L’anatra, la morte e il tulipano

Vi vengono in mente dei libri che ogni volta che li leggete riescono a stupirvi?

Io rivivo l’effetto stupore e meraviglia ogni volta che leggo L’anatra, la morte e il tulipano di Wolf Erlbruch edito da Edizioni E/O.

Sarebbe decisamente riduttivo raccontare questo incredibile albo illustrato come un libro sulla morte, è vero, uno dei due protagonisti è la morte, e lo sappiamo sin dal titolo; è vero, l’intero dialogo e scambio tra i due personaggi dell’anatra e la morte ruota attorno alla morte, ma non credo sia questo, o almeno non credo sia “solo” quello. L’anatra, la morte e il tulipano è un libro sulla vita, non sulla morte, su cosa c’è nella vita e che non ci sarà più dopo la morte, sulle credenze sulla morte che ci si fa da vivi

“Certe anatre dicono anche che nelle viscere della terra c’è l’inferno, dove si finisce arrostite se non ci si è comportate da brave anatre.”

“É sorprendente ciò che vi raccontate voi anatre. La verità è che non lo sa nessuno”.

“Nemmeno tu lo sai!” strepitò l’anatra.

La Morte si limitò a guardarla.

Insieme alla Morte l’anatra sperimenta cose che non aveva mai provato prima e no, non sto parlando di quella brutta sensazione di sentirsi osservata con cui si apre il libro. Sto parlando del legame affettivo che si crea tra le due e che sarà forse ad un certo punto rappresentato iconograficamente dal tulipano che ci aspettiamo sin dal titolo (ma questa è sol una delle tantissime interpretazioni dell’iconografia studiatissima di questo albo); dell’esercizio del pensiero che l’anatra probabilmente non ha mai sperimentato così a fondo e con così tanta soddisfazione come da quando la Morte è con lei.

La centralità dei due protagonisti è assoluta, non c’è mai sfondo nelle tavole, compare qualche elemento naturale quando è davvero funzionale alla narrazione: lo stagno in cui fanno il bagno insieme, l’albero su cui si arrampicano insieme, il corvo che vedono dall’albero, il fiume…

L’anatra, la morte e il tulipano è un albo illustrato di una delicatezza incredibile, un esempio perfetto e raro di quanto testo e immagine possano dialogare tra loro con una efficacia straordinaria. Una limatura estrema tanto delle parole quanto delle immagini, non credo si potrebbe trovare in questo albo un’unica virgola o dettaglio iconografico che non sia assolutamente necessario ai fini della riuscita del testo nel suo complesso.

Abbiamo tra le mani un libro con cui possiamo “fare” moltissime cose: leggerlo e basta, aprire dibattiti senza fine sul suo contenuto a partire da una lettura letterale, andare a ricercare tutti i riferimenti culturali nascosti dietro ogni passaggio, studiare le posture dei due protagonisti, i vestiti della morte, le espressioni dell’anatra. Insomma potremmo stare giorni su un libro come questo e la cosa ancora più sorprendente è che possiamo farlo a moltissime età diverse perché Erlbruch riesce a dire qualcosa a bambini e bambine anche di 3-4 anni così come a bambini e bambine più grandi, ragazzi e ragazze e adulti di ogni età.

Un classico? Sì credo che L’anatra, la morte e il tulipano se lo meriti proprio questo appellativo, naturalmente nel suo senso più ampio e positivo del termine, L’anatra, la morte e il tulipano è un libro che può trovare il suo lettore e lettrice in tempi e luoghi e età diverse, un libro che non invecchia e spero non invecchierà mai perché la sua narrazione è talmente metaforica e delicata da renderlo universale, in qualche modo. Erlbruch è autore eccezionale per tantissimi motivi non ultimo la capacità di creare narrazioni legate a temi esistenziali complessissimi con una delicatezza ineguagliabile, pensate anche a La grande domanda, che è proprio sul mistero della vita, del perché si viene al mondo e si esiste; o a La signora Meyer e il merlo sul senso stesso del vivere la vita ogni giorno o ancora Il miracolo degli orsi sulla riproduzione e la necessità di reiterare la vita.

La seguì a lungo con lo sguardo.

Quando la perse di vista, la Morte quasi si rattristò.

Ma così era la vita.

L’albo sembra chiudersi qui e invece no, girate pagina e troverete una tavola che vi aprirà nuovi interrogativi interpretativi sull’intero senso del libro, un libro che in qualche modo è destinato a non esaurirsi mai a ma rinascere ad ogni lettura e con ogni lettore… e non è così per tutti i grandi libri?

Segnalo il video dedicato ai libri per raccontare la morte che potrebbe forse interessarvi.

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