Canti dell’inizio canti della fine

C’è un inizio ed una fine di tutto, del gelato, ad esempio, che inizia prima del suo inizio, del litigio, della scuola, del confine, di una raccolta di poesie, e della vita, certo, anche di quella.

A loro, agli inizi e alle fini, tutte degne di essere cantate, è dedicata la dolcissima raccolta di poesie Canti dell’inizio canti della fine che tiene insieme le voci di Bruno Tognolini e Silvia Vecchini, edita da Topipittori con le illustrazioni discrete e perfette di Giulia Orecchia.

Il libro è dunque un libro doppio in cui ad ogni apertura inizio e fine si tengono, l’uno a sinistra l’altro a destra come suggerisce il movimento temporale all’interno delle pagine per chi è abituato a leggere nel mondo occidentale, da sinistra a destra. Ad ogni apertura l’inizio a sinistra ci regala la lingua ritmata e pregna di Tognolini con il suo tamburo a combustione metrica, e a destra la lingua sciolta e densa di Silvia Vecchini pronta a sorprendervi con tagli di verso significanti e significativi.

Se la poesia, come sappiamo, si colloca tra il suono e il senso della lingua, questa raccolta omaggia i suoni e i sensi della poesia all’ennesima potenza giocando anche con i rimandi interni tra le due pagine. Il gioco ci porta a riconoscere facilmente la lingua di Bruno per gli inizi e quella di Silvia per le fini eppure… eppure andate al centro del libro, lì dove si colloca un confine metaletterario, la soglia del libro in cui l’inizio si incontra con la fine, del libro, delle pagine, e provate ad ascoltare l’inizio e la fine del confine, potreste trovare una sorpresa…

Quella di Tognolini e Vecchini è come sempre una poesia delle piccole cose che si porta dentro quelle grandi, quelle esistenziali, ogni piccola fine e ogni piccolo inizio sono segno e simbolo e avvertimento ma anche preparazione agli inizi e alle fini più grandi, in qualche modo, preludio anche della fine del libro in cui inizio e fine in senso proprio sono le ultime poesie che ci lasciano prima della chiusura del libro.

Se ogni raccolta ha in sé un ordine significante tale per cui è vero che possiamo leggere le singole poesie in maniera autonoma ma se leggiamo la raccolta per intero ne sortiamo tutto un altro potenziale di senso, alloraCanti dell’inizio e della fine è una raccolta che chiede di essere attraversata per intero e riesce a significare al massimo nei duetti delle doppie pagine. Come dire, prendere una poesia da qui sarebbe davvero un peccato, dovete almeno almeno portarvi dietro la sua gemella, la sua fine o il suo inizio, a seconda.

La pubblicazione di raccolte di poesie non è così frequente in Italia e che raggiungano questi tali livelli è davvero cosa rara, dunque c’è da essere doppiamente grati di questo libro, della sua forza e della sua bellezza, delle due voci che così diverse trovano la strada insieme per regalarci poesie in cui i sensi si moltiplicano e si perdono nelle eco semantiche delle parole tra suoni e sensi.

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