Acqua ferma. Riflessi dalle terre umide
Aspettavo questo libro, lo aspettavo in carta e inchiostro, curiosa.
Acqua ferma. Riflessi dalle terre umide di Valentina Gottardi, Maciej Michno e Danio Miserocchi è il quarto libro di Cocai books, il quarto albo di divulgazione pura che ci regala un punto di vista sorprendente su un aspetto del nostro ambiente naturale poco indagato dai libri per ragazzi e ragazze.
Dopo le api non mellifere di Solo dance, gli alberi caduti e che danno nuova vita di Caduto, e gli effetti dell’inquinamento luminoso di Lumen ecco un libro dedicato alle zone umide, quei luoghi spesso snobbati, in passato temuti e bonificati, in cui tuttavia si annida la vita in una quantità di forme animali e vegetali sorprendente.
Iniziamo ad entrare in questo libro dal titolo che gioca su due immagini testuali interessanti: da una parte l’acqua ferma che sembra un ossimoro, l’acqua è ciò che per definizione si muove e a cui si contrappone la terra, ferma. Ecco il primo gioco, qui conoscerete un’acqua che si muove molto poco, diciamo pure che sta ferma ed è in quel suo stare ferma che permette il proliferare di tutti quegli organismi viventi che ne caratterizzano la specificità naturalistica- E poi il sottotitolo in cui la parola “riflessi” richiama da un lato ai riflessi fisici che i raggi del sole producono sull’acqua ferma delle zone umide, ma anche alle riflessi-oni che si possono fare sull’importanza di questi angoli di mondo così poco conosciuti e temuti.
Acqua ferma è un libro di divulgazione pura in cui, come già in altri loro libri, il team Cocai sceglie di affrontare argomenti diversi alternando l’illustrazione naturalistica e l’impaginazione grafica e modulando la pagina con diversi livelli di lettura e di approfondimento: abbiamo un testo principale introduttivo all’aspetto specifico affrontato da quella pagina e poi degli affondi con font e colori diversi che vanno ad approfondire e specificare. Questo tipo di impaginazione risulta sempre molto utile per permettere al lettore e alla lettrice una lettura stratificata che vada liberamente a scegliere tra i dettagli, gli inquadramenti generali e la sola, significante e significativa, illustrazione o grafica.
Questo tipo di costruzione del libro permette al libro di poter essere goduto a diverse età arrivando a livelli di approfondimento di informazione diverso. Acqua ferma è innanzitutto un libro bellissimo da vedere e scientificamente sorvegliatissimo e da qui in poi ognuno potrà entrarci in relazione nelle modalità che riterrà più vicine al proprio modo di attraversare i libri alla scoperta di curiosità e risposte legate al mondo che ci circonda.
Se volete riconoscere un filo conduttore tra i diversi libri di Cocai dovreste trovare diversi indizi tra le pagine, il primo, aprendo il libro, ci rimanda dritti dritti a Caduto con questa volta che si avvicina alla pozza d’acqua, e poi ritroverete l’orso e quello stile precisissimo e curato che è proprio della mano di Valentina Gottardi per quel che riguarda le illustrazioni e l’impianto grafico, e dei testi ed apparati curati da Maciej Michno e Danio Miserocchi.
Come mi capita spesso di dire durante gli incontri sulla divulgazione scientifica in tempi in cui on line si trova qualsiasi tipo di contenuto e informazione, anche di qualità, la differenza i libri di divulgazione la fanno innanzitutto nel loro valore estetico: siamo sempre lì, il “come” si dicono le cose (ovviamente fatto salvo il rigore scientifico imprescindibile in questi casi) fa la differenza. Inoltre, ancora una volta tocca constatare che Cocai riesce ad unire al “come” anche un “cosa” particolarmente interessante perché se il “cosa” di quel “come” presenta una spiccata originalità nel panorama editoriale bisognerà pure sottolinearlo no?
Insomma io se fossi in voi Acqua ferma me lo andrei a guardare anche solo per sapere quando si festeggia la giornata mondiale della zanzara… scherzo naturalmente, ma vedrete che questo libro fornirà anche qualche informazione utilissima per smontare e rivedere stereotipi e pregiudizi sulle zone umide!