Il disastrosissimo disastro di Harold Snipperpott

Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.

Il disastrosissimo disastro di Harold Snipperpott

Età: dai 4 anni
Pagine: 46
Formato: 23.6 x 30.8
Anno: 2018
Editore: Topipittori
Autore: Beatrice Alemagna

Oggi in cartella “Il disastrosissimo disastro di Harold Snipperpott”, un albo illustrato di grandi dimensioni, copertina rigida, stile illustrativo inequivocabile, bella storia.

Ho scelto questo libro per svariate ragioni:

  • l’incipit ad hoc: i bambini della mia classe, chi prima, chi dopo, compiranno proprio sette anni, come il protagonista del libro;
  • siamo immersi nella narrativa quotidiana, ma non era mia intenzione perdere la buona prassi di condividere e leggere assieme albi illustrati;
  • era da un po’ che volevo sperimentare i racconti Alemagna in classe (in passato al vecchio ciclo avevo letto “Che cos’è un bambino”);
  • volevo proporre più libri a figure dello stesso autore, facilmente riconoscibili

Presto detto, presto fatto.

Ogni volta quando concludo un libro, un albo illustrato, un capitolo… i bambini in coro chiedono “ancora, ancora…”.
Solitamente, per mantener alto l’interesse, come nelle serie TV, si è soliti fermarsi proprio in un punto saliente. All’interruzione la classe risponde con un conclamato dissenso generale, a cui solitamente segue un’attività proposta dall’insegnante, se non noiosa, perlomeno meno interessante ai loro occhi.

I buoni libri, sono come le ciliegie… uno tira l’altro.

Così, questa volta ho deciso di dedicare un tempo, senza limiti di tempo. Un leggere per il puro e semplice piacere di leggere.
Mi sono lasciata guidare dai segnali di risposta. Il silenzio e lo sguardo fungono da efficace cartina tornasole.

Prendo il libro… e inizio a leggere:

“Il disastrosissimo, disastro di Harold Snipperpott di Beatrice Alemagna, edito da Topipittori”

“Lo sai maestra che a casa io ho tanti libri di questa autrice?”

Ci sono giorni in cui va tutto storto.
Giorni in cui sentiamo che sta per succedere qualcosa di grave e che, dopo, nulla sarà più come prima.
La mia storia inizia proprio in una giornata così.
Eccomi, una settimana prima del disastro.
Io, Harold Philip Snipperpott, stavo per compiere sette anni e quello che volevo di più al mondo.
Era una festa di compleanno.
Una piccola festa, come non avevo mai avuto.
E questo perché avevo dei genitori che, appunto, odiavano le feste.

“Maestra, compie sette anni, come noi”

Dopo l’incipit la storia si evolve.

I genitori di Harold non solo sono contrari alle feste, ma sono sempre di cattivo umore, allergici alle coccole e ai baci della buonanotte. Harold è molto giù di morale, tanto che la mamma per risolvere la questione e organizzargli la festa di compleanno, si rivolge alla figura salvifica del signor Ponzio che di lavoro fa il risolutore di problemi. E qui inizia il bello.
Per ovviare a un problema ne crea altri diecimila, ma forse è proprio questa catastrofe a risolvere il vero problema, alla base di tutto.

È un albo che si presta alla lettura ad alta voce.

A partire dalla scelta dei nomi sino alla punteggiatura. Testo e immagini sono ben equilibrate, così come pure la scelta degli spazi bianchi o le illustrazioni a tutta pagina. C’è addirittura un’illustrazione grandissima a tre pagine. Tutto è curato nei particolari e tra tutto vi è corrispondenza e coerenza, risultando in tal modo un albo illustrato autentico

A seguire la lettura anche degli altri tre albi illustrati: “Io e Pepper”, “Un grande giorno di niente”, “Il meraviglioso cicciapelliccia”.

Prima di passare all’attività, qualche breve riflessione.

Per una volta, anziché proporre un alfabetiere o un abbecedario, mi sono semplicemente concessa una lettura distesa. Poi sono andata ad approfondire alcuni aspetti in “Alfabeto Alemagna” ed è stato interessante ritrovare una connessione tra i risvolti pratici e gli aspetti teorici.
Per me si è trattato di una meta-lettura, una lettura nella lettura, a posteriori.

Mi ha particolarmente colpito la “presenza della fisicità” (Alfabeto Alemagna pag. 9). Non solo si riconosce come leitmotiv nei suoi albi, ma dall’albo esce aggiungo io.

Ecco quanto accaduto durante la lettura in classe…

Leggevo… leggevo… i bambini ascoltavano con occhi attenti e orecchie aperte, ho continuato a leggere e ho visto che una bambina che è sempre un po’ insofferente durante il momento della lettura, si stava avvicinando con la sedia. Ho lasciato fare e ho continuato a leggere, stava ascoltando attentamente.
Giunti all’ultima pagina, ho sentito un tocco… il suo tocco, la mano abbracciata alla mia gamba.

L’abbraccio era uscito dal libro.

Il contatto fisico presente nel libro è così forte da uscire. Per qualcuno è bastato evocare l’immagine nella memoria del proprio vissuto, per qualcun altro, invece, è divenuto fondamentale il contatto perché per entrare in relazione, bisogna toccare.

Prima di proporre questi albi illustrati, mi sono interrogata se fosse giusto e inclusivo leggere questi libri a chi ha una situazione familiare particolare, poi però mi sono detta che quello che passa è l’amore, un bisogno profondo, un abbraccio sincero e allora ho pensato che a maggior ragione fosse giusto che ciascuno potesse farne esperienza.

A volte esco prosciugata da richieste di ascolto, abbracci, coccole… eppure, cosa sarebbe l’apprendimento senza tutto ciò?

Concretamente…

Ponzio è il nostro nuovo amico immaginario. Quando abbiamo qualche problema ora telefoniamo a lui.

Durante la lettura si è innescato il gioco in stile “Where is Wally?” dove il ricercato tra la folla di animali era proprio il signor Ponzio.

Infine un’interessante scambio di racconti attorno al tema compleanno.

Partendo dall’incipit, ho dato a ciascuno la fotocopia con lo spazio per il proprio nome, anziché Harold Philip Sniperpott. Una sorta di incipit a ricalco sul proprio personale “disastrosissimo disastro” da cui partire per inventare la propria storia, per dopo narrarla attraverso il disegno ed esplicitarla poi ad alta voce, nel momento libero della condivisione.

Qualcuno è rimasto perfettamente aderente alla realtà, disegnando il regalo desiderato o la festa ideale. Qualcuno ha raccontando la propria tradizionale festa di compleanno con caccia al tesoro. Qualcuno è entrato nel libro da cui ha preso spunto per la propria storia. Qualcun altro, infine, si è lasciato coinvolgere e, partendo dalla realtà, ha generato un vero e proprio disastro: da una normale festa con bombe d’acqua con disastrose conseguenze, a un inaspettato viaggio nello spazio, a un uovo di drago pieno di “slime” (sostanza viscida) che ha imbrattato l’intera cucina.


Ma, il disastrosissimo più disastrevole disastro che più mi è piaciuto è stato quello dettato da una festa di compleanno fatta a casa anziché in una delle sale che solitamente vengono affittate per l’occasione.
Mi ha stupito perché si trattava da un lato di un desiderio profondo, dall’altro la consapevolezza che attualmente invitando tutti per non escludere nessuno le feste sono molto numerose e dagli effetti disastrosi… se fatte in casa.

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