Saltafossi
“Abito vicino al grande fiume”
Così inizia Saltafossi il nuovissimo albo di Alessandro Sanna edito da Gallucci.
Saltafossi è un albo illustrato caldo, intenso, lieve esattamente come i colori e l’acqua che lo attraversano, la storia di un pomeriggio estivo in giro per i campi alla ricerca di un amico con cui giocare. La storia di un tempo libero, quello che dovrebbe essere diritto dell’infanzia, in relazione con l’ambiente naturale e con se stesso alla ricerca di un compagno di giochi.
Il protagonista, nonché narratore, di questa storia è un ragazzino che saluta il nonno ed esce a cercare Saltafossi con cui giocare, di Saltafossi però trova solo la bicicletta che non esita a inforcare e provare in ogni peripezia consentita dal territorio naturale tra fossi e piccole colline… naturalmente non vi svelo la fine perché di questo libro, come di tutti d’altra parte, il contenuto mi interessa fino ad un certo punto, vediamo come significa ciò che si porta dentro, dove trova l’energia per dare vita di personaggio a tutto tondo a questo ragazzino che vediamo aggirarsi esile tra i divieti e le sfide.
Saltafossi è un albo abbagliante e caldo sin dai colori, il giallo l’ocra e il marrone regnano sovrani comunicandoci da soli un panorama emotivo molto preciso in continuo dialogo con il bianco che talvolta ritaglia le illustrazioni in modi diversi e l’acqua elemento onnipresente nella forma e nel contenuto del libro: l’acqua del fiume dell’incipit, l’acqua del laghetto in cui infrangere i divieti del nonno di rinfrescarsi, l’acqua, infine e forse soprattutto, dell’acquerello, quella senza la quale questi colori e queste tavole non significherebbero ciò che invece significano.
L’acqua che permette anche i riflessi su cui gioca il libro tra forma e contenuto (occhio alla copertina in questo senso….) insieme all’ombra, ed è lì, tra i riflessi, le proiezioni, le ombre, i giochi di luce che, a guardare bene, troviamo Saltafossi.
Saltafossi è un albo in cui troviamo tutta la poetica profonda di Sanna: il fiume, e per estensione l’acqua, che mi pare diventi sempre di più correlativo oggettivo del lavoro di Sanna, l’infanzia, e per estensione l’umanità, nella sua relazione con l’ambiente naturale, ma anche il legame tra ciò che è visibile e ciò che non lo è, la relazione tra riflesso e realtà, persino tra soggetto e copia…
Insomma tra testo e immagine Saltafossi si gioca la partita tra visione e narrazione che solo l’albo illustrato può giocare con tale forza e che ancora una volta dimostra quanto può essere intrigante la costruzione narrativa in dialogo con la tecnica e la struttura dell’immagine, un po’ come il nostro protagonista con il suo doppio e con l’ambiente naturale…
Saltafossi esce oggi in libreria e spero proprio che avrete modo di lasciarvi scaldare dai suoi colori e dalla sua tanto profondamente vera immaginaria