Alfabetiere

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

Alfabetiere

Età: da 5 anni
Pagine: 32
Formato: 22.5 x 22.5
Anno: 1960 (ristampa 2022)
Editore: Corraini
Autore: Bruno Munari

In cartella, nella tasca sul retro, dall’inizio dell’anno scolastico, ho sempre con me…

l’Alfabetiere di Bruno Munari.

Questa settimana finalmente è arrivato il momento di raccontarvelo.
È un albo dalle dimensioni medio piccole, con copertina in cartoncino flessibile.
Un libro agile, sottile, poco ingombrante, indispensabile per un insegnante di prima della scuola primaria. Lo porto sempre con me e lo leggo al bisogno, senza un preciso motivo.

L’ho scelto ancor prima di iniziare la prima. Ha attirato la mia attenzione nello stand di Corraini, alla Children’s Book Fair di Bologna, lo scorso anno. Mi aveva colpito la grafica e, sfogliandolo, la proposta in sé mi ha conquistata.

Non si tratta di un abecedario, ma di un alfabetiere.

Le lettere proposte, infatti, non sono in ordine alfabetico (a, b, c…), ma in ordine di “apprendimento”, dalla lettera più facile in assoluto (la lettera I) sino alle lettere più complesse (H, Q), e conclude proponendo i suoni difficili (Cq, Che, Sc…).

Interessante

Il libro che ho acquistato è la tredicesima ristampa. La prima stampa risale al lontano 1960.
Il tempo passa, ma le intuizioni di Munari continuano a rivelarsi geniali e attuali.

In ogni pagina l’illustrazione è costituita da un mosaico di lettere stampate, ritagliate, di diverse dimensioni e in differenti font. Le lettere vengono presentate in tutte le loro forme: maiuscolo, minuscolo, talvolta corsivo o con un’immagine che richiama la lettera iniziale della figura.

Questo libro sprona l’apprendimento naturale, coltiva la curiosità tipica del bambino e la motivazione intrinseca alla conoscenza, attiva l’attenzione, stuzzica il pensiero, permette connessioni. Infine, introduce l’idea di scrittura come laboratorio, un fare concreto che mette in moto testa e mani.

Per ogni lettera una filastrocca che enfatizza più i suoni che i contenuti della lettera in sé. A volte i contenuti, infatti, risultano bizzarri o poco comprensibili. I termini arricchiscono il lessico o fanno intuire al bambino, che legge o che ne ascolta la lettura ad alta voce, la possibilità di arricchirlo.

La lettura e l’esperienza in classe.

Dopo il periodo dell’accoglienza, abbiamo iniziato ad esplorare il mondo delle lettere con sistematicità.
Le nostre giornate sono scandite da alcune buone prassi e la lettura è una di queste.
Spesso apro la tasca sul retro e prendo l’Alfabetiere di Munari.
A volte lo leggo per introdurre, a volte per concludere. Altre per il puro e semplice piacere di leggere.
Inizialmente seguivo l’ordine proposto e sceglievo io cosa leggere. Dopo un po’ sono iniziate le richieste.
“Leggi la O”. “No, leggi la B”. “La Z”.

Tra le preferite la lettera A.

“A
affaticata è Anna
ha ancora da annotare
un’arpa
un’aragosta
un’anatra d’Ancona
armadi armi ed armati
affitti ed affittati
ha da annaffiare un’alga
un’altra da asciugare
un’acqua da assaggiare
un amo da argentare
affaticata è Anna
ha ancora da annotare”

Commenti a caldo

“Chiara… ah ah… lo rileggi? Non ci ho capito niente”
“Che bella… un’altra, un’altra”
“Cos’è un orcio?”
“C’è anche orco…”
“Cosa vuol dire epìteto?”
“Posso dirti io delle parole con la V”
“Ma mancano le lettere straniere…”

Un’attività laboratoriale in classe

Colgo la palla al balzo e propongo come suggerito alla fine del libro, nel retro di copertina, di continuare noi.
Propongo di lavorare in gruppo. Proposta ardita.
Lavorare insieme, collaborare, non è cosa semplice. In gruppo si impara a confrontarsi con gli altri, a condividere conoscenze e materiali, a misurarsi con modi di fare diversi dal proprio, ad avere un obiettivo comune da raggiungere.
Son dell’idea che prima si comincia meglio è.
Certo il lavoro di gruppo ha i suoi pro e i suoi contro. Non sempre è facile da gestire, soprattutto con i più piccoli.

Operativamente

Ho nominato i capigruppo.
Ciascun capogruppo ha scelto due compagni e una lettera preferita.
A ciascun gruppo ho consegnato una pagina bianca, una rivista (scambiabile) e un foglio di blocco.
La consegna era chiara: «cercare nelle riviste a disposizione tante lettere della lettera scelta per poi riprodurla in grande formato sul foglio. Poi, elencare e scrivere una serie di parole la cui iniziale sia proprio quella lettera, infine produrre una storia o una frase con eventuale supporto dell’insegnante per la forma».

“Io vorrei fare la C perché è l’iniziale del mio nome”
“E io la N di Natale”
“Io la Z perché è l’ultima lettera dell’alfabeto e a me piace essere l’ultimo”
“Io vorrei fare la X perché nel libro non c’è”
. “D’accordo” rispondo.

[Trovare “X” nelle riviste non è stato semplice, ma ho apprezzato la convinzione nella scelta e il riuscire a portare a termine l’obiettivo, seppur riducendo le dimensioni della lettera da riprodurre].

È stato un lavoro impegnativo, ma ne è valsa la pena.

Alla fine del laboratorio abbiamo letto ad alta voce quanto scritto.

X

“suonando lo xilofono
sono inciampato su una X,
mi sono rotto il femore,
mi hanno fatto i Raggi X!
In taxi andrò a X-Factor
e suonando lo xilofono
canterò una canzone
che di canzoni
ne fa un mix”

A

“accipicchia…
accipicchia…
non trovo parole con la A!
Cerco
un amico
Trovo:
un’ape
un astuccio
un alfabeto”

C

“cane, Caterina, candela
Caterina, candela, cane
candela, cane, Caterina
che confusione!
Chi chiama chi?”

S

“Sara stava passeggiando
per una strada tortuosa
quando
senza pensare tanto
sentì sibilare di sotto
e vide
un serpente a strisce”

N

“notte nera nera
penso buio e si fa sera
penso N
ed è Natale
dico neve, nave, nove
dico nano, nuoto, nulla
dico ninna, nanna, bella
dico rana e salgo in sella
dico N
e niente più
leggo N
a testa in giù”

B

“Bruno bambino
adora
biscotti di banana
legge
libri in biblioteca
fa le bolle
quando balla!”

Z

“una zebra con la zanna
beve uno spritz con la panna
mangia in piazza
una pizza
gusto gorgonzola e zucca,
ma una zanzara zitta
la stuzzica e la pizzica
finché la zebra stufa
le dice via di qua!”

“Bello il nostro alfabetiere”
“L’Alfabetiere della 1B”
“Bello sì!”

“Ma adesso chi se lo porta a casa?”

“Bella domanda – rispondo io – Qualche proposta?”
“Lo lasciamo qui in classe”
“Lo portiamo a casa a turno e poi lo riportiamo”
“Ne costruiamo uno per ciascuno”

Mi sembrano tutte buone idee!

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