Nella caverna, il perturbante: La Reina en la Cueva

Questo post è scritto da Elena Poletti, in collaborazione col suo blog Immaginarie, che cura la rubrica “Libri in lingua” in uscita il primo sabato del mese.

Care Teste fiorite,

oggi sono felice di essere qui con la nostra rubrica per raccontarvi di un’opera molto interessante non ancora pubblicata in italiano. Si tratta di un albo scritto ed illustrato da Júlia Sardà Portabella, illustratrice e autrice catalana di grande talento e di fama internazionale. In Italia sono già approdati vari libri illustrati da lei, tra cui l’edizione di Mary Poppins uscita da Rizzoli nel 2016, La famiglia Lista di Kyo Maclear e Mary la ragazza che creò Frankenstein di Linda Bailey, tutti editi da Rizzoli.

L’albo di cui vi parlo oggi è uscito prima in inglese, con il titolo The Queen in the Cave (Walker Books) nel 2021, poi in spagnolo e in francese. Questa che vedete in foto è l’edizione in spagnolo (Blackie Books) del 2022, dal titolo La Reina en la Cueva.

Sardà si addentra nel territorio del fantastico e nel genere del coming of age in questo libro dal fascino magnetico, che si presta a diversi livelli di lettura. 

È un’avventura verso l’ignoto che ha per protagoniste tre sorelle – Franca, Carmela e Tomasina.
Un’avventura necessaria – Franca, la sorella maggiore, ne sente il richiamo fin dalle primissime pagine del libro, subito dopo il risguardo e prima del titolo. La bambina avverte una sensazione strana, e noi vediamo una mano misteriosa che le tocca la spalla.  Una sensazione difficile da spiegare alle sorelle minori, che però per spirito di emulazione sono pronte a fingere di sentirsi anche loro allo stesso modo. E che accettano la proposta di Franca di partire per una missione esplorativa, alla ricerca di una regina apparsa a Franca in sogno, una regina che vive in una caverna in una valle oltre il loro giardino.

La cancellata di casa, da scavalcare in segreto, diventa, così, un portale che apre alle sorelle la strada verso un mondo sconosciuto. 

Carmela e Tomasina sono intimorite mentre attraversano scenari che da familiari si fanno sempre più oscuri. È l’entusiasmo di Franca a guidarle oltre, fino ad immergersi in una selva di creature fantastiche. È lei a segnare il passo, a inventare le regole e a rassicurare le più piccole in un paesaggio che di rassicurante ha ben poco, ma ha molto di meraviglioso nel senso dell’Alice di Lewis Carroll.

Le sorelle si rimpiccioliscono e si uniscono ad una serie di creature fantastiche dai tratti talora metamorfici: chiocciole dal volto di coniglio, una nonna Ragno che serve loro il tè, un regno di formiche, un solenne funerale di topi con luci, musica e canti. Alcune creature sembrano amichevoli, altre ostili, e agli animali si mescolano altri personaggi inquietanti, come la loro antipatica vicina di casa che, qui, assume caratteri grotteschi, mostruosi. 

Nessun personaggio viene approfondito in modo particolare, le sorelle sembrano attraversare turbinosamente questi luoghi, senza sosta. Dopo molto camminare e correre, le sorelle, finalmente, raggiungono un luogo che Franca riconosce: è la caverna del suo sogno.

E qui conosceranno la regina, che altri non è se non un alter ego di Franca stessa: una sua versione selvatica, un suo riflesso diverso, libero e disinibito con il quale la bambina inizia a danzare, giocare, scatenarsi di fronte allo sguardo preoccupato delle sorelle. Che vorrebbero tornare a casa, mentre Franca vuole rimanere.  Rispetto alla struttura di fiabe e storie d’avventura tradizionali, qui assistiamo ad un twist.

L’unità del gruppo delle protagoniste sembra spezzarsi, le loro strade rischiano di separarsi, o almeno è quello che siamo portati a credere per un po’. La scena finale – che può essere interpretata in modi diversi – in parte sembra rassicurarci, in parte ci lascia con il fiato sospeso ed una sensazione di inquietudine.

L’interpretazione prevalente, suggerita dall’autrice stessa, è quella di una potente metafora della crescita. Una narrazione che allude al delicato passaggio tra la fine dell’infanzia e l’inizio dell’adolescenza, di cui Franca sarebbe protagonista. Sfiorata da un’inquietudine che non sa spiegare, sospinta da forze sconosciute alla ricerca di una sé stessa nuova, forse più spinosa ma più autentica, la sorella maggiore è quella che si affaccia in prima persona oltre questa barriera invisibile.  L’impressione del distacco, della separazione dalla sorella bambina, comprensibilmente lascia un senso di smarrimento in Carmela e Tomasina, che avvertono – l’una più nettamente dell’altra – il richiamo del ritorno ai confini, alla realtà conosciuta, via da questo mondo buio e ibrido. 

Il legame tra sorelle, sembra rassicurarci l’autrice, resisterà, evolvendosi, al cambiamento, a questo tuffo nell’ignoto che però è ineluttabile, non si può fermare. 

Una storia che si dipana nel segno del perturbante, con un impianto visivo ricco di simbolismo e complesso che si svela gradualmente nei suoi dettagli ad ogni sguardo, ad ogni lettura. 

Sardà, J. (2022). La Reina en la Cueva. Blackie Books. Traduzione di Rebeca González Izquierdo.

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