Mare, montagne, giardino: trilogia di Irene Penazzi
Questo post è scritto da Chiara Costantini che cura la rubrica “Un libro in cartella” ogni due giovedì.
“I giorni del mare”
“Su e giù per le montagne”
“Nel mio giardino il mondo”
Età: dai 4 anni
Pagine: 44
Formato: 22.7 x 31.9
Anno: 2024, 2021, 2019
Editore: Terre di Mezzo
Autore: Irene Penazzi
Oggi in cartella non uno, ma ben tre libri. Rettangolari, medio grandi, dagli angoli smussati, copertina rigida. Stesso autore, stesso formato, stesso stile, stessi protagonisti, ma, diversa ambientazione.
Si tratta di tre silent-book, pensati e illustrati da Irene Penazzi. Gli abstract nel retro di copertina sono sintetici ed esplicativi.
Perché ho scelto di proporre questa “trilogia”?
Siamo a fine settembre, in una classe seconda, scuola primaria.
Il periodo dell’accoglienza è un tempo disteso, importante perché permette ai bambini di ambientarsi o riambientarsi gradualmente ai ritmi scolastici.
Ho scelto di proporre tre silent book per dare voce ai bambini. Credo sia indispensabile offrire loro la possibilità di esprimersi, lasciar spazio ai loro racconti, mettersi in ascolto e da qui partire.
Ho scelto di proporre contemporaneamente i tre libri di Irene per raggiungere ciascun bambino.
Si pensa troppo spesso che nei giorni di vacanza si debba per forza far qualcosa di straordinario. A mio avviso invece i giorni di vacanza possono anche essere dei semplici giorni di “niente”.
Un silent book o libro silenzioso è un libro che ascolta, un libro che si fa raccontare, un libro che mette in ascolto l’altro e nutre lo spirito d’osservazione del lettore. Nei silent book ciascun bambino, piccolo o grande, può trovare il proprio posto: può decidere di immedesimarsi in qualcuno, può semplicemente stare a guardare, può inventare storie o ascoltare quelle degli altri.
Ed è proprio quanto è successo nella nostra classe.
Lettura per gruppi
Ho proposto una modalità di lettura un po’ diversa. Anziché leggere io ad alta voce ho lasciato leggere i bambini in autonomia.
Leggendo io per prima avrei inevitabilmente influenzato le loro possibili “letture”.
Ho disposto la classe unendo i banchi in “isole” e ho suddiviso la classe in tre gruppi equilibrati. A ciascun gruppo ho dato uno dei tre libri prescelti e un tempo predefinito [10 minuti].
“Chiara che libri hai portato oggi?”
“Treeee…”
“No… uffa, ancora con questi libri”
Io: “Oggi faremo un laboratorio…”
“Sìììììììì….” – risposta corale d’euforia, quasi unisona
“Noooo, che schifo i laboratori” – risposta di una voce solitaria
Prima di procedere mostro i libri.
“Io ce l’ho a casa quello delle montagne”
“Io quello del mare”
“Sono dei silent book”
“Cioè?”
“A me i silent book non piacciono per niente”
“A me, invece, piacciono moltissimo”
“Sono i libri senza storie”
“I libri senza storie?!?”
“Sì, ci sono solo i disegni”
“È perché la storia devi inventarla te”
“Sarebbero i libri senza parole, non senza storie!”
Finché s’immergevano nella lettura io passavo tra le isole e tendevo l’orecchio.
Inizialmente ho pensato che questa attività potesse sembrare di tutto tranne che la lettura di silent book tanto era il baccano. Poi però velocemente la confusione è scemata. È stato interessante sbirciare il loro modo di procedere e organizzarsi in gruppo. Osservare le dinamiche e le scelte operative.
Mica facile lavorare in gruppo.
C’è chi tende a prevaricare gli altri, chi pur di evitare il conflitto non si esprime, chi osserva.
Di fatto tutti in qualche modo sono riusciti a venirne a capo, proponendo letture più o meno divergenti.
Ad esempio…
“Ora contiamo quanti sono gli ombrelloni”
Due gruppi si sono impegnati ad inventare possibili storie.
