Bad Castro

Un nome come quello di Kevin Brooks inevitabilmente delle aspettative le crea, l’ultimo suo libro che avevo letto era La bestia dentro, edito nella stessa collana in cui ora esce questo suo nuovo romanzo, e la domanda è: riuscirà questo libro ad essere all’altezza dei precedenti?

Riuscirà a raggelarci e catturarci nella lettura a forza di colpi di scena e suspense per come andrà a finire?

Ecco, proviamo insieme ad entrare dentro Bad Castro di Kevin Brooks, appunto, edito da Giralangolo, con la traduzione di Benedetta Reale.

Bad Castro è innanzitutto un romanzo interessante per la sua ambientazione che gestisce l’intera storia e tempo narrativo in una singola notte. Una notte, due personaggi, una situazione estrema, una scoperta che cambierà tutto. Sembra una di quelle fascette che si mettono attorno ai libri per catturare l’attenzione del lettore o lettrice ma Bad Castro è proprio così e d’altra parte la scrittura di Brooke è costruita come una ragnatela pronta a catturare e fagocitare i malcapitati che decideranno di attraversare la soglia della copertina.

La notte in cui è ambientata la narrazione è una notte di guerriglia urbana nella periferia di Londra. Alcune bande rivali si alleano momentaneamente per sferrare un attacco alla polizia e questo attacco sembra (ma non lasciate convincervi così facilmente) essere scatenato dall’arresto di Bad Castro, un ragazzino piccolissimo, appena quattordici anni o giù di lì, che sembra essere diventato il capo di una delle bande che mettono a ferro e a fuoco la città per lotte di supremazia sul territorio per lo spaccio. Bad Castro viene arrestato ma la macchina della polizia in cui si trova viene attaccata, restano uccisi i due poliziotti sui sedili anteriori mentre si salva lei, Judy LA protagonista narratrice, che stava seduta sul sedile posteriore insieme a Bad Castro. I due si salveranno da questa notte, o almeno ci proveranno, insieme, in una serie di colpi di scena e situazioni talvolta paradossali in cui capiremo sempre meglio che è Castro a mettere in salvo Judy e che tra loro c’è qualcosa che noi non sappiamo e che non sa nemmeno la nostra Judy che racconta in prima persona.

La storia è piuttosto intricata, accadranno un mare di cose quella notte, tantissimi svelamenti, tutto cambierà di segno, i buoni sembreranno cattivi e viceversa e io certo non vi svelerà nulla di questo intreccio che merita di essere scoperto pagina dopo pagina. Ma quello che naturalmente ci interessa di più è capire come Brooks costruisce questo crescendo narrativo e come riuscirà a mescolare le carte tanto da farci dubitare di alcuni capi saldi etici, diciamo, tanto più che di mezzo ci sono le forze dell’ordine a cui il cittadino dovrebbe affidarsi con fiducia e in cui Judy crede ciecamente. Il libro si apre con il giuramento di Judy al corpo di polizia di Sua Maesta!

Sicuramente buonissima parte della riuscita tecnica di questa scrittura sta nella focalizzazione interna: la scelta di far raccontare in prima persona rallenta la scoperta delle cose da parte della protagonista e di conseguenza anche del lettore e lettrice. Questa focalizzazione unita ad un ritmo narrativo piuttosto concitato soprattutto in alcuni passaggi ci crea un effetto di stridio quasi fastidioso che ci porta a voler arrivare più velocemente alla risoluzione del caso: Judy con il suo narrare tiene rallentata la narrazione e la sintassi con il ritmo costruito la velocizza in diversi punti, in mezzo c’è il lettore o la lettrice che non molla manco mezza riga perché è lì imbrigliato tra i due tempi.

Un romanzo sul bene e sul male?

Può essere.

Un romanzo sulla relatività dei punti di vista?

Assolutamente sì

E di formazione?

Anche, ma anche un romanzo triller e giallo anche se volete.

Brooks è autore impegnativo sotto molti aspetti, non lascia certo che la sua scrittura venga presa da una unica definizione. La sua bravura tuttavia sta anche, secondo me, in questa capacità di restare sul filo del romanzo di genere che riesce a rendere incredibilmente semplice e avvincente la lettura e l’approccio a alla narrazione di per sè decisamente articolata e complessa.

Se siete abituati al Brooks di Buncker Diary o alla claustrofobia di La bestia dentro posso un pochino tranquillizarvi, qui starete un pochino più tranquilli, il romanzo è bello crudo, la focalizzazione interna spinge l’immedesimazione, d’accordo, ma abbiamo vissuto situazioni decisamente peggiori con Brooks e questo rende il romanzo probabilmente adatto anche ad un pubblico un po’ più ampio, e forse anche di età leggermente più piccola, di lettori e lettrici.

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner