Il coraggio è cosa buona
E niente, trovare un libro così è talmente raro che si prende prepotentemente tutto lo spazio e il tempo, passa avanti ai libri in attesa di recensione che aspettano in buon ordine e si impone…
E sì, io gliel’ho lasciato fare perché… perché davvero quando si trova un libro così ci si ferma e lo si lascia passare e si ringrazia e si spera che bambini e bambine possano goderne al massimo.
Sto parlando di Il coraggio è cosa buona di Arne Rautenberg e Wolf Erlbruch edito da edizioni e/o con la traduzione di Silvia Montis.
Il coraggio è cosa buona è una raccolta di poesie, 18 per l’esattezza, in cui il testo della Rautenberg e l’illustrazione di Erlbruch si compensano e interpretano alla perfezione regalandoci un raro esempio di raccolta poetica per bambini. Il titolo del libro viene, come spesso accade, dal primo verso della prima poesia che ci permette già di farci un’idea del punto di vista di chi scrive e di come si pone rispetti a chi legge.
Queste sono poesie che affrontano piccole emozioni, sensazioni e sfide quotidiane ma lo fanno senza alcuna forzatura argomentativa, nessun appiattimento su un tema o una situazione, sempre ponendo il punto di vista del bambino o bambina lettrice e sempre sostenendolo.
Sono versi non solo profondamente in ascolto delle voci dei bambini e delle bambine, ma anche che provano a riprodurre quelle voci con rispetto, dimostrando davvero di aver tenuto quell’orecchio acerbo che permette non solo di ascoltare e comprendere le voci di chi è più piccolo di età, ma anche di poter dire qualcosa in quel linguaggio.
Le poesie della Rautenberg le ho adorate anche per come hanno deciso di giocare con lo spazio bianco della pagina: nella poesia spesso il bianco è più significativo del nero, il come è scritta una poesia, gli a capo, gli spazi che lasciano al bianco, la forma che prendono nella pagina assume un suo senso al pari del senso delle parole scritte.
La poesia qui significa per suono e senso, come deve accadere ma, come molto più di rado avviene, anche per immagini. Il genio di Erlbruch riesce in maniera straordinaria a interpretare non i versi letterali ma l’eco profonda delle singole poesie con un’unica tavola, un’unica immagine che di quella poesia ci dice ciò che evoca oltre e prima del senso letterale.
Nel rapporto tra la parola e l’immagine si instaura una specie di fiducia per cui la parola funziona di per sè ma con queste illustrazioni funziona di più, evoca di più, pensate, ad esempio, alla poesia che vi riporto in foto qui sotto Cosa ti passa per la testa quando non riesci a dormire, da un lato il senso di complessità ed anche di inquietudine che evocano le parole messe lì a richiamarsi l’una con l’altra secondo logiche non sempre riconoscibili, dall’altro il calore e il senso di accoglienza che ha la tavola alla sinistra del testo.
Le poesie di Il coraggio è cosa buona sono piccoli componimenti perfetti che vorrei non fossero staccati dalle rispettive illustrazioni, sono poesie che significano in maniera complessa e al tempo stesso semplicissima come solo i grandi libri sanno fare. Un libro perfetto per chi decide di abitare la poesia ogni giorno, quotidianamente, senza richiedere eventi o sforzi particolari ma facendo risuonare i suoni, i sensi e le immagini nell’anima di lettori e lettrici.
Bellissimo anche il modo in cui la lingua e la sintassi giocano intrinsecamente in poesie come quella che chiude la raccolta e che programmaticamente si intitola “be’, che dire”, ve la lascio qui a godervi soprattutto l’ultima quartina che esplode il senso dell’intera poesia e dell’intera raccolta.
Be’, che dire, io non so quante occasioni ci sono di avere un libro di tal fatta tra le mani per cui non lasciatevela scappare!!