Tutto il tempo del mondo

Questo post è scritto da Elena Poletti, in collaborazione col suo blog Immaginarie, che cura la rubrica “Libri in lingua” in uscita il primo sabato del mese.

Quello che vi propongo questo mese, care teste fiorite, è un titolo divulgativo, un libro piccolino nel formato ma con dentro un mare di suggestioni per giovanissimi lettori e lettrici.

Si intitola (nell’edizione tedesca, Moritz, che ho io) Alle Zeit der Welt, letteralmente “tutto il tempo del mondo” e la sua autrice è Antje Damm, tra le più note in Germania e già conosciuta in Italia con titoli come Cosa diventeremo? (Orecchio acerbo editore) e L’ospite inatteso (Terre di Mezzo), Fammi una domanda (Leone verde piccoli).

Antje Damm ha lavorato per molti anni come architetta e una delle caratteristiche delle sue opere è quella di incorporare tecniche diverse. Se ne L’ospite inatteso ha utilizzato con effetti sorprendenti la tecnica del diorama, creando un vero e proprio set fotografico, in Alle Zeit der Welt, così come in Fammi una domanda! adotta invece un’alternanza molto dinamica di fotografie, illustrazioni, immagini di opere d’arte.

Al cuore di questo volumetto scoppiettante, un tema grande e antico come l’umanità: il tempo, o meglio, la dimensione del tempo per noi esseri umani e per l’ambiente naturale: come lo percepiamo, come ce lo raccontiamo, come cerchiamo di addomesticarlo.

Di libri sul passare delle stagioni o, per esempio, sul “prima e dopo”, con diversi target di età, ce ne sono a bizzeffe sul mercato, alcuni di valore, altri meno.

Damm qui realizza un lavoro diverso da molti altri di questo genere, cercando di catturare sulla carta, in ordine sparso e spesso giocando sulla contrapposizione o giustapposizione di immagini, una serie di suggestioni sull’esperienza del tempo. 

Un tempo che ha una dimensione soggettiva: a volte vola e altre non passa mai. A volte bisogna usarlo rapidamente, altre possiamo permetterci di ‘sprecarne’, altre ancora vorremmo farlo tornare indietro. Quel che è certo è che alcune cose richiedono il “loro” tempo.

C’è il tempo oggettivo, organizzato e misurabile, della vita quotidiana; ci sono il giorno e la notte, l’ora di alzarsi e di andare a dormire, le stagioni, il tempo ricorrente delle festività (rappresentato curiosamente attraverso i diversi dolcetti e snack raccolti nel cestino della spesa).

Poi c’è il tempo nel suo scorrere, e che si può osservare e misurare attraverso tantissimi cambiamenti, leggendolo, insomma, non solo attraverso l’orologio. Una bambina che cresce, gli abiti che si rimpiccioliscono, le trasformazioni di una piazza in città, le differenze tra una classe scolastica di molti decenni fa e una contemporanea, continuità e diversità nei modi di comunicare e di giocare. 

Ancora, c’è il tempo del fare e del creare: quello che ci vuole per cuocere gli spaghetti o fare un disegno, o mettere a posto una cameretta caotica, o costruire una casetta a partire da uno scatolone.

Il tempo a volte distrugge, a volte guarisce le ferite, ma sempre, sempre, lascia tracce, trasforma e ci trasforma. 

I testi sono essenziali e incisivi e nella loro interazione con le immagini possono diventare il punto di partenza per tantissime conversazioni con bambini e bambine di età diverse.
Penso alle classi ad esempio della primaria, che potrebbero organizzare piccole ricerche e attività nell’ambito di materie come storia, studi sociali, ma anche scienze.
Dalle “interviste” a nonni e persone anziane, a esplorazioni della città, all’osservazione di come cambiano piante, frutta, elementi del paesaggio, sono tanti gli spunti che si possono cogliere anche con bambini e bambine più piccoli.

Entrare tra queste pagine è come salire su una giostra: Damm salta da un piano all’altro di osservazione, non è didattica in senso stretto, non organizza le informazioni in blocchi organici e consequenziali ma sceglie di mescolarle. Il risultato è una carrellata eterogenea e stimolante, che affronta con un taglio originale e fresco i tanti temi e sentieri che scaturiscono da questo filo conduttore potente.

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