Alfred e la gogna

Ogni storia, ogni romanzo, ogni libro, ha un suo punto di forza.

Perché il libro sia di qualità tutto deve funzionare molto bene ma c’è, a mio modo di vedere, sempre, un elemento che spicca e a cui tutti gli altri concorrono.

Nel caso di Alfred e la gogna di Jesper Wung-Sung, edito da Uovonero in collaborazione con Emons (Il libro è anche audiolibro) con la traduzione di Eva Valvo, questo punto di forza è sicuramente il personaggio attorno a cui ruota l’intera narrazione. È lui, Alfred, a determinare non solo l’andamento della storia, com’era facile prevedere sin dal titolo, ma il resto dell’umanità di carta che gli ruota attorno.

Ma partiamo dall’inizio: Alfred e la gogna racconta la storia di questo ragazze piuttosto grazioso, ci dice il testo, che da tempo immemore, da oltre quaranta sovrani, è condannato alla gogna sulla pubblica piazza del paese. Nessuno ricorda il motivo per cui sia stato condannato la prima volta e nessuno ricorda nulla di come questa storia è iniziata anche perché mentre il tempo trascorre nel regno in questione, per Alfred il tempo sembra essersi fermato, lui e la sua ostinata contrapposizione restano immutabili e registrano uno scorrere del tempo in cui tutto resta uguale. Tutto scorre ma nulla si modifica, alla faccia di Eraclito.

La caratteristica di Alfred sta nel suo linguaggio, nel suo modo di esprimersi piuttosto fantasioso nel suo essere totalmente privo di reverenza verso l’autorità, Alfred emette una serie di suoni strani che servono a trattenere e contemporaneamente a rilasciare la rabbia che cova di continuo (e vorrei proprio vedere chi non sarebbe arrabbiato a trascorrere vite e vite attaccato alla gogna), ed è proprio il suo modo di parlare che è origine dell’esposizione al pubblico disprezzo e che lo fa essere lo zimbello di chiunque passi per la piazza e da cui lui può difendersi solo a parole, e versi…

Tutto cambierà, e la narrazione prenderà tutt’altra inclinazione, quando arriverò un giovane re alquanto diverso dagli altri e una ragazza che in lui non vedrà solo la sporchissima e indefinibile e maleducata creatura alla gogna. Ma qui mi fermo e non vi svelo nulla perché vi toglierei il gusto della lettura.

Riprendo invece il punto dell’inizio per soffermarmi sulla costruzione di questo romanzo che, narrato con narratore onnisciente in terza persona, e collocato in uno spazio-tempo indefinito, potrebbe sembrare ammiccare, o almeno prendere a riferimento, la narrazione classica di tipo fiabesco, ed io non mi metterò qui a dire che così non è ma piuttosto a sottolineare che se ci soffermiamo su questo elemento, per altro piuttosto evidente, ci perdiamo la parte più profonda della costruzione narrativa che ruota invece totalmente attorno ad un personaggio complesso e costruitissimo caratterizzato dal linguaggio. E questo proprio non fa parte della tradizione fiabesca che invece vive di personaggi stereotipati nella loro tipizzazione di elementi umani. Alfred e la gogna ha a che fare col presente più che con il passato e con il “dovunque” invece che con un luogo preciso. Ha a che fare con la natura umana che l’autore con grande maestria ha scelto di mettere in scena in una situazione portata all’estremo delle possibilità immaginative. Anche il linguaggio segue questo percorso verso la forzatura dei limiti.

Dove si fermerà l’esperimento? Come si chiuderà questa storia che sembra così incastrata in se stessa?

Non dico nemmeno una parola sull’argomento se non che credo proprio vi sorprenderà.

Lasciate al narratore far il suo gioco da maestro e da voce ad Alfred, lasciate che Alfred vi parli con i suoni e le parole che solo lui sa emettere e lasciate che questa storia trovi dentro il lettore e la lettrice la strada migliore per significare, i livelli sono tanti, ogni strada interpretativa porterà verso una ridefinizione del punto di vista e degli stereotipi con cui guardiamo la diversità.

A, quasi dimanticavo, questo libro funziona benissimo alla lettura ad alta voce e se volete averne prova provate ad ascoltarlo in audiolibro, basta scansionare il qrcode incluso nel cartaceo.

Buona lettura!

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