Breaktime

Cosa pensate che sia la letteratura (intendo la narrativa)?

Finzione o verità?

E ammesso che sia una finzione (o anche che sia invece la verità) ha importanza che lo sia, o meno?

Breaktime, il libro di Aidan Chambers che vi racconto oggi, edito da Rizzoli con la traduzione di Giorgia Grilli, è forse la più esplicita dichiarazione d’amore in versione romanzo che Chambers abbia rivolto alla letteratura, intesa come narrativa…

Una storia d’amore per la scrittura (e per i ragazzi lettori e lettrici) camuffata in una storia d’amore e di amicizia, una specie di matrioska dove ciò che conta, alla fine, sarà, come sempre mi viene da dire, la forma, più del contenuto.

Morgan e Ditto sono due amici molto diversi e inseparabili, uno apparentemente più sicuro di sé dell’altro, o forse solo più sbruffone, Morgan un giorno propone a Ditto una serie di tesi contro la letteratura, o meglio a dimostrazione dell’inutilità e del fallimento della letteratura, intesa come narrativa (questa specificazione nel romanzo non manca mai e non può mancare nemmeno in questa recensione ma già questo ci dovrebbe dare abbastanza da pensare…)

Ecco che Ditto raccoglie il guanto di sfida e si impegna a rispondere alle accuse contro la letteratura, intesa come narrativa, e a farlo non argomentando in forma orale bensì usando le armi della narrativa stessa, ovvero scrivendo.

Ditto scrive della sua situazione difficile a casa col padre malato che lo mette in continuazione alla prova, la madre stremata dalla fatica e una ragazza con cui, forse, si spera, avrà il suo primo rapporto d’amore o sessuale lo lascio decidere a voi quando leggerete il libro (se ancora non l’avete fatto).

La trama non ve la svelo tanto vi assicuro che, al netto della sua piacevolezza e scorrevolezza, non è assolutamente questa a rendere il libro ciò che è. Il punto è invece che nel modo di narrare di Ditto lui mette in scena ogni stratagemma e esperimento letterario possibile: la focalizzazione cambia senza soluzione di continuità dalla prima alla terza persona, gli inserti presi da testi di divulgazione, i dialoghi quasi da letteratura teatrale (con la focalizzazione esterna, mica possiamo farcela mancare) , i discorsi indiretti liberi, pezzi di flusso di coscienza…

Ditto insomma, nel raccontare cosa accade in un lasso di tempo di 2-3 giorni in cui si allontana da casa per incontrare la ragazza con cui ha un feeling emotivo ed erotico, coglie l’occasione per provare come la letteratura, intesa come narrativa, possa dire di cose vere, non di bugie, possa emozionare, possa insomma controvertere tutte le accuse mosse da Morgan che si ritrova ad essere parte integrante di questa palinodia in forma narrativa.

Breaktime finisce per essere un magnifico romanzo per ragazzi e ragazze, indubbiamente, ma anche una prova di forza che si conclude con un dubbio rispetto a cosa sia reale o finzione, di cosa sia vero o falso e se vi sia una corrispondenza tra la realtà e la verità o la finzione e la falsità perché con la grande letteratura si può anche scoprire che non è affatto detto che vi sia una corrispondenza.

A chi consigliare la lettura di questo gioiellino di Chambers?

A lettori e lettrici salde e curiose della scoperta di nuove letture, siamo più negli anni delle secondarie di secondo grado che non di primo ma naturalmente questo dipende dalla soggettività di ognuno. Io, inoltre, consiglierei questo libro a chiunque ami la narrativa e abbia un orecchio disposto a sentirla significare dal profondo, nelle sue forme, andando oltre il vestito del contenuto.

Che ne pensate? Conoscete questo romanzo?

Le trame nascondo il significato molto più di quanto non lo rivelino

Buona lettura!

Teste fiorite Consenso ai cookie con Real Cookie Banner