Scintilla
Cielo perfetto per raccontarvi questo libro, oggi.
Scintilla di Nadia Terranova e Mariachiara Di Giorgio edito da Mondadori è il romanzo, forse sarebbe meglio dire romanzo a figure, che vi propongo oggi.
Se avete amato Il segreto, Scintilla vi innamorerà di più, secondo me! Accosto i due libri perché entrambi prendono la forma del romanzo a figure, come ho provato a chiamare questo tipo di prosa narrativa che si interseca con l’illustrazione, ma mentre Il segreto era tutto concentrato sulla terra, nel senso materico e elementare (l’elemento terra) della parola, Scintilla, lo intuiamo sin dal titolo, ruota attorno ad un altro elemento…
Ma entriamo per un attimo nel romanzo e vediamo di cosa racconta. Il protagonista Antonio vive in una Palermo tanto immaginaria quanto vicina alla reale Palermo, siamo in estate, la mamma di Antonio se n’è andata a combattere un’importantissima battaglia ambientale (in realtà è vicinissima a casa ma non dà notizie di sè al figlio e al marito), il padre si fa carico della quotidianità cercando di dare serenità, la zia sosia di Liza Taylor di Antonio arriva in visita dal Galles con un ragazzino coetaneo di Antonio e quasi suo omonimo (Anthony, doppio interessante del protagonista). Questo è il contesto in cui noi incontriamo Antonio e in cui lui incontra Scintilla, una bambina che esce dal camino non funzionante, una bambina dai capelli color del fuoco che appare e scompare – la vede solo Antonio (almeno in forma di bambina…)- impara parole e porta messaggi ad Antonio da un tempo lontano…. Scintilla non è un fantasma, non è una bambina morta (come inizialmente pensa Antonio), e nemmeno una bambina immaginaria, Scintilla è una bambina che viene dal futuro, non dal passato, una bambina che sarà… e qui c’è l’idea più forte del romanzo, secondo me.
Il confronto tra i due protagonisti gioca su una relazione temporale inconsueta che mette Antonio di fronte a qualcosa di davvero insolito e incredibile che io non svelerò mai in questa sede per non togliervi la bellezza della scoperta (e mi dispiace se qualcuno l’ha già) ma vi assicuro che vi stupirà. Scintilla crea un filo di comunicazione tra la mamma e Antonio, si fa volpe, si muove tra luoghi e tempi inimmaginabili per Antonio con l’unico scopo di portare un po’ di serenità nell’estate di questo ragazzino che soffre in silenzio la mancanza della mamma.
Tantissimi i dettagli che arricchiscono la narrazione, imperdibili i personaggi secondari e la relazione che si instaura tra loro e il protagonista, necessaria la focalizzazione del narratore onnisciente che consente, alla Terranova da una parte e alla Di Giorgio dall’altra, di tessere un impianto narrativo complesso in cui il narratore fa da guida e dona credibilità all’insieme permettendoci di sospendere l’incredulità con fiducia.
Il romanzo si chiude con una rivelazione che ogni ragazzo o ragazza vorrebbe sentirsi dire, io, all’età di Nicola, avrei dato tutto per sentire quello che Scintilla ha da dirgli prima di lasciarlo, un saluto che si rivelerà un arrivederci… E c’è da dire grazie alla Terranova per aver così lievemente raccontato le angosce che muovono l’animo a quell’età e per aver trovato quell’elemento magico in grado di calmarle un pochino.
Le illustrazioni della Di Giorgio ci fanno vedere scintilla nelle sue varie forme, introducono la narrazione e l’accompagnano senza ripetere passi del testo ma mostrando quello che il testo non può mostrare. La scelta di aprire e chiudere il romanzo con le tavole illustrate che preludono e seguono la narrazione scritta accoglie il lettore e la lettrice sorprendendolo e poi riaccompagnandolo nel mondo non scritto con delicatezza.
Sia qui che ne Il segreto, in cui il testo iconografico era di Mara Cerri, le illustrazioni hanno un ruolo funzionale e fondamentale, ci portano nel mondo magico che l’elemento fuoco, in questo caso, e terra nel precedente, apre nella vita del protagonista rivelando ciò che le parole scelgono di non raccontare esplicitamente.
C’è tanta materia, in Scintilla, e non solo nel senso della densità della storia intima, e del riferimento esplicito all’elemento naturale del fuoco, ma anche, se non soprattutto, nella scrittura piena, corposa che quasi si fa toccare, e nell’illustrazione materica che quasi fa sentire la traccia delle mani dell’illustratrice.
Accoccolato a fissare il braciere, Antonio non mostrava alcuna voglia di spostarsi dal camino.
ora a voi continuare a leggere, buona lettura.