Orsetto va in città

Quanto è bellissimo Orsetto va in città di Anthony Browne edito da Vanvere con la traduzione di Riccardo Duranti?

Bellissimissimo!!

Ma non esisteva già un libro con l’orsetto di Browne?

Sì, si c’è Il libro dell’orsetto, bellissimo anche quello!

E quindi? Questo che libro è un seguito?

No no, tanto più che nell’edizione originale questo Orsetto va in città (1982) venne pubblicato diversi anni prima del Libro dell’Orsetto (1988). Il personaggio è il medesimo ed anche il suo potere è lo stesso ma la struttura della storia è molto diversa, adesso provo a spiegarmi se ti interessa.

Orsetto va in città è la storia di Orsetto che, appunto, si trova a passeggiare per la città e ad aiutare un gatto incontrato per caso grazie alla sua matita magica che disegna tutto ciò che è necessario ad aiutare il prossimo. Orsetto si trova ad aiutare Gatto ma anche Mucca, Pecora e altri animali che erano stati rinchiusi da un’autorità umana mortifera.

Il potere di Orsetto è nella sua essenza, prima che nella sua matita: è vero, Orsetto ha una matita con cui può disegnare e rendere reale tutto ciò che serve, e questo forse potrebbe riportarci a Harold e la matita, e tuttavia non credo che l’elemento essenziale della narrazione sia la matita, bensì penso che sia Orsetto stesso nel suo essere non reale, come tutte le persone e gli animali e che incontra, ma disegnato. Orsetto fa parte di un altro mondo e tuttavia riesce ad entrare in comunicazione con il presente reale che si trova ad affrontare, nell’urto con la realtà, e che di urto non positivo si tratti lo capiamo sin dalla terza tavola quando Orsetto viene buttato giù dai piedi dei passanti, Orsetto ha la forza di salvare se stesso e gli animali che incontra. Ha la forza di assumere un punto di vista diverso, il suo, che vede il male dove gli altri vedono una normalità ed è pronto ad usare la sua matita come un correlativo oggettivo del suo desiderio di liberazione. Ecco, se un punto in comune, oltre naturalmente al personaggio, vogliamo trovarlo con Il libro dell’Orsetto, forse possiamo trovarlo nella spinta verso la libertà perseguita però in maniera diversa.

In questo Orsetto va in città il centro sono gli animali, gli animali che l’essere umano perseguita o perché randagi e vagabondi o perché devono essere mangiati. Orsetto è animale tra gli animali ma non ne condivide la natura reale e concreta, lui è un orsetto disegnato ed è proprio la sua natura irreale che gli permette di agire fuori dalle logiche reali e farsi gioco degli umani, tutti adulti quelli che incontra e non credo proprio sia un caso.

Chi è Orsetto fuor di metafora narrativa? Questo lo lascio stabilire a te, tante sono le interpretazioni possibili, quante quelle di ogni lettore o lettrice che ritroverà un pochino di se stesso e della propria quotidianità nel giro che Orsetto si fa in città.

Certo è che Anthony Browne ci accompagna in una narrazione forte, a tratti angosciosa, in cui la via di uscita è segnata da una creatura piccola capace di immaginare la cosa giusta al momento giusto e di tenere unito reale e irreale con una lezione di umanità, prima ancora che di stile letterario senza pari. Un’umanità profonda, fatta di pietas e di sentimenti e cura e attenzione che, come spessissimo accade in Browne viene incarnato non da essere umani ma da animali e, nel caso di Orsetto, animali immaginati.

Orsetto va in città è intessuto, sin dalla copertina di dettagli significativi e significanti che sarà bello trovare e cercare tra le pagine e dare ad ognuno il senso che ciascuno ci vedrà, poche cose sono democratiche come l’interpretazione di una narrazione, e so di andare contro corrente rispetto alla critica accademica che spesso vuole avere il privilegio di dire cosa le cose significano. Ogni lettore e lettrice schiude, nella relazione con la narrazione, significati afferenti al proprio modo di essere. Certo ci vuole allenamento e questo allenamento va iniziato sin da piccoli e libri come Orsetto va in città sono esattamente ciò che assolutamente serve all’animo per allenarsi a godere delle narrazioni e dell’elaborazione ed espressione del pensiero.

Allora? Ti ho convinto a leggere e rileggere e raccontare e ripensare, e confrontare ecc. Orsetto va in città?

Mi avevi già convinto alla prima riga però ho letto sin qui volentieri, grazie, adesso però chiudilo qui questo post così corro a cercare Orsetto!

Quindi non posso soffermarmi sulla struttura delle illustrazioni incorniciate che poi portano ad una tavola senza cornice in cui si mescola mondo reale e mondo disegnato e poi…

No, grazie.

Ma nemmeno due righe?

No, basta, grazie, lascia che veda io queste cose da me!

Ok… un pochino mi dispiace, però capisco… buona lettura… e se hai dubbi o se vuoi chiacchierare di questo libro sono qui e!!

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