Vi presento Katie Morag

Questo post è scritto da Elena Poletti, in collaborazione col suo blog Immaginarie, che cura la rubrica “Libri in lingua” in uscita il primo sabato del mese.

Care Teste Fiorite, sono felice di essere di nuovo con voi per presentarvi, questa volta, un personaggio che ho incontrato qualche anno fa e che potrebbe diventare tra i vostri preferiti. 

Salpiamo per l’immaginaria isola di Struay, al largo della costa occidentale della Scozia. 

Qui vive Katie Morag McColl, protagonista della fortunata serie di storie illustrate ad acquarello che nasce dalla penna e dal pennello di Mairi Hedderwick.

I singoli episodi, godibili anche in ordine sparso, sono disponibili sia separatamente (anche in edizione economica) sia in svariate raccolte. 

La sua popolarità, iniziata negli anni ’80, è notevole nel Regno Unito anche grazie alla serie TV successivamente dedicata a questa vivace bambina dai capelli rossi.

La raccolta che vedete nelle foto, contiene circa 15 storie, a cui si aggiungono utili extra, come la mappa di Struay e l’albero genealogico della famiglia McColl.

Appena aperto il libro, o appena scesi dal traghetto, le illustrazioni di Mairi Hedderwick vi trasporteranno in pochi secondi nei paesaggi umidi e affascinanti delle isole Ebridi. 

Mare e cielo infiniti che si fondono all’orizzonte, pecore, distese di prati, scogliere, pecore, casette sparse qua e là, capre, pecore e ancora pecore. Personalmente, una gioia per gli occhi.

Ai toni freddi e rilassanti del paesaggio fanno da contrappasso quelli caldi e ricchi di dettagli degli interni, che ricreano atmosfere piacevolmente messy, accoglienti e familiari. Sicuramente il disordine della cameretta di Katie è molto realistico.

Ma ancora più accoglienti nei loro tratti di realismo sono i personaggi. Katie Morag è una bambina a cui è facile affezionarsi, con il suo carattere frizzante ma empatico, la sua energia, la sua massa di capelli rossi e il suo abbigliamento – divisa quasi sempre uguale, come quello di Charlie Brown – maglione delle isole, gonna a quadretti e stivaletti di gomma.

Intorno a lei troviamo dei genitori imperfetti, indaffarati, affettuosi, a tratti un filino esausti. Molto umani, nel complesso. Poi c’è un fratellino piccolo e paffuto, Liam, noiosetto e adorabile come tanti fratelli, a cui si aggiunge ad un certo punto una sorellina neonata, Flora, altrettanto paffuta.

Uno spazio speciale nel cuore e nelle avventure di Katie Morag lo occupano le dicotomiche e favolose nonne. Abbiamo la strepitosa Granny Island, la nonna-dell’isola perennemente in salopette che la porta in trattore, profondamente complice e punto fermo al contempo. E poi la fascinosa Granny Mainland, la nonna-della-terraferma che arriva di tanto in tanto in visita in una nube di charme. Ci sono anche uno zio eremita e cinque cugini di varie dimensioni, tendenzialmente pestiferi.

Ma cosa fa, insomma, questa Katie Morag, cosa succede nelle sue storie?

Tutto e niente, ed è questo il bello. È una bambina che vive un’infanzia praticamente idilliaca, e forse per questo e per un effetto nostalgia questi libri possono esercitare una forte attrazione su lettori e lettrici adulti. È una bambina a cui viene lasciata una grandissima autonomia, il che si traduce in libertà di spostarsi, di girare, di giocare all’aperto. L’isola è molto piccola, tutti si conoscono, persino le pecore sanno i fatti tuoi, e il limite geografico diventa, all’opposto, una quasi totale assenza di limiti all’indipendenza dei bambini, proprio perché c’è una rete sociale a maglie strette.

Le avventure di Katie Morag si snodano con leggerezza raccontando la quotidianità: piccoli guai, piccole scoperte, piccoli cambiamenti vissuti ad un ritmo lento davvero invidiabile, quel ritmo che molti di noi vorrebbero dare in dono ai loro bambini e bambine e non ci riescono.

Che si tratti di aiutare la mamma a consegnare la posta o la nonna a fare vincere alla sua pecora un concorso, di raccogliere tesori sulla spiaggia dopo una tempesta o di esplorare un castello diroccato coi cugini, ogni episodio è un’avventura, è qualcosa di nuovo in cui tuffarsi a capofitto. 

Con quella densità nel sentire e quell’intensità nel fare che difficilmente ritroviamo dopo l’infanzia e che forse cerchiamo, dopo, per tutta la vita.

In questa raccolta, le storie di cui è protagonista Katie sono intervallate da quelle che racconta la nonna dell’isola: storie della sua infanzia, dell’isola, popolari che vanno a rendere più tridimensionale l’immaginario di lettrici e lettori in visita all’isola di Struay.

Hedderwick, M.(2014). The Katie Morag Treasury. Bodley Head

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