The real story

Now it’s the time.

The time to tell you the story, the real story about…

The real story about how a real story became a story.

Aspettate un attimo… cambio lingua… Eccomi! Il libro che vi racconto oggi è un asso nella manica, una meraviglia che speriamo uscirà prima o poi anche in Italia ma che intanto vi suggerisco di cercare anche in lingua orginale perché ne vale assolutamente la pena!

Lui , il libro, è The real story, di Sergio Ruzzier edito da Abrams Appleseed e, apparentemente, racconta la storia di come a casa di Gatto e Topo siano finiti i biscotti che erano nel barattolo di vetro sul tavolo e come esso sia anche andato in frantumi.

Questa la storia che apparentemente il libro racconta e dico apparentemente perché il nucleo della storia in realtà sta non nella real story, ovvero nella verità che Topo deve rivelare a Gatto, ma nelle storie inventate (qualcuno le chiamerebbe bugie) che cerca di propinargli per non dirgli la vera storia… Topo dunque racconta 4 storie, perfettamente scandite nel tempo narrativo dal ritmo delle illustrazioni, una ovviamente più assurda dell’altra, a cui, naturalmente, Gatto non crede. Quando finalmente, nel senso proprio letterale della fine, Topo si decide a dire the real story ecco che però tutta l’attesa e il divertimento svaniscono, i sospetti di Gatto si rivelano fondati (è stato Topo a mangiare e rompere il barattolo e lo sapevamo tutti sin dall’inizio della storia) ma questo non gli provoca nessun piacere…

E allora arriviamo alla vera storia, questa sì davvero vera, che questo libro racconta: le storie vere sono noiose, si esauriscono rapidamente, le storie inventate lasciano immaginare, ipotizzare, fantasticare… Insomma quanto vale di più una storia inventata di una storia vera?

Va da sé che se la questione la prendessimo da un punto di vista pedagogico potremmo trovare risposte diversa, ma qui, fortunatamente, siamo nell’ambito della letteratura e non della pedagogia e nell’arte di narrare storie l’invenzione vale senz’altro di più della realtà. O forse potremmo anche pensare che la realtà può essere raccontata in vari modi, più o meno noiosi… dopotutto in tutte le storie che Topo racconta la conclusione porta al fatto, incontrovertibile, che il barattolo si è rotto e i biscotti sono finiti.

The real story è un libro, come Stupido libro prima di lui ed altri ancora di Ruzzier, dalla fortissima valenza metanarrativa in cui il valore della narrazione è dato dalla narrazione stessa. E’ una storia sulle storie, ed anche una libro sulla verità delle storie in cui quelle più vere risultano essere quelle non vere.

Una storia che produce, come si spera sempre che accada, anche un mutamento nel personaggio più rigido e concreto della coppia: Gatto, che insistentemente chiede a Topo the real story su quello che è accaduto, alla fine si arrende alla bellezza delle unreal stories, non in contrapposizione ma in opposizione alla real story.

Non siamo nel campo del vero e del falso, della verità o della bugia, siamo nel campo della realtà e della finzione, dell’irrealtà che ci porta in un mondo altro logicamente ordinato ma non nel senso ordianrio del termine.

Insomma The real story è una meraviglia adatta anche ai piccoli lettori e lettrici che coglieranno il divertimento delle storie di Topo e della storia nel suo complesso lasciando che poi altri livelli interpretativi si facciano pian piano strada in altri livelli di consapevolezza in quel luogo in cui le storie si accumulano dentro di noi per modificarci come lettori di finzione ma soprattutto come abitanti del mondo reale.

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