Il segreto di Rosie
Se vuoi sapere un segreto bussa tre volte.
La narrazione del nuovo (in Italia) magnifico libro di Maurice Sendak Il segreto di Rosie appena edito da Adelphi con la traduzione di Livia Signorini inizia da qui, da un segreto che deve essere svelato, ammesso di avere il coraggio di bussare tre volte alla porta di Rosie.
Il segreto di Rosie è un libro che, credo, vi sorprenderà per forma e per sostanza.
Cominciamo dalla forma e iniziamo allora col dire che Il segreto di Rosie non è un albo illustrato bensì una narrativa illustrata e la differenza è tutt’altro che sottile e comporta un uso dell’illustrazione diverso da quello a cui Sendak ci aveva abituati con i suoi albi. In quattro capitoli di lunghezza e ritmi diseguali Sendak ci porta nel quartiere della sua infanzia – una Brooklyn che nell’illustrazione in cui compare l’esterno della strada ricorda molto uno shtetl – a sbirciare con lui dalla finestra di un immaginario punto straordinario di osservazione le dinamiche dei giochi di Rosie e dei suoi amici.
Rosie, e il suo gatto, non sottovaluterei affatto il ruolo del gatto in questo libro specie alla luce del finale, sono il motore mobile della vita infantile della strada. è lei a trovare ogni giorno un’invenzione di gioco, solitamente una finzione, tale da coinvolgere tutti, fare esperienze immaginifiche straordinarie e trascorrere il tempo. Rosie è una specie di catalizzatore di avventure, una leader dei giochi capace anche di portarseli a termine da sola quando il tempo stringe e gli altri compagni di avventure devono rientrare a casa.
Ma insomma cosa accade in Il segreto di Rosie ve lo lascio scoprire nella lettura diretta del libro, io vorrei invece soffermarmi sul ruolo delle illustrazioni che in questo libro non vanno solo a mostrare una parte della narrazione rendendola visibile ma ci fanno soprattutto vedere ciò che il testo tace, in questo sono molto vicine alle illustrazioni tipiche dell’albo che non ripetono il testo ma lo interpretano.
Prendiamo una pagina qualsiasi del libro e soffermiamoci per un momento sulle espressioni dei bambini: scopriremo in un attimo alleanze e piccoli contrasti tra i bambini della banda di Rosie, se poi avremo cura di seguire gli sguardi del gatto scopriremo ancora qualcosa di più su Kathy, Dolly, Pudgy e Sal. Se il narratore si tiene lontano dalla vita dei piccoli protagonisti e li osserva con attenzione, è con i dialoghi frequentissimi tra i bambini e con l’illustrazione che riusciamo ad entrare nel profondo non solo delle dinamiche che si attivano tra Rosie e gli altri bambini e bambine, ma soprattutto nel carattere, nel pensiero, nell’attitudine di ognuno di loro. Non vi sfuggirà il bambino sempre imbronciato che richiama spesso gli sguardi del gatto Burro, quello sempre accondiscendente, e quello che interviene sempre per opposizione…
I bambini e le bambine di Sendak, lo sappiamo bene e qui ne abbiamo un’ulteriore e se volete definitiva prova anche in virtù di questo testo più lungo e articolato, sono veri, non sono delle figurine, non presentano mai nemmeno il minimo tratto di stereotipizzazione; Sendak mette tutto il suo lavoro, e ha impiegato tutta la sua vita, per dare voce e immagine proprio a quei bambini lì, così veri da permettere a qualsiasi bambino lettore, altrettanto vero, di ritrovarsi nelle sue storie.
Su chi sia Rosie e su quanto sia fondamentale nella storia personale e artistica di Sendak si è lui stesso più volte soffermato, vi rimando al suo Caldecott & Co. per leggerne in dettaglio, vorrei solo fermarmi su un punto, se avete voglia e resistete qualche altra riga. Rosie diventa in qualche modo per Sendak una musa ispiratrice della forza propulsiva dell’immaginazione infantile che si fa gioco e diventa vita e sopravvivenza alla vita in un mondo di adulti. Rosie è una bambina vera che Sendak per davvero osservava dalla finestra di casa e a lei ha fatto esplicito riferimento ogni volta che pensava ad un personaggio dei suoi lavori, in questo senso Rosie diventa il correlativo oggettivo di ciò che sono e sanno diventare i bambini e le bambine, al pari di Peter per Barrie, di Alice per Carroll, di Christopher Robin per Milne e potrei continuare.
Ecco se fino a ieri quando pensavo a Sendak il primo pensiero andava a Max, e sono sicura che così sia anche per voi, da oggi sarà tutto diverso perché prima e oltre Max c’è lei, Rosie, che si staglia direi su tutto e tutti e rivendica il proprio posto nel mondo dei libri e del reale per ogni bambino e bambino in carne e ossa.
p.s. se volete approfondire qualcosa di Rosie e scoprire anche il cartone animato che Sendak le dedicò vi rimando alla documentatissima recensione di Maria Polita su Scaffale basso.