Come fa Babbo Natale a passare dal camino?
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“Come fa Babbo Natale a passare dal camino?”
Età: 3-7 anni
Pagine: 32
Formato:
Anno: 2023
Editore: Terre di Mezzo
Autore: Mac Barnett
Illustratore: Jon Klassen
Oggi in cartella… un cambio di programma.
In questi giorni in classe stiamo leggendo molto, anche se non quanto vorrei. Per questi giorni che precedono le vacanze di Natale avevo scelto un bell’albo illustrato. Poi però il mio cuore bambino è stato rapito da un albo illustrato nuovo nuovo:
“Come fa Babbo Natale a passare dal camino?”

Al di là che sia una novità fresca fresca di stampa, e già ciò può incuriosire, la ragione principale per cui ho scelto questo libro è la sua autenticità, l’essenza del credere in Babbo Natale. Non è un libro per bambini. O meglio, non è un libro per soli bambini. Questo è un libro per chi, non importa se grande o piccolo, crede in Babbo Natale, in tutto ciò che è, in tutto ciò che rappresenta, in tutto ciò che potrà essere.
Unico nel suo genere. Diretto, sincero, spassoso. Illustrazioni meravigliose.


Breve descrizione del clima-classe:
«rigido all’esterno, bollente all’interno».
“Oggi c’è palestra? Oggi c’è palestra? Oggi c’è palestra?”
Bambini elettrici. Incontenibili. Agitati.
Sono solo alcuni degli aggettivi per descriverli, o almeno rendere l’idea.
D’altronde, le vacanze sono alle porte, la stanchezza della prima parte dell’anno inizia a farsi sentire.
In situazioni come questa c’è un’unica “soluzione”… una bella e buona lettura.
L’effetto è immediato.
Non capisco come faccio ogni volta a scordarmelo. Probabilmente se leggessi storie tutto il giorno ogni problema sarebbe risolto. Posso addirittura leggere sottovoce che tutti riescono a sentirmi.
Prendo il libro.
Mi siedo sulla cattedra
[sì, lo so, lo so, non si fa]
Lo tengo in mano, frontale, aspetto.
Titolo bianco, su sfondo nero. In stampatello.
Alta leggibilità.
Infatti inizio subito a sentire gli occhi puntati e sillabe nell’aria…
CO – ME… COME
FA… FA
BAB – BO… BABBO
NA – TA – LE… NATALE!
A
…
PASSARE
[Qui qualcuno ha letto, qualcuno ha intuito, per cui, qualcuno ha letto passare, qualcuno scendere, qualcuno entrare]
DAL
CA – MI – NO… CAMINO?
[Quanto è affascinante il meccanismo della lettura!]
In una frazione di secondo uno, due, tre, dieci mani alzate:
[Commenti pre-lettura, in risposta alla “tacita” domanda, nonché titolo del libro: “Come fa Babbo Natale a passare dal camino?”]“Allora, ti spiego, se hai una terrazza di solito parcheggia lì le renne e poi lui scende”
“Se però non hai la terrazza, sai come fa? Dalla finestra socchiusa lancia dentro i regali come palle da bowling.. così (e mima) hop.. hop… hop”
“Io una volta ho sentito le renne di sopra e anche il loro verso tipo un MUUUU”
“È Rudolph con il suo naso che riesce ad aprire porte e finestre o dà indicazioni a Babbo di dove andare”
“Gli elfi verdi costruiscono i giochi. Quelli rossi li confezionano, lo sapevi?”
“Ma come fa Babbo Natale a passare dal camino?”
“Beh, è Babbo Natale, per forza che ci riesce, è magico”
“Va dentro al camino, certo, si sporca un po’ i vestiti di nero, di quella polverina che c’è nel camino”
“Ci entra dritto, prima una gamba e poi l’altra”
“In realtà, il più delle volte entra dalla porta, te lo dico io”
Inizio a leggere:
Come fa Babbo Natale a passare dal camino?
Come ci riesce?
Come funziona?
Si strizza nella cintura?
O diventa piccolo come un topolino?
Oppure si allunga come una gomma da masticare e si infila una gamba per volta?
…
Continua così, seguendo il flusso delle ipotesi, sino ad un finale davvero inaspettato, e che ho apprezzato moltissimo. E che non svelerò certo qua.
Un libro che in chiusura non chiude, ma apre. Adoro i libri così.
È come quando mangi un cioccolatino, buonissimo, e lo gusti fino alla fine e, quando arrivi davvero alla fine, pur essendo finito, ti lascia quel buon sapore in bocca e continui a fantasticare…
Commenti a caldo
“Che bello! Che bello! Lo leggi di nuovo?”
“Io ho un cane”
“Io ho due gatti, per questo non facciamo l’albero”
“Ma qual era Rudolph tra le renne?”
“Maestra sai che io una volta Babbo Natale l’ho abbracciato?”
“Maestra, non ti posso dire cosa ho chiesto a Babbo Natale. Anzi, vuoi che te lo dica? Ma è un segreto. Avrei chiesto che la Vigilia di Natale nevicasse”
A seguire, l’attesissima palestra con giochi a tema.
Dopo il riscaldamento, con i ritmi associati ai movimenti per allenare gli schemi motori di base, un percorso simbolico dove non sono servite grandi spiegazioni.
Prendo i mattoni colorati e li poso sul pavimento, lievemente distanziati l’uno dall’altro.
“Chiara, sono i comignoli scommetto”
Poi una panchina in legno
“E questo è il tetto, vero?”
Poi un cerchio
“Il caminoooo…. E saltiamo dentro”
Delle corde tese
“Quello è l’interno della casa con i mobili, l’albero e i vari oggetti”
Infine, un altro cerchio
“E quella è sicuramente l’uscita”
Ciascun bambino trasformato in Babbo Natale saliva e scendeva di casa in casa.
Dopo il percorso strutturato, il momento del gioco libero.
La cosa divertente? In molti hanno riprodotto autonomamente lo stesso gioco, organizzandosi nel rispetto del turno e dei ruoli. Interessanti dinamiche da osservare.


Il giorno seguente in classe abbiamo realizzato un piccolo libro personalizzato in cui ciascun bambino disegnava le proprie ipotesi riguardo la domanda cruciale “Come fa Babbo Natale a passare dal camino”.







Concludendo
“Come fa a passare Babbo Natale dal camino?”, credo sia un ottimo quesito per soffermarsi a ragionare sulle cose importanti della vita perché in questo libro c’è tutto! Ed ogni età, ogni momento, ha le sue questioni urgenti. Cogliere questi quesiti, soffermarsi a pensare e poi dedicare del tempo per parlarne insieme è indispensabile.
Che altro aggiungere se non…

Oh oh oh
Buon Natale!
