Il ragazzo sbagliato
Io mi chiamo Desi. Scritto come si pronuncia, non Daisy. Non un diminutivo di qualcos’altro. Anche se a volte può sembrare.
Questo è l’incipit, anzi il pre-incipit, il prima dell’inizio del primo capitolo, di Un ragazzo sbagliato di Giada Borgatti e Cristiano Cavina edito da Bompiani, un romanzo in cui Dasi racconta in prima persona, a ritroso, l’anno in cui è andata in frantumi e si è trovata a ricostruire la propria identità pezzo per pezzo.
Rileggo queste poche righe iniziali adesso, con voi qui per voi, per scrivere questa recensione, e solo ora, a lettura conclusa e anche dopo giorni di sedimentazione della storia, mi rendo conto della programmaticità di queste righe. Ci sono libri in cui bisogna tornare all’inizio per rivederli tutti insieme, come se si trattasse di una foto di insieme di cui per un bel po’ ti sei messo ad osservare i dettagli e poi invece puoi allontanare lo sguardo e renderti conto che eri davanti ad un’immagine d’insieme.
Desi è al liceo, la sua vita sembra quella dei film per teenager, ricca (molto ricca) con amica del cuore altrettanto ricca e molto bella, spensierate e apparentemente felici fino a quando… per la serie anche i ricchi piangono, il fratello di Desi ha un gravissimo incidente in moto e la migliore amica non si fa sentire più nemmeno con un messaggio, nemmeno quando ritorneranno a scuola dopo le vacanze estive, sedute in banco vicine ricominceranno a parlarsi. Insomma il mondo di Desi va in frantumi e lei, nel lasciarsi andare, si aggrappa alle fantasie legate ad un nuovo compagno di classe che sostanzialmente la scuola la salta invece che frequentarla. Desi riuscirà ad avvicinarsi a questo ragazzo che sembra proprio il modello del bel tenebroso e che invece proprio tale non è ma si rivela essere molto meglio, e nel frattempo si allontanerà dai suoi vecchi amici, l’amica del cuore (con cui arriverà una finale resa dei conti) ma anche un compagno di classe lei ignora in maniera ostentata…
Ora, capiamoci, ho maciullato e sfrangiato la trama in maniera obbrobriosa e vi chiedo scusa, non andrò oltre nello scempio e mi fermerò qui per invece provare a dire qualcosa di più su questo libro che è un perfetto romanzo per ragazzi e ragazze alle prese con il riconoscimenti di se stessi… un romanzo di formazione certo, anche un romanzo familiare se volete, e forse soprattutto un romanzo d’amore in cui si sente pulsare l’incertezza e la forza che a quell’età contraddittoriamente spingono l’anima di Desi. La focalizzazione interna, la prima persona, è sempre molto efficace in questi tipi di narrazioni così come la costruzione a ritroso che ci permette la relativa tranquillità di sapere che Desi in qualche modo ne è venuta fuori se è qui a raccontare.
Ma cosa ci racconta Desi?
Non certo la trama del libro, e forse nemmeno i suoi intrecci, Desi racconta di quando ha scoperto, davvero, che il suo nome non è il diminutivo di qualcos’altro, che lei non è il diminutivo o l’elemento accostato a qualcos’altro o a qualcun altro, il fratello, l’amica, la famiglia ecc. Desi inizia a fare i conti con se stessa, purtroppo le tocca farli da sola, i suoi punti di riferimento sono saltati contemporaneamente nell’estate che forse ricorderà come la più brutta della sua vita. Ma forse tutti devono scoprirsi da soli, poco a poco, procedendo per tentativi ed errori. E l’errore macroscopico che prende è proprio quello di scegliere il ragazzo sbagliato, la sua prima sperimentazione amorosa si rivelerà essere fallace, un fuoco di paglia, pensava fosse amore e invece era un calesse, come proclamava un vecchio film…
Difficile tuttavia capire chi sia il ragazzo sbagliato del titolo che gioca sui pregiudizi legati al ipotetico bello e dannato, sul suo rivelarsi diverso ed anche sui sentimenti di Desi che prendono una strada diversa con un colpo di scena che non vi svelerà mai nemmeno sotto tortura, sul punto di vista di questa famiglia borghese ricchissima che insomma qualche pretesa rispetto alle scelte della famiglia ce le ha.
Insomma, leggete il romanzo e poi ditemi chi è secondo voi il ragazzo sbagliato del titolo, una cosa è certa: Desi è la ragazza giusta, perché lei è così come si scopre di essere, in risalita dopo aver toccato il fondo, o quello che a lei sembra essere il fondo, soprattutto nelle relazioni con la famiglia e gli amici.
Leggendolo risentirete la vostra anima da adolescente respirare, riprendere fiato, ricordare cosa si era e cosa si provava, e chi lo leggerà avendo invece l’età di Desi e degli altri protagonisti di questa storia invece avrà forse uno specchio in cui ritrovare almeno in parte se stesso/a anche solo in alcuni dettagli emotivi.
Io mi chiamo Desi. Scritto come si pronuncia, non Daisy. Non un diminutivo di qualcos’altro. Anche se a volte può sembrare.