Ritorno in Giappone

Questo post è scritto da Elena Poletti, in collaborazione col suo blog Immaginarie, che cura la rubrica “Libri in lingua” in uscita il primo sabato del mese.

Quando una parte importante dei tuoi affetti vive lontano, qualche volta l’estate diventa quel momento speciale in cui puoi finalmente attraversare quel mare, o il tuo paese per intero, oppure prendere quel volo che ti porterà da loro.

Kyo Maclear (che personalmente ho amato dopo aver incontrato Virginia Wolf) e Gracey Zhang ci raccontano uno di questi viaggi attraverso lo sguardo di una bambina che torna, probabilmente una volta all’anno, in Giappone a trovare la nonna, le zie e le cuginette.

The Big Bath House inizia, dalla pagina del titolo, con il lungo viaggio che la protagonista affronta, in aereo. Ma appena messo piede in casa della Baachan, la nonna, tutta la fatica viene dimenticata mentre la piccola viene avvolta dalle braccia della nonna e da colori, rumori, voci che risultano subito familiari nonostante la distanza e le barriere linguistiche. 

La bambina, lo intuiamo, non parla fluentemente giapponese, ma con la nonna, le vivaci zie ‘piene di grandi storie e borse ancora più grandi’ e le cuginette qualcosa scatta in automatico e riescono lo stesso a capirsi. 

Un rituale molto amato dalla nostra protagonista è proprio quello della Big Bath House, il bagno pubblico che visita insieme al suo clan femminile: un luogo collettivo eppure intimo, che sprigiona bellezza e luce, dove ci si può prendere cura del corpo mentre si gioca con le cugine e si chiacchiera con le zie. 

Dopo essersi insaponate a vicenda, ecco il momento di immergersi nella grande vasca di acqua calda. Qui tutti i corpi sono a loro agio e assaporano la piacevolezza del bagno: da quelli delle bambine a quelli rugosi e antichi delle donne anziane, da quelli asciutti a quelli formosi. 

E dopo il bagno, è ancora tempo di coccole e relax mentre le numerose donne della famiglia aiutano le bambine ad asciugarsi, per poi godersi un gelato nella veranda della Bath House e tornare a casa, fresche e leggere, attraversando il quartiere nella brezza della sera, tra le finestre illuminate delle case. 

Tutta questa esperienza viene narrata – in un testo in rima – al futuro, come se la bambina stesse aspettando di partire e pregustando, con nostalgia mista ad anticipazione, ciò che succederà, il rituale che si ripeterà uguale a se stesso.

Kyo Maclear ha catturato e conservato in un bellissimo barattolo un ricordo della propria infanzia, che condivide con noi in queste pagine lievi e gioiose. Pagine che ci parlano, senza didascalismi, di relazioni intergenerazionali che nutrono e arricchiscono anche dove manca una vera e propria lingua comune, di cura, di piacevole intimità, di body positivity intesa come il saper stare con naturalezza nel proprio corpo e in mezzo a tanti corpi, tutti diversi tra loro, ognuno con la sua storia. E anche del saper vivere a cavallo di più identità e più appartenenze, mantenendo vivo un legame e un equilibrio tra pezzi di vita (e di cuore) che coesistono anche con un oceano nel mezzo.

Immagine Cinque
Maclear, K., Zhang, G. (2021). The Big Bath House, Random House

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