L’alberoautomobile

C’era una volta un signore

che non puliva mai l’automobile.

Inizia con un “c’era una volta” questa storia, ma il libro che vi racconto oggi non ha nulla a che vedere con le fiabe classiche anche se potrebbe portare in sè, sotto sotto, la possibilità di diventare una fiaba moderna…

Oggi vi racconto L’alberoautomobile di Jaqueline Held e Arnaud Laval edito da Vanvere edizioni con la traduzione di Nicolò Petruzzella, un libro del 1977 pubblicato in Italia da Emme nel 1977, da moltissimi anni fuori catalogo e che oggi torna in una bellissima veste editoriale con la cura che sempre si hanno le edizioni Vavere.

La storia è presto detta, si fa per dire, L’alberoautomobile racconta la storia d un signore (che resta così, senza nome, “il signore”) che non si fa problemi ad avere la macchina sporca perché per lui l’importante è portarsi sempre dietro i cani, 3 per la precisione, sul sedile posteriore. Il signore è un tipo molto ospitale, che va al sodo, e che oltre ai cani è felice di trasportare in macchina chiunque e qualunque cosa ne abbia bisogno, ci salgono persone e animali di tutti i tipi, figuriamoci se non possono finire anche dei semi…

È così che un giorno nell’automobile del signore inizia a crescere un albero, un baobab forse, secondo il titolo originale del libro La voiture baobab, di cui il signore nemmeno si sogna di potare i rami e di inibire la crescita, piuttosto taglia il tettuccio della macchina, buca il garage, mette i cani di vedetta sulla cima dell’albero per non commettere incidenti… Il signore viaggia ancora allegro e spensierato con la sua alberoautomobile, beato chi lo incontra!

Difficile dire, così di primo acchito che cosa c’è in questo libro che all’apparenza, e alla sostanza anche, sembra essere “solo” una bella storia per bambini, in effetti la grandezza del libro sta tutta qui nel suo essere esattamente questo una bellissima storia per bambini e bambine, con i toni caldi e il tratto morbido di un’illustrazione che lascia traccia nella memoria di chi ha la fortuna di avere il libro tra le mani, e con questa narrazione pulita e lieve che mai si abbandona ad una spiegazione, esplicitazione, ad un didascalismo che starebbe proprio fuori luogo qui…

Qui come in ogni bel libro per bambini, o meglio, qui e in ogni bel libro (punto).

Mi perdonerete se invece io, mi tocca scusate, qualcosina la esplicito rispetto L’alberoautomobile che rappresenta per me un modello purissimo di quello che la Jella Lepman intende quando dice che i libri (quelli buoni) sono educatori silenziosi: non hanno bisogno di esplicitare, dire, moralizzare, trarre conclusioni… ogni lettore e lettrice sentirà questa storia parlare dentro di sè e dire ciò che vuole, ciò che più si adatta al suo animo cosicché un libro come questo, come ogni narrazione del genere, diventi un vestito su misura per il suo lettore o lettrice, ognuno diverso dall’altro, ognuno significante per l’individuo, ma anche per il gruppo se con il libro letto ad alta voce ci si confronta poi insieme.

Ma che storia è questa in cui il valore principale sembra essere quello di non curarsi dello sporco in macchina?

È la storia di 4 protagonisti, un signore e i suoi cani, che proprio come farebbe un bambino o una bambina, guardano alla sostanza: i peli non sono lo sporco ma il piacere di avere i cani in macchina, il fango non è sporco ma la gioia di aver accompagnato qualcuno che aveva bisogno di un passaggio, l’albero non è un intrigo ma la vita che ti cresce dentro e che sì, certo, può portare un po’ di disordine e sporco ma insomma, cosa c’è di meglio della vita che cresce a vista d’occhio e che permette ad ognuno di trovare il proprio ruolo (il bassotto diventerà un navigatore eccezionale e posto sulla cima dell’albero scongiurerà ogni possibile incidente da parte dell’autista dell’alberoautomobile).

Tutto diventa assolutamente secondario una volta scelte le priorità, non vi pare?

Buona lettura di questo piccolo libro meraviglioso che tra testo e immagine vi rinfrescherà il cuore e la mente e ne abbiamo davvero bisogno!

p.s. lo so che a questo punto qualcuno di voi si sta chiedendo se si tratti di un albo o di una narrativa illustrata, non saprei dare una definizione e sapete che adoro i libri che si collocano su una soglia e non si lasciano “prendere”, quello che posso dirvi senza tema di smentita è che qui le illustrazioni sono assolutamente indispensabili all’interpretazione emotiva della narrazione pur trovandosi accostate ad un testo lungo e dettagliato in cui però il narratore in terza persona NON onnisciente ci permette di far risuonare le illustrazioni e i dialoghi in maniera la più forte possibile. Mi verrebbe da dire che siamo proprio dentro al solco dell’albo illustrato di tradizione francese ma qui il discorso si farebbe un pochino troppo lungo e complesso e magari lo affronteremo in una sede adeguata, va bene?

Buona lettura!

“Questa mia recensione è stata selezionata dal “Read a book day” di Twinkl (www.twinkl.it) per promuovere la lettura tra bambini e ragazzi. Per saperne di più visita il loro blog https://www.twinkl.it/blog/read-a-book-day-6-letture-per-bambini

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