Storie brevi
Dunque partiamo da una dichiarazione iniziale che mi pare onesto e doveroso fare: adoro le storie brevi, sono assolutamente di parte su questo punto e dopo proverò anche a spiegarne il motivo.
Detto questo è con occhio critico che provo a proporvi oggi Storie brevi di Silvia Borando edito da Minibombo.
Storie piccole raccoglie 12 storie con protagonisti animali, tutte della durata di 2 o 3 doppie pagine, un testo rapidissimo ed una chiusa inattesa e quasi, a volte, caustica, di quelle che ormai, dopo 10 anni di libri, possiamo dire “alla Minibombo”.

Dunque storie minime, o più che minime dense, in cui succedono cose, talvolta piccole talaltra no, caratterizzate da un elemento in comune che vorrei sintetizzare, con un po’ di ironia, così: la vicinanza della FINE.
La fine della storia, innanzitutto, sempre scandita dal testo in maiuscolo di colore diverso che richiama l’attenzione proprio sull’elemento conclusivo della storia, ma anche la fine, a volte, di uno dei protagonisti…. e non aggiungo altro…
Dunque, fuori dal gioco di parole, l’elemento essenziale attorno al quale ruota l’intero testo, ed ogni singola micro-narrazione è il tempo, o meglio il ritmo con cui si muove la storia. Ad una prima doppia pagina in cui ci viene di fatto dato il contesto, segue una doppia tavola in cui quel contesto risulta modificato da una variazione rapidissima e significativa del dato di partenza. Nel caso di qualche storia questo movimento a 2 tempi si allunga un pochino in un movimento a 3 tempi ma la sostanza resta quella della rapidità che diventa di per sé motore e senso del ritmo narrativo.

Si tratta di un tempo che ovviamente è accompagnato alla perfezione dalle immagini e dalla scelta del linguaggio, della costruzione sintattica ecc. e che di fatto si basa sui principi di comicità del tempo comico. I tempi comici sono di diversi tipi, alcuni giocano sulla rapidità, altri sulla lunghezza, altri ancora su altri elementi, qui il tempo comico con cui giocano le storie è, evidentemente, quello della rapidità, la capacità di arrivare esattamente al climax di un processo in evoluzione senza raccontare, sta al lettore se vuole immaginarlo, cosa è accaduto prima e cosa avverrà dopo… ammesso che un dopo si possa immaginare…
Come si fa a gestire un tempo comico del genere in un libro?
Come si fa a far sì che la scrittura e l’illustrazione riescano a rendere la rapidità dei passaggi narrativi?
La risposta credo che sia, soprattutto in questo caso, con il giro pagina.
L’effetto di attesa rapidamente risolta spesso in maniera disattesa e disdicevole, che nel teatro viene gestito dalla voce e dalla prossemica, nel libro è scandito dal tempo dal giro-pagina.

Sembra facile a farsi ma vi assicuro che i libri che ci riescono sono pochissimi, Minibombo ne ha fatto, direi, una cifra stilistica e poetica. Tra i grandi capolavori che credo siano modello di questo tipo di letteratura comica, per altro in formato libro a figure, metterei innanzitutto le storie di George e Martha di Marshall.
Adoro le storie brevi soprattutto perché solitamente necessitano una limatura e pulizia di testo immagine, tempi narrativi ecc. che garantiscono una qualità letteraria abbastanza alta. La brevità, che si porta dietro di solito una sintassi paratattica, una scrittura breve e un’illustrazione particolarmente chiara, comporta anche una facilità di lettura del libro che può avvicinarsi ad ogni lettore e lettrice regalando momenti di divertimento e di esposizione a piccole prove di grande narrazione.
p.s. occhio alla storia finale….