Un gruppo si è lasciato coinvolgere in una sorta di lettura-gioco.
Si sono accorti che tra le pagine di “Nel mio giardino il mondo” comparivano sempre il gatto e la palla, così, pagina dopo pagina, hanno iniziato a cercarli. Vinceva chi li trovava più velocemente.
“Abbiamo fatto tipo Where is Wally” – a questo punto ho fatto notare loro che anche il rastrello c’è in tutte le pagine.
[Sono rimasta molto stupita perché questo gioco è proprio lo stesso che aveva proposto Irene quando era venuta a trovare la mia classe nel ciclo precedente e non pensavo potesse essere un gioco spontaneo].
A seguire il debriefing
Ciascun portavoce riferiva alla classe come aveva lavorato il gruppo, che tipo di lettura avessero svolto e se avessero notato degli elementi comuni tra i tre testi.
“Il nostro gruppo ha lavorato abbastanza bene e ha guardato con molta attenzione le immagini”.
“Il nostro gruppo ha lavorato bene insieme e ha inventato delle storie anche se ci siamo accorti che inventare storie è un po’ difficile”.
“Anche il nostro gruppo ha lavorato bene. Non abbiamo sfogliato prima i libri, ma abbiamo inventato direttamente le storie”.
“Gli elementi comuni secondo me sono le quattro stagioni che ci sono in tutti i libri”
“E anche il giorno e la notte”
“Anche il modo di fare i disegni”
A seguire un’attività di didattica dell’illustrazione
Tema: “I giorni d’estate”. Un modo per narrare/fissare un determinato momento, prendendo ispirazione dalle illustrazioni di Irene Penazzi.
Il giorno seguente una semplice attività di scrittura:
Stilare una lista di parole che rimandino alle cose belle fatte nei giorni d’estate… Non per forza cose straordinarie. Anche cose piccole, semplici, ma belle. Ecco quelle che più mi hanno colpito:
– fare la spesa con la mamma
– guardare le stelle cadenti
– scoprire un arcobaleno nel cielo
– fare i tuffi
– andare al museo con la mia amica del cuore
– fare il bagno di notte
– la mia base segreta
– giocare con i miei cugini
– vedere la cascata
Infine la lettura ad alta voce da parte mia
“Che bello… ce li rileggi anche domani?”
“Ma non potevi leggerceli già ieri?”
“Sei brava a inventare storie”
“A me piacciono tanto i disegni”
“Anch’io vorrei saper disegnare così”
“Chiara ma sono tuoi questi libri o li hai presi in biblioteca?”
In sintesi
Personalmente sono molto legata a questi tre albi illustrati perché adoro lo stile illustrativo, l’uso cromatico dei pastelli, gli spazi bianchi per esaltare forme e colori, il tratto… In questi albi mi ci ritrovo, nella mia infanzia e giovinezza, ho sempre trascorso le vacanze un po’ al mare e un po’ in montagna e tra le pagine mi immergo nei ricordi come fossero i miei.
Inoltre mi è piaciuto sperimentare una lettura diversa.
L’autore del commento scettico iniziale sulla proposta del giorno si è poi ricreduto.
L’attività laboratoriale in piccolo gruppo, un po’ più dinamica della classica lezione frontale, ha permesso di mettere a proprio agio anche quei bambini che solitamente faticano a star seduti a lungo o a svolgere un’attività più strutturata. La libertà è una buona sfida di autonomia e crescita.
Questi libri si prestano a più letture e a letture su più livelli.
Nei silent book c’è posto per la storia di ciascuno.
Ci si può perdere tra le pagine o soffermarsi a lungo solo su una.
Il comune denominatore tra i tre albi illustrati, a mio avviso, è lo scorrere del tempo e come trascorrere questo tempo che scorre. I giorni che passano. Il dì, nella sua parte di luce-giorno e di buio-notte. Le stagioni sullo sfondo. I protagonisti in primo piano, con il loro fare che decisamente determina la qualità del tempo che si vive. C’è spazio per tutti: bambine, bambini, gatti, cani, cavalli, gabbiani… e forse è proprio questo che mi piace tanto degli albi di Irene…