Quando la sera la luna ci parla
Ci sono giorni in cui, come direbbe Calvino, “la penna non gratta che polveroso inchiostro”, ora, mutatis mutandis con la tastiera del computer, oggi, per me, è un giorno di quelli, in cui la scrittura riesce difficile (ammesso che gli altri lo riesca meno) e persino scegliere il libro da raccontarvi oggi è un’impresa.
Poi ho trovato la strada, oggi niente narrativa o albi, oggi ho bisogno di poesia e dunque eccolo qui il libro di oggi.
Quando la sera la luna ci parla di Nicola Cinquetti illustrato da Alessandro Sanna per Lapis.
Che bellezza ritrovarmi in questi versi, una raccolta di 52 poesie ritmate e cadenzate dalle illustrazioni di Sanna dedicate a minimi momenti o aspetti o oggetti della vita quotidiana. In Quando la sera la luna ci parla troverete caffettiere, lavatrici, trapani, saliere, giornate al mare, passeggiate in campagna e tutto ciò che, dalla cosa più apparentemente meno importante e terrena a quella a quella più intima ed elegiaca, è dato incrociare sulla propria strada giorno dopo giorno.
La prima cosa che mi ha colpito di questa raccolta è la sua varietà, ci sono poesie di forme e “dimensioni” completamente diverse, sonorità giocate in modi molto vari, è come se quasi ci fosse, in questa raccolta di versi, una raccolta di modi di fare poesia, di costruire con il verso libero in combutta con gli oggetti della vita quotidiana.
Se però cercate un punto in comune tra tutte le poesie di Cinquetti lo troverete, credo, nella sonorità e non intendo con questo dire “semplicemente” che qui troviamo una lingua profondamente sonora, che risuona con ritmi e cadenze diverse ma sempre armonica all’orecchio e raramente dissonante; intendo soprattutto dire che in tutte le poesie sentirete un suono, proprio un rumore di qualcosa che fa sentire la sua presenza, dal boing all’onda che fruscia, alla mela d’Adamo e Eva che scocca, alle travi che cigolano e il Gufo che bubola e il trapano e il microonde e… giocate a trovarli tutti!
Ecco questa è una poesia che si presta al gioco, al gioco della lingua che si dice, che emette suoni e viene letta ad alta voce, ed anche al gioco della lingua che gioca a creare altre sonorità di lingua a partire da altri rumori.
Su tutto questo, anzi in mezzo a tutto questo, fanno sentire i loro suoni i colori degli acquerelli di Sanna, piccole e interpreti immagini delle poesie di Cinquetti. Immagini che danno dimensione visiva alle sonorità della lingua e anche cadenzano la raccolta giocando tra doppie pagine con due poesie e due immagini, in cui le immagini sembrano dipinte lì per lì come suggestione diretta della lettura della poesia, e doppie pagine con un’unica tavola di illustrazione ed un’unica poesia che spezzano il ritmo binario.
Il libro risuona e nomina la presenza del suono sin dal titolo che a me ha richiamato subito all’orecchio il Canto del pastore errante dell’Asia in cui il pastore non solo parla con la luna ma la esorta a parlare, a far sentire la sua voce con quel “dimmi che fai”. Qui non c’è traccia del deserto e del silenzio leopardiano, ma direi che siamo sotto la stessa luna, che parla, così come parlano tutti gli altri oggetti e non della nostra quotidianità.
Quando la sera la luna ci parla è una raccolta di poesie sinestetica, sonora, rasserenante e compagna di ogni momento della giornata, vediamo se riesco a mandare qualche poesia a memoria così che mi sovvenga, come è bello che sia, nei momenti più improbabili della giornata, lì dove potrebbe sembrare che di poesia non ce n’è nemmeno un goccio.
Buona lettura e soprattutto buon ascolto, anche del silenzio, quello prende voce nelle poesie e quello che la poesia lascia con il bianco dell’a capo!