Ascoltami quando sto zitto
Quanto sono importanti le parole?
E quanto invece lo è il silenzio?
Le parole compensano e riempiono il silenzio o c’è un silenzio che significa di per sé e che ha bisogno della mancanza delle parole?
L’albo che vi racconto oggi è Ascoltami quando sto zitto di Zormitsa Hristova e Kiril Zlatkov edito da Orecchio acerbo con la traduzione di Neva Micheva un libro che queste domande ce le pone e sollecita e, forse, ci suggerisce anche qualche possibile risposta che vale la pena ascoltare…
Ma vediamo prima di cosa si tratta: questa è la storia di un orso che si racconta in prima persona che da piccolo i grandi gli hanno fatto incontrare le parole, per poter avere un posto dove mettere le cose eppure in quelle parole non ci sta tutto… L’orso in qualche modo ci confessa un dubbio, legittimo, riguardo la capacità delle parole di riuscire davvero a dire tutto, a contenere emozioni e sentimenti… insomma, l’orso ci dice che lui, e mica solo lui, può parlare anche stando zitto, anzi a volte sceglie proprio di parlare così, a noi riuscire ad ascoltare il silenzio e comprenderlo.
L’albo è delicato e intenso, di quelli in cui la forma e il contenuto si tengono stretti per mano, il bianco e nero gioca non solo nella parole illustrata ma anche là dove sopraggiungono pagine totalmente bianche o totalmente nere che si accostano a destra o a sinistra della pagina illustrata.
L’illustrazione disegnata in maniera realistica sembra al tempo stesso dare forma all’astrattezza di ciò che Orso sta cercando di dirci e contraddirla. Un silenzio che orso cerca di farci toccare con mano così come le parole che devono dare forma e far esistere le cose.
Che ne pensate?
So che questo albo, e ne sono felice, avrà successo, il suo essere al tempo stesso fortemente metanarrativo, con tema forte sullo sfondo attirerà e accontenterà chi ama avere libri parlanti in maniera esplicita, ma come sempre è la forma che vince sul contenuto e il libro vive di una relazione interessante tra testo, fortemente metaforico come raramente il testo dell’albo dovrebbe essere, e l’immagine che dà forma e contenuto realistico a quelle metafore a cui il linguaggio fa ricorso proprio perché riesce a dire meno e in maniera meno efficace quello che l’illustrazione mostra.
Facciamo una equazione e vediamo se regge?
Il silenzio di Orso che lui ci chiede di imparare ad ascoltare per riuscire, magari, a sentire, sta alle parole come il testo sta alle immagini…
Provare a leggere, il testo e l’immagine, a fondo, per credere.
Buona lettura e buon ascolto, dei silenti e delle immagini!