Una zia davvero speciale

Devo pensare al futuro che arriverà domani. E alla mamma, ovvio.

Ho scelto per oggi questo libro per due motivi: uno relativo alla forma ed uno, accade di rado, relativo al contenuto.

Una zia davvero speciale di Myren Duval e Emma Constant edito da Giralangolo con la traduzione di Claudine Turla è un una narrazione che, mescolando la narrativa e il fumetto ci racconta la storia di una bambina che ha rovesciato la relazione di cura tra genitore e figlio e che per ritrovare qualche sprazzo di serenità e infanzia fa sponda sulla zia.

L’ambientazione temporale della narrazione è quella dell’estate, il libro si apre con l’ultimo giorno di scuola e la nostra narratrice protagonista che esce da scuola e festeggia l’inizio dell’estate con la zia. Ma cosa c’è da festeggiare in un tempo che, perdendo la routine e costringendo a restare di più a casa costringe la bambina in una realtà dolorosa e distorta dove il suo ruolo è quello di resistere e prendersi cura della mamma depressa e alcolista?

La zia, la sorella della mamma, si ritaglia ogni momento di tempo per stare con la nipote senza però riuscire del tutto a sottrarla dalla situazione, almeno fino alla conclusione del libro che coincide con il ricovero della mamma in una struttura adeguata, il ritorno a scuola, e il trasferimento della protagonista a casa della zia.

Dunque vediamo un po’ di tutto questo cosa mi ha colpito e partiamo dalla struttura perché senza struttura non c’è sovrastruttura (sto prendendo malamente in prestito termini che non afferiscono a questo campo di analisi ma abbiate pazienza), senza forma non c’è contenuto che tenga: il libro si articola su un mix di linguaggi e generi, ha la forma di un diario e sotto al titolo del capitolo riporta la data dei giorni dall’8 luglio al 6 settembre, ma alterna capitoli scritti in forma narrativa a capitoli “a fumetti” con una costruzione di balloon e vignette particolare.

È nelle parti a fumetti che sentiamo la voce della zia, accogliente, simpatica, un’adulta che non ha un ruolo direttamente educativo ma che si fa carico della cura della nipote per cui prova un affetto sincero, è dai fumetti che sentiamo anche quelle poche parole della mamma che di nulla si rende conto se non che sta cercando di sopravvivere ai danni della figlia, totalmente egocentrata come tutti i depressi e le persone sofferenti.

Nelle forme ben costruite della doppia tipologia di scrittura e con i toni decisamente pacati quanto della protagonista che della zia, questo libro mette in scena qualcosa di incredibilmente e dolorosamente comune: la storia di una bambina, di un piccolo, che si fa carico di un adulto, di un grande. Qui siamo di fronte ad una situazione di disagio psicologico particolarmente grave, tra la depressione e l’alcolismo, ma il caso di minori che si assumono ruoli di cura e di responsabilità per compensare adulti fragili è più frequente di quanto non si creda e produce quelle rotture continue che vanno a incrinare l’animo di bambini e bambine, i bambini si rompono facilmente ma non lo danno a vedere, Silvia Vecchini ha dedicato un libro bellissimo a questo argomento triste e terribile.

Come le due autrici siano riuscite a tenere un tono di leggerezza e ironia in questo contesto è davvero notevole, scegliendo di centrare tutto sulla voce della bambina e sul carattere apparentemente spensierato della zia hanno sollevato la narrazione dal peso della situazione proprio come la zia tenta di sollevare la nipote.

Una zia davvero speciale è un libro che consiglio di leggere, una lettura estiva perfetta per molti motivi, un bel libro tra avere tra le mani, la storia di una bambina, non di una zia, davvero speciale, speciale come capita a moltissimi bambini di essere e, in questa accezione, non lo considero affatto un aspetto positivo…

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