Una magica tata dalla Corea

Questo post è scritto da Elena Poletti, in collaborazione col suo blog Immaginarie, che cura la rubrica “Libri in lingua” in uscita il primo sabato del mese.

Care teste fiorite, se avete amato Le caramelle magiche di Heena Baek (di cui presto Terre di Mezzo editore pubblicherà il terzo e molto promettente titolo in italiano) è il momento di scoprire insieme un’altra sua gustosa storia.

Questa poliedrica autrice, artista, artigiana sudcoreana, che ha vinto nel 2020 l’Astrid Lindgren Memorial Award e nel 2023 il Super Premio Andersen, riserva in diverse sue opere uno spazio particolare e un potere quasi soprannaturale all’elemento del cibo.

 È così ne Le caramelle magiche, in altri due albi inediti da noi che hanno al centro, rispettivamente, gelati di luna e pane di nubi. Ed è anche il caso de La extraña mamá, che ho letto nell’edizione spagnola di Kókinos. 

Ritroviamo tra queste pagine la tecnica sorprendente di Baek, che per i suoi albi crea con le sue mani, come scenografie teatrali, delle vere e proprie case di bambola ricchissime di dettagli, che poi prendono vita insieme ai personaggi da lei realizzati. Il risultato: una sinfonia di fotografia e narrazione che è sempre molto più della somma dei due elementi.

Sono tantissimi, e non sono in grado di scovarli tutti, i rimandi culturali, letterari, folkloristici intessuti in questo albo.  Personalmente, mi vengono subito in mente Mary Poppins di P.L.Travers, Tata Matilda di Christianna Brand e Il Kappa della pioggia di Saori Murakami. 

È una mattina di pioggia a catinelle a Seul e la mamma di Yoyo, in ufficio, riceve una chiamata dalla scuola: il suo bambino ha la febbre e l’hanno rimandato a casa. Deve trovare rapidamente qualcuno che possa andare da lui.

 Per il temporale si crea un’interferenza al telefono: mentre la mamma crede di parlare con la nonna di Yoyo, in realtà all’altro capo dell’apparecchio risponde lei.  Una creatura misteriosa che arriva dal cielo, forse una dea del meteo o una fata madrina. Comunque, una dea/fata spinta da buone intenzioni: anche se la telefonata è stata un’equivoco, ecco che scende sulla città volando su una nuvola, cercando la casa di Yoyo. Ormai la frittata è fatta, qualcuno dovrà pur andare dal bimbo malato.

Il bambino, al suo arrivo, è un po’ intimorito da questa sconosciuta. Ma la sua voce è affettuosa e dolce, come quella di una nonna tra le più gettonate della categoria. I due si avvicinano e iniziano a conoscersi attraverso il cibo: Yoyo chiede una zuppa con le uova, e la strana signora la prepara a modo suo. Poi si preoccuperà di riscaldare la casa, di umidificarla e di creare per il bambino un comodo giaciglio per riposare. 

Uova e latte – due alimenti comuni che volendo si possono leggere come simboli della maternità e della cura che passa anche attraverso il nutrire – si trasformano prodigiosamente in surreali, ma confortevoli fenomeni atmosferici da cucina e da salotto.

Al ritorno della madre di Yoyo, che probabilmente si è resa conto di aver affidato il figlio a non si sa chi, la tata imprevista sarà già andata via, dopo aver preparato una piacevole sorpresa per entrambi.

Un racconto che mescola, è il caso di dirlo, il fantastico con il quotidiano, regalandoci un personaggio dal grande fascino, familiare come una nonna fiduciosa nel potere curativo del cibo, e al contempo altra e misteriosa fino alla fine.

In questo articolo in spagnolo potete trovare altri spunti di analisi della tecnica dell’autrice: https://www.zendalibros.com/la-extrana-mama-de-heena-baek-arte-de-construir-libros/

Sul sito di Kókinos sono disponibili alcuni video sulla realizzazione di questo albo: https://editorialkokinos.com/libros/la-extrana-mama

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