 albi illustrati imperdibili.