Giorni sull’isola
Dunque dunque, buon lunedì e benvenuti nella settimana, anzi dieci giorni, dedicata, prevalentemente, alla narrativa e le sue forme!
Poiché si suole dire che chi ben comincia è a metà dell’opera oggi vi propongo un romanzo uscito questa estate e che mi pare porti a segno un punto interessante nella narrativa per ragazzi e ragazze.
Il nostro libro di oggi infatti è Giorni sull’isola di Gideon Samson edito da Camelozampa con la traduzione di Olga Amagliani, nuovo arrivato nella bella collana degli arcobaleni con il suo bellissimo formato piccolo e tascabile, perfetto per essere portato dappertutto in ogni momento.
Giorni sull’isola racconta una storia che abbiamo già sentito, un amore estivo su un’isola greca, una cosa che detta così uno può legittimamente pensare che, appunto, storie così ce ne sono tante e in diversi formati narrativi… e invece no! Se è vero, come è vero, che la differenza sta nel COME si racconta una storia ecco che Giorni sull’isola batte ogni suo concorrente, o quasi, in campo di amore estivo e adesso provo a spiegarvi come e perché, in brevissimo.
La storia inizia quando Jacob dall’Olanda viene spedito su un’isola greca, dal padre ristoratore, a trascorrere le vacanze così da lasciare la mamma libera di farsi una vacanza col suo nuovo compagno. Jacob, manco a dirlo, non è contento, non conosce bene il padre, non vuole stare nè con lui nè nel suo luogo, che in realtà è anche il luogo dove Jacob è nato anche se non ne ha molta memoria. Dopo la prima settimana di empasse chiuso a casa ecco che arriva Michalis, Miko, e allora cambia tutto. L’amicizia e simpatia travolgente di Michalis fanno letteralmente rinascere Jaboc e il crescendo aumenta quando arriva sull’isola anche Puck, la fidanzata olandese di Michalis che, lungi dal togliere tempo al rapporto tra i due ragazzi arriva a fare da collante. Si crea una situazione da vero e proprio menage a trois con tanto di momenti di fisicità importanti tra i tre e con tanto anche di litigate che arrivano quando gestire le emozioni diventerà sempre più difficile.
Bene, dove sta la bellezza letteraria in tutto questo?
- La delicatezza con cui sono costruiti i personaggi che ci permette di vivere con loro questa storia d’amore con una dolcezza e ingenuità pari a quella dei tre protagonisti. C’è una delicatezza di fondo anche nella descrizione dei momenti più intimi che rende il libro piacevolissimo ed esplicito quando basta per parlare a ragazzi e ragazze coetanee dei protagonisti in cerca dei primi amori delle prime emozioni forti tra amore e amicizia.
- La focalizzazione con cui è scritto che ha il ruolo centrale, potremmo forse dire che dal punto di vista narratologico è lei la protagonista vera di questo romanzo. La persona narrante da del tu al primo protagonista, Jacob, e proviamo a vedere cosa questo significa.
Tu ci sei. Tu, sì. Lo zaino che porti sulle spalle non contiene una merenda e nemmeno dei compiti appena finiti, ma un passaporto nuovo di zecca, un telefono spento, un giornalino di enigmistica completato per metà e un pacchetto di caramelle alla liquirizia praticamente vuoto.
Prima riga della prima pagina ecco questo TU che ci travolge e ci sorprende, un tu che, scopriamo subito, si rivolge al protagonista, non al lettore, eppure è evidente che quando uno si sente dare del tu in quella maniera così diretta lo scatto di sentirsi chiamato in causa è immediato, e così funziona, ed è proprio così che il libro riesce ad agganciare il suo lettore immediatamente e a condurlo dentro la narrazione tenendolo al tempo stesso dentro e fuori, protagonista e spettatore, al netto del processo di immedesimazione che sempre si mette in atto nella lettura profonda.
Che differenza fa che la narrazione sia in prima, terza o, come in questo raro caso, in seconda persona?
Con la prima persona il lettore è portato ad aderire al personaggio e questo porta ad una immedesimazione più rapida ma anche obbliga l’autore ad un controllo massimo di cosa possiamo sapere e vedere dicendo “io”, il che restringe molto il campo di movimento e d’azione della scrittura. Con la terza persona il narratore si assume la responsabilità di tutta la storia e permette al lettore di restarne più fuori potendo seguire anche diversi fili narrativi e diverse vite come osservandole dall’esterno, e questo permette anche dei comportamenti complessi del narratore sui quali non mi soffermerò in questo caso.
Ma, la seconda persona, come in questo caso, che effetto riesce a sortire?
A me pare che sortisca il magico effetto di tenere insieme le due focalizzazioni, interna ed esterna, perché da un lato ci fa stare vicinissimi al protagonista, gli stiamo a fianco, proprio come se fossimo noi a dargli del tu, dall’altro, non stando nella sua testa riusciamo la seconda persona riesce a tenere quella distanza tale da farci poter vedere i diversi punti di vista dei personaggi ed anche di assistere dall’esterno alle varie situazioni che si creano.
Recentemente vi avevo raccontato un’altro libro con questa strana e rarissima focalizzazione in seconda persona, era Guarda dalla finestra, libro interessantissimo, lì il “tu” alla fine si scopriva essere la voce interiore del personaggio, non so se anche a voi capita, a me sì, di parlarvi interiormente dandovi del tu, ecco in Guarda dalla finestra succedeva così. Qui no, la voce narrante che da del tu non si svela lasciandoci la sensazione di essere io lettore a dare del tu al protagonista principale lasciando una sensazione di lettura davvero interessante e calda, particolare, capace al tempo stesso di tenere dentro e fuori della narrazione.
Non so se vi incuriosiscono questi aspetti della costruzione letteraria, a me affascinano un sacco, mi piace capire come e perché una storia arriva ai suoi lettori, come comunica, come fa a farmi appassionare… e siccome non si tratta mai del contenuto, beh, allora bisognerà andare a cercare nella forma i segreti del libro che avete tra le mani. Per continuare il viaggio nella narrativa per ragazzi e ragazze vi aspetto nelle prossime recensioni, naturalmente, ma ricordo che il 17 e 24 luglio ci sarà il corso proprio dedicato a questo Piccolo viaggio nella narrativa tra romanzo e racconto.
p.s. questo libro potrebbe essere anche un’opzione interessante per chi stia cercando qualcosa per scalzare i romanzi romance di bassa lega e voglia provare ad offrire qualcosa di qualità in cui anche la fisicità e la sessualità non sono dei tabù.