Il colore delle cose – cosa sto leggendo?!

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Dimenticate quello che credevate di sapere su ciò che il fumetto può o non può fare, perchè Il colore delle cose di Martin Panchaud edito da Cocoino vi farà cambiare idea.
Avevo sentito parlare parecchio di questo fumetto prima del Lucca Comics perché ha vinto il Fauve D’or ad Angouleme. Non sapevo se acquistarlo, perché questi fumetti premiati a volte deludono e, si sa, a Lucca c’è una vasta scelta di possibilità, quindi non posso mica portarmi a casa tutto.
Poi però sono passata davanti allo stand Cocoino press e ho visto questo:

Un firmacopie robotico… dovevo saperne di più!
A quel punto quindi mi sono avvicinata e ho sfogliato un po’ il fumetto. Immaginate la mia faccia quando, aprendolo, ci ho trovato tavole come questa:

E poi ancora questa:

Non si capisce nulla! E’ bellissimo!

Anche se la tavola che mi ha conquistato davvero è quella di cui metto la foto di seguito (odio le foto, ma dovevo mostrarvela):

La mia reazione è stata “ma cosa diavolo sto leggendo?”, sempre che “leggendo” sia la parola esatta per questo libro.

Avete presente le infografiche? Prendete quel formato, uniteci una storia drammatica e avvincente e avrete Il colore delle cose.
Vi ho spaventati? Pensate che non ci capirete nulla?

Vero, lo pensavo anche io, ma la cosa che colpisce di questo fumetto è proprio la bravura di Martin Panchaud di guidarti nella decifrazione – termine forse più adatto di “lettura” – di questo fumetto. Ad un certo punto mi sono resa conto che stavo leggendo la storia fluidamente, che mi stavo appassionando ai personaggi esattamente come avrei fatto con un fumetto in cui si possono vedere le loro facce. Già, perchè in Il colore delle cose i personaggi sono dei puntini: ognuno di loro ha uno specifico colore e quindi risulta tranquillamente riconoscibile.
Per esempio, torniamo alla tavola di cui vi ho mostrato la foto. E’ stata quella che più mi ha affascinato, perché così, da sola sembra incredibilmente confusionaria e indecifrabile, pare una sorta di rebus strano. Invece giuro che, seguendo la storia, questa pagina diventa di una facilità incredibile di comprensione.

Il colore delle cose è quindi un fumetto molto essenziale, ma allo stesso tempo incredibilmente attento al dettaglio. Niente di quello che viene mostrato è casuale e, soprattutto ci fornisce solo gli elementi visivi che servono per capire cosa sta succedendo, niente di più, niente di meno. Due persone stanno parlando al bar? Vedremo i loro pallini colorati e dei bicchieri che, più meno lentamente, si svuotano, non serve altro.

Questo è un fumetto che decisamente può essere un’incredibile fonte di spunti di riflessione sulla creatività e sui differenti modi di comunicare.

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