Comfortless – guardare al passato e prepararsi al futuro

La rubrica “Noccioline” esce l’ultimo martedì del mese, è dedicata al fumetto e al graphic novel ed è a cura di Benedetta Morandini testa fiorita.

Per la serie “Fumetti sbagliati nei momenti sbagliati” dovevo scegliere un fumetto da portare in montagna e, nel mucchio di quelli da leggere (ammettiamolo, tutti ne abbiamo uno), sono andata a pescare Comfrotless edito da Canicola edizioni. Miguel Vila è un autore che ha esordito nel 2020 con Padovaland , ma fino a pochi mesi fa era un nome che conoscevo solo di fama, non avevo mai letto nulla di suo. E’ stato alla sua mostra organizzata in occasione del Treviso comics 2023 che ho scoperto che ha uno stile davvero particolare e dei personaggi decisamente espressivi, come piace a me.

Ciò che più mi ha colpita è la struttura delle tavole: per quanto le vignette siano dei tradizionali rettangoli o quadrati, il modo con cui sono posizionate è tutt’altro che tradizionale. Seguono infatti le necessità della storia, incontrerai pagine con pochissimo spazio disegnato e magari nella pagina successiva moltissime vignette. Qui lo spazio bianco tra le vignette diventa un elemento ancora più centrale del solito, proprio perché occupa lo spazio da protagonista insieme alle altre scene.

Comfortless è una parola che significa “assenza di conforto”, ma anche “sconsolato”. E’ una parola che sintetizza bene quello che si legge nel libro, ma non ci avevo pensato molto quando l’ho scelto come lettura da vacanza.
Questo fumetto infatti ci proietta indietro nel periodo in cui probabilmente ci siamo sentiti meno a nostro agio della nostra vita: la pandemia. Non nego che rivedere tutte quelle mascherine addosso ai personaggi dei fumetti mi ha fatto venire un brivido, sarà che non me l’aspettavo. Ecco che quindi il lettore viene riportato a vivere tutte quelle emozioni che hanno caratterizzato un periodo storico così intenso: paura di uscire; ansia perchè si è fuori casa in orario non permesso e indecisione riguardo incontrare o meno i propri amici. Si torna quindi a preoccuparsi di quante tacche ci siano sull’ennesimo tampone.
Anche i protagonisti a mio parere non sono casuali: sono giovani e molti vivono da soli. Si sa quanto la solitudine abbia avuto un impatto psicologico sulle persone in quel periodo, quindi ogni emozione è come amplificata dal vissuto di solitudine e di angoscia.

Tutto ciò è raccontato attraverso quella che era la quotidianità dell’epoca. In Comfortless infatti si vive la transizione dal periodo di distanziamento obbligato fino al ritorno alla possibilità di socializzare. Qualcuno potrebbe pensare “cosa dovrei leggerlo a fare se mi suscita angoscia?”. Sicuramente non è una lettura che consiglierei a tutti, specie a chi magari ha vissuto con particolare sofferenza quel periodo, ma devo dire che la narrazione merita davvero e trovo che la capacità di far empatizzare con i personaggi sia un punto a favore per Comfortless.

Oh, non ve l’ho detto, comunque la pandemia è solo nella prima metà del libro, quindi tranquilli… poi va peggio! (Almeno però il resto non è una storia reale, speriamo)

In sintesi, Comfortless non va letto se si è già di cattivo umore, ma va trovato assolutamente un momento per leggerlo!

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