La lunga discesa. Il graphic novel

OK, lo ammetto, ad alcuni libri do la precedenza, o meglio non è scelga di dargliela ma loro se la prendono, questa precedenza, mi guardano, con quel titolo, quel nome in copertina, magari anche con quel loro formato che so che non mi richiede giorni e giorni di lavoro ed ecco, il gioco è fatto, sono capitati sulla cima dei libri in lettura e “lavorazione”.

Proprio così è accaduto per La lunga discesa di Jason Reynolds illustrato da Danica Novgorodoff edito da Tunuè, tradotto da Laura Bortoluzzi, con la postazione del rapper Amir Issaa, no, non il romanzo, omonimo, che però è edito da Rizzoli, questo libro è un graphic novel, un fumetto, insomma, derivato da quel romanzo ma che usa un’altra forma letteraria.

Dunque andiamo con ordine: la prima cosa che mi ha colpito è stato proprio il formato di fumetto, Reynolds è autore eccezionale a cui prestare la massima attenzione ma non sapevo avesse scritto fumetti (ovvero sceneggiature) (in realtà Reynolds ha scritto più di qualche fumetto ma mi pare solo un altro sia arrivato in Italia), avevo sempre letto romanzi, suoi, come avrei mai potuto resistere a vedere come se la cavava con la forma del fumetto, straordinaria e tanto differente dalla narrativa?

La storia è, com’è facile prevedere, la stessa del romanzo La lunga discesa edito da Rizzoli: il protagonista, Will ragazzo afroamericano della periferia, assiste all’uccisione del fratello maggiore Swan e decide, nel rispetto delle tre regole del loro mondo, di vendicarlo, prende la pistola che il fratello teneva in camera e sale in ascensore per andare ad ammazzare l’omicida (presunto) del fratello. Will ha 7 piani da fare in ascensore, una discesa di pochi secondi (in teoria) che si rivela decisamente accidentata… ad ogni piano salirà in ascensore, ad accompagnare Will nella discesa, una persona… una persona che lui conosce ma che non è più in vita, una persona uccisa come è stato ucciso suo fratello Sawn. 7 “coinquilini” della lunga discesa in ascensore, 7 morti ammazzati per il medesimo motivo, la regola del quartiere numero 3.

E quindi quali sono queste regole?

  1. non piangere
  2. non fare la spia
  3. la vendetta

Will si sforza e non piange, sa (o meglio pensa di sapere) chi è il colpevole dell’omicidio ma non fa la spia – con la polizia, per esempio – e prepara la vendetta… ma siamo poi sicuri di chi sia il colpevole?

Ma soprattutto, siamo poi sicuri che questa benedetta numero 3 sia utile a spezzare la catena oppure potrebbe darsi che sia proprio essa a mettere in moto il circolo vizioso dei piccoli omicidi tra spacciatori?

Diciamo che i 7 “fantasmi”, personaggi, sono lì in ascensore, aumentando ad ogni piano il carico di pensiero e emotivo, per sollecitare il pensiero di Will.

Se vi state chiedendo cosa farà Will, se in qualche modo elaborerà le esperienze raccontate dai 7 morti (tra cui il fratello, il padre, lo zio….) o se perseguirà la via della regola n.3 allora state tranquilli perché qui si pare la nobilitate di Reynolds che non lascia trasparire nulla. Il finale resta aperto e più che mai interpretabile in ogni possibile scelta da parte di Will.

Anche l’interpretazione di parole e azioni dei 7 personaggi dell’ascensore si presta a pensieri, discussioni, rielaborazioni…

Tutto in La lunga discesa significa in più modi, apre diversi livelli di lettura e lo fa, in questo caso, straordinariamente anche grazie al linguaggio del fumetto con l’acquerello della Novgorodoff che rende moltissimo la liquidità della situazione e la sceneggiatura di Reynolds perfettamente calibrata tra dialoghi e soliloqui del protagonista.

Reynolds porta ancora una volta in scena una storia dai contorni sociali definiti e complessi, questo restare sempre al di qua del valore letterario ma del portare sempre al centro un dilemma sociale per lo più legato al mondo afroamericano fa parte della sua poetica, della sua incredibile capacità che a me torna utilissima per ribadire, ancora un volta, qualora ve ne fosse bisogno, che non è il cosa si racconta ma il come lo si fa a fare la differenza tra la letteratura e la non-letteratura.

Ecco, alla fine di questa recensione, lascio andare La lunga discesa, così come ha richiamato la mia attenzione spero riesca a richiamare quella di tanti lettori e lettrici, ragazze e ragazzi che sono in cerca di storie intense e vere e Reynolds è un maestro di questo tipo di storie, anche in formato Graphic Novel!

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