Le felicità

Care teste fiorite oggi vorrei condividere con voi Le felicità di Roberto Piumini con le illustrazioni di Sergio Olivotti edito da Edizioni gruppo Abele nella collana I bulbi dei piccoli, un piccolo delizioso libro che raccoglie le piccole grandi felicità che costellano la vita di tutti i giorni…

Ma entriamo un pochino insieme nel libro.

Le felicità è una raccolta di 30 piccoli brani ognuno dedicato ad una felicità diversa, si tratta di 30 poesie accompagnate dalle illustrazioni di Olivotti che danno un piccolo tocco di ironia ai versi di Piumini. Sfogliandolo vi accorgerete subito che non ci sono titoli ai singoli pezzi e questa non è cosa particolarmente strana in una raccolta poetica e tuttavia man mano che le leggevo, per far riferimento dentro di me a uno o all’altro brano, ce lo mettevo un titolo immaginario, ed era un titolo che richiamava il correlativo oggettivo di quella piccola felicità, ad esempio, nella mia immaginazione, “Il cane”, “La raccolta di figurine”, “L’entrata a scuola”, “I barattoli di marmellata” e così via, per altro le illustrazioni aiutano in questo gioco di nominazione. Tuttavia ci potremmo chiedere il perché questo gioco può venire spontaneo al lettore o alla lettrice per identificare la poesia che sta cercando, che l’ha colpito ecc. ma non ha un riscontro oggettivo nel testo, ovvero, perché pur potendo identificare un soggetto specifico per ciascuna poesia esse non hanno nome?

Potrebbe sembrare una domanda oziosa, e forse lo è, però pormela mi ha permesso di andare più a fondo nel pensiero su questi versi: se entriamo davvero in ogni singolo componimento e nel senso profondo di questa raccolta ci accorgeremo che non è poi così chiaro se la felicità a cui si dà parola sia la cosa, l’evento che ha scatenato l’occasione poetica oppure, ad esempio, l’emozione che produce?

Ma veniamo ai testi che se da un lato ci appaiono all’occhio tutti abbastanza omogenei per lunghezza sia del numero di versi che di sillabe interne del verso, si rivelano tutti diversi, ognuno nella propria specificità, all’orecchio.

La lingua prende la forma di ciò che narra, dell’emozione che trascina e produce quel momento di felicità, persino dell’oggetto o del momento al centro del componimento, e allora ecco che il cane che corre produrrà una velocità di parole tale da procedere senza punti fermi e con tante di quelle virgole a dettare il passo del respiro da riprodurre il respiro del cane che corre.

Ogni poesia usa la lingua in maniera diversa, più o meno onomatopeica, o mimetica, o sinestetica, o ritmata, o trapuntata di punteggiatura, per aderire al meglio alla sensazione che deve richiamare alla mente l’atto della lettura.

Questa è una poesia che, come tutta la poesia ma qui di più, vive al suo meglio nella lettura ad alta voce, ha bisogno dell’emissione di voce per prendere tutta la sua forza e ricreare con il suo anche il senso di ciò che ci sta raccontando in poesia, ovvero una piccola felicità, una di quelle che viviamo ogni giorno e che ci dimentichiamo di vedere, quelle che i bambini e le bambine conoscono bene e a cui però così raramente dedichiamo attenzione, lasciandole correre via come se fossero cose da nulla.

Una sensazione, una soddisfazione, una scoperta, una coccola, una visione, un incontro, un gesto, in ogni dove può nascondersi non la felicità ma una piccola felicità. Bellissimi anche i camei familiari che rientrano talvolta in questi versi totalmente fedeli al punto di vista di chi è bambino e bambina.

Le illustrazioni di Olivotti interpuntano il testo accompagnando ogni singola poesia con piccoli personaggi o immagini, qualche volta con un’intera facciata che bilancia la pagina di fianco scritta, o doppie tavole che si aprono su paesaggi di umanità e animalità che si mescola apparentemente alla rinfusa a rappresentare i soggetti e gli oggetti delle felicità.

Particolarmente bella l’ultima di queste tavole in cui la parola felicità si separa in tutte le piccole parole e i tanti sensi che può contenere producendo un via vai di scale, persone e animali che giocano tra senso e non senso.

Spero incontrerete questo bel libro e che soprattutto vi faccia intravvedere una piccola strada per dare voce alle piccole felicità che incontriamo sulla strada della quotidianità, un modo straordinario per giocare con la lingua, le parole e le emozioni con bambini e bambine, un’occasione anche per riportare la poesia nei momenti di tutti i giorni a farci compagnia e dar suono e voce alle cose, proprio come dovrebbe sempre fare.

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