Elephi

Elephi. Un gatto molto intelligente, edito da Adelphi con la traduzione di Livia Signorini e le illustrazioni di Erik Blegvad, è un libro che vi sorprenderà, per come è scritto, naturalmente, ma anche per la storia che racconta.

Inizierò col dire che Elephi è appunto, un gatto molto intelligente, di quella intelligenza empatica che gli permette di sentire il dolore degli altri anche se poi non è detto che trovi il modo migliore per dare il suo contributo… Elephi vive in una casa di New York sulla quinta strada e la storia si svolge in un giorno di nevicata memorabile quando il gatto, sdraiato nel calduccio della sua bella casa a guardare fuori dalla finestra, assiste all’abbandono di una piccola macchina sul ciglio della strada. La piccola macchina si chiama Whitley e, per un motivo che scopriremo più avanti nella narrazione, si ferma proprio nella pizza su cui si affaccia la casa di Elephi e si lascia sommergere dalla neve fino a quando… Elephi arriverà a salvarlo con un’idea incredibile, degna del gatto molto intelligente quale è.

L’incastro del susseguirsi degli eventi è piuttosto complesso da riassumere e vi invito a leggere il libro per scoprire i dettagli; quello che è notevole, dal punto di vista della costruzione dell’intreccio è la relazione tra il gatto e gli umani che risultano tutti ruotare attorno al suo agire. Grazie alla focalizzazione zero onnisciente del narratore conosciamo tutti i pensieri di Elephi ed anche poi sapremo quelli di Whitey, due personaggi costruiti in maniera psicologicamente complessa con due caratteri ben definiti e tutt’altro che in linea tra loro. Se Elephi si preoccupa di come salvare la macchina sommersa dalla nevicata, Whitey, una volta al sicuro nell’appartamento del gatto, non sarà poi così gentile con il gatto, a lui non piace stare chiuso in una stanza e rivuole la sua padrona e, insomma, pur comprendendo le buone intenzioni del gatto, non vede l’ora di andarsene via. Tranquilli, Elephi riuscirà anche in questo, ognuno tornerà alla propria vita avendo però vissuto una giornata decisamente ricca di avventure da ricordare e anche da raccontare, per chi è in grado di comprendere la lingua dei due protagonisti.

Ecco e allora proprio su questo mi soffermo perché Elephi, se è un racconto lungo bellissimo, o un romanzo breve se preferite, lo è, non serve nemmeno che lo dica, per come è scritto e costruito, non certo per la sua storia che tuttavia, in questo caso, ha degli interessanti elementi di originalità sotto molto aspetti. Pur tenendo conto che leggiamo il libro in traduzione, o forse a maggior ragione tenendo conto della traduzione, bisogna notare l’uso calcolato degli aggettivi che arrivano a scandire la narrazione e a definire il carattere di Elephi, gatto molto intelligente come ci dice il titolo, ma che poi verrà definito in tanti altri modi all’interno del testo. Quando Whitey arriva a casa avviene tra i due un dialogo estremamente interessante proprio attorno alla lingua che stanno utilizzando

[…] sai mica che lingua stiamo parlando? Non può essere il mio italiano Fiat perché non lo capiresti, no?”

“Me lo stavo chiedendo anch’io” rispose Elephi. “Pensavo di parlare gattese americano, come sempre, ma quello non lo capiresti tu, vero?”

[…]

“Sai cosa penso? Penso che siamo così svegli che abbiamo inventato un linguaggio internazionale senza neanche accorgercene”

“Mi sa che hai ragione” disse Elephi. “E nel caso potremmo fare qualunque altra cosa ci vada. Potremmo andare sulla luna, volendo”.

Ecco, anche solo in questo breve dialogo sentiamo tutta la genialità ed anche la riflessione metanarrativa che l’autrice ha trasposto nella narrazione da un lato ponendosi la domanda che qualsiasi lettore attento si porrebbe: come cavolo dialogano un gatto e una macchina insieme, pur ammettendo che parlino? E dall’altro risolve la questione in una maniera perfettamente logica per la mente del giovane lettore ed in questo modo pone anche le basi per dire una cosa fondamentale per l’infanzia, e forse non solo per lei: col linguaggio si può fare tutto, anche andare sulla luna o parlare tra creature di lingue diverse, ad esempio.

Elephi è un piccolo delizioso libricino che si può pienamente godere nella lettura ad alta voce ed anche in quella individuale, in questo secondo caso servirà un’età decisamente un po’ più alta rispetto alla lettura ad alta voce.

Buona lettura

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