Magia di sale
Credo – esprimo un’opinione strettamente personale – che il termine graphic novel sia generalmente abusato e mi spiego meglio e provo anche a dire perché, invece, per il libro che vi propongo oggi sia perfettamente azzeccato!
Il libro su cui vorrei soffermare qualche pensiero oggi è Magia di sale di Hope Larson e Rebecca Mock edito da Tunuè con la traduzione di Martina Fermato ed è, a mio modo di vedere, un vero e proprio graphic novel là dove l’accento di senso principale va sulla parola novel. Segnalo che il libro è stato insignito del prestigiosissimo premio Will Eisner.
Anche se spesso graphic novel è una locuzione che viene attribuita in maniera abbastanza semplicistica a ciò che è fumetto (vi rimando qui ad una riflessione più appropriata fatta sul termine con Andrea Artusi) il fatto che si tratti di un novel in scrittura di fumetto cambia tutto dal punto di vista della costruzione narrativa del libro a cui ci si riferisce.
L’intreccio, il ritmo, la sceneggiatura di Magia di sale, che è un libro scritto e disegnato a fumetti a tutti gli effetti, sono davvero quasi più vicini al romanzo puro che non al fumetto puro. Se non conoscere la storia di Magia di sale, per quanto davvero impossibile da riassumere, provo a dirvela in poche miserrime parole sperando che poi colmiate le mie mancanze con la lettura del libro.

Ci troviamo negli Stati Uniti, in una fattoria dell’Oklahoma, subito dopo la prima guerra mondiale; la protagonista è Vonceil, una ragazzina di 12 anni che assiste ad una serie di eventi strani che iniziano ad avvenire dopo che il fratello soldato di ritorno dalla guerra si sposa. Poco dopo ecco che arriva nel paesino una donna molto misteriosa, appartenente non solo ad un livello sociale diverso ma anche, sembra, ad un altro mondo, tanto altro da rivelarsi poi una strega potentissima che manderà delle maledizioni alla famiglia della protagonista perché tradita dal fratello appena sposato. La ragazzina riuscirà a rompere l’incantesimo, non vi dico ovviamente come, e a riportare in equilibrio tanto il suo mondo reale quanto quello magico e immortale della strega. Se non ci avete capito molto avete ragione, colpa sicuramente mia ma vi assicuro che l’intreccio di questo romanzo a fumetti è davvero impegnativo da ridurre.

Ma veniamo un po’ al come Magia di sale racconta la sua storia di magia e amore e di formazione e crescita della sua protagonista.
I 12 capitoli più l’epilogo della storia aiutano il dipanarsi della storia che procede sostanzialmente in senso cronologicamente continuativo salvo alcuno flash back che ci permettono di capire l’antecedente che ha scatenato l’ira della strega e, se il modo di organizzare la materia e costruire i personaggi e le situazioni ed anche gli spostamenti spazio temporali è proprio tipico del romanzo, a metà tra romanzo storico e d’avventura e di formazione, il modo di costruire la narrazione attraverso il fumetto invece riesce a sfruttare al meglio tutte le caratteristiche della letteratura disegnata permettendoci di cogliere ogni sfumatura grazie al modo ai dialoghi e alle espressioni dei protagonisti ma anche al modo di organizzare la sequenza delle vignette e la prospettiva narrativa e fisica di ognuna di esse.
Al centro di tutto due questioni centrali della riflessione letteraria, artistica, filosofica di sempre: l’amore e il tempo di vita.

Il risultato è quello di avere la sensazione di aver letto davvero un gran bel libro, denso, complesso, articolato, giocato su più piani narrativi e anche che apre a molteplici letture interpretative sensazione che spesso va a cozzare con il pregiudizio che abbiamo sui fumetti che impegnerebbero poco le capacità di lettura del lettore o lettrice in questione.
A chi è consigliabile un libro come questo?
Secondo me a chiunque sia in un momento in cui ha bisogno di grandi narrazioni, di una storia degna di questo nome, corposa e articolata e ben costruita con un personaggio protagonista e un antagonista che vi resteranno impresse. A chi predilige la lettura di fumetti, ma anche a chi predilige quella di romanzi e narrativa e che qui si troverà a suo agio, come è capitato a me. Età? Beh qui, come sempre, dipende dal lettore o lettrice, starei comunque dalla seconda secondaria di primo grado in su, come indicazione di massima.
Chiude il libro un epilogo che riapre le sorti narrative e che ci potrebbe indurre a rileggere l’intero libro sotto un’altra prospettiva, forse…

Buona lettura.
p.s. non perdetevi la recensione del libro fatta da Scaffale basso che si sofferma su alcuni aspetti interessanti della storia