Will ti presento Will

Care teste fiorite,

oggi vi racconto un romanzo bellissimo, di quelli proprio imperdibili, non si tratta di una novità visto che l’edizione originale è del 2010 ma di una riedizione datata 2023 da parte di Rizzoli…

Lui, il libro di oggi è Will ti presento Will e loro, gli autori eccezionali, sono John Green e David Levithan, l’edizione è, come detto, Rizzoli con la traduzione di Fabio Paracchini.

Difficile raccontare in poche parole la trama e del libro e d’altra parte sapete che la questione della trama mi interessa ben poco, vi basti sapere che qui si intrecciano le vite di 4 personaggi due dei quali di nome Will Grayson… in mezzo un mastodontico Tiny Cooper che domina la narrazione e che fa da trait-d’union tra i due Will, le loro vite e tutto ciò che ne ruota attorno. L’intreccio è piuttosto complesso, il che costituisce uno dei tratti caratteristici di questo romanzo, e ve lo lascio scoprire dirò solo che se pensate che il caso non esista forse dopo aver letto questo romanzo potreste ricredervi.

Allora cosa vi racconto di Will ti presento Will?

Ma il COME è fatto, naturalmente!

Soprattutto mi soffermerei sui due aspetti essenziali:

  1. La struttura corale del libro tale per cui la narrazione procede con le due voci dei due Will.
  2. La costruzione dei personaggi

E partiamo dalla struttura corale: il libro è raccontato sempre in prima persona, quindi con focalizzazione interna, ma i capitoli alternano la voce di un Will a quella dell’altro Will generando, specie all’inizio una sovrapposizione e confusione tra le due voci che porterà il lettore a chiedersi in che razza di pasticcio si sia andato a cacciare o se il personaggio narrante sia del tutto schizofrenico. Tutto diventerà più chiaro man mano che scopriremo che si tratta di due persone omonime ma diverse con vite, caratteri, amicizie e anche gusti sessuali diversi.

In questo caos un elemento stilistico non indifferente ci può aiutare a districare le voci ed anche a iniziare a definire i caratteri: se il primo Will (che a me è apparso sempre come il narratore principale) racconta la sua storia in maniera formalmente “corretta” con la punteggiatura, le maiuscole e gli a capo secondo le norme ortografiche regolari; il secondo Will invece parla, si esprime e dunque appare nella scrittura come un flusso di coscienza. Non aspettatevi maiuscole, virgolette o segni interpuntivi particolari, lui letteralmente butta fuori tutto sulla pagina così come nella realtà in maniera un po’ trasandata, apparentemente sciatta, decisamente espressionistica, molto ma molto adolescenziale.

E quindi, senza soluzione di continuità perché così accade anche nella scrittura, arriviamo al punto numero 2: la costruzione dei personaggi.

Ogni libro, ogni autore, ha un suo punto di forza, un aspetto narratologico in cui eccelle o su cui punta tutto pur in un equilibrio perfetto degli elementi narrativi, per John Green e David Levithan in questo libro (ma potrei anche pensare ad altri libri degli stessi autori) questo punto di forza è senza dubbio la costruzione dei personaggi che per altro in questo caso trova anche in parte forma e simbolo nella scrittura di uno dei personaggi, il secondo Will, come accennato poco più su.

Se i due narratori si vanno via via definendo “da soli”, impariamo a conoscerli per come si raccontano, per cosa ci raccontano e per il ruolo che assolvono all’interno della narrazione, il personaggio davvero centrale nel romanzo è Tiny Cooper, una creatura fisicamente ingombrante almeno tanto quanto lo è nell’intreccio e nel senso profondo di questa narrazione.

Tiny Cooper, come lo definisce Will (il primo): “non è la persona più gay al mondo, e non è la persona più grossa al mondo, ma credo possa essere la persona più grossa del mondo a essere molto, molto gay e anche la persona più gay del mondo a essere molto, ma molto grossa.”

Insomma Tiny è un ragazzone tanto grande almeno quanto gay e non perché si possa essere più o meno omosessuali ma perché si può più o meno fare della propria fisicità e sessualità il baluardo esteriore della propria identità e Tiny decide di farlo alla massima potenza. Nulla c’è di più dolce e incredibilmente aggraziato e romantico di come Tiny parla e si comporta e si innamora ogni secondo della sua vita coinvolgendo nel bene e nel male chi gli sta attorno ovvero Will (primo) e Will (secondo).

Guida la narrazione, insieme o forse a causa dell’ingombro dato da Tiny, la costruzione di uno spettacolo teatrale per la scuola, un musicall per l’esattezza, scritto e diretto e interpretato da Tiny (che canta e balla anche) e che racconta, indovinate un po’… la vita di Tiny!

Insomma l’intreccio è notevole, i piani narrativi si sovrappongono e dilatano e intrecciano e non solo a causa dei due Will (l’uno da sempre il miglior amico di Tiny, l’altro il fidanzato di Tiny) ma soprattutto a causa della mole del personaggio protagonista che letteralmente ingombra e travolge, c’è da dire quasi sempre con un influsso positivo, le vite dei narratori.

Dunque Will ti presento Will è l’intreccio delle storie di 3 ragazzi+1 ragazza (di cui non vi svelerò nulla) che incontrano le proprie identità e, rispettivamente, il primo grande amore, un romanzo di formazione, un romanzo d’amore, un romanzo di amicizia e se volete persino di avventura. Un romanzo di due autori tra i migliori in assoluto con una potenza di scrittura trascinante, ironica, disarmante e inattesa. Fuor di metafora e fuori di personaggi e trama, come dice Tiny del suo spettacolo, questo non è un romanzo sui Will e sulla gaytudine di Tiny Cooper ma è un romanzo sull’amore per l’amore in cui persino la sdolcinatura (che a tratti viene esplicitamente trattata e tematizzata) fa la sua parte senza disturbare, in cui la sessualità trova spazio in varie dimensioni, in cui l’amicizia e l’amore si muovono tra vari livelli proprio come accade nella vita reale… quando si hanno 17-18 anni ma se si è fortunati anche più in là con l’età.

p.s non perdetevi i testi delle canzoni di Tiny perché da sole varrebbero la lettura del romanzo!

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