Storia di una coda
Care teste fiorite,
oggi vi racconto di un piccolo libro di narrativa perfetto per chi ha voglia di una bella storia, ben raccontata, accompagnata da belle illustrazioni e in alta leggibilità.
Il libro di oggi è infatti Storia di una coda di Margaret Mahy con le illustrazioni di Tony Ross edito da Bianco e nero in font ad alta leggibilità con la traduzione di Michela Cintoli e Irene Scarpati.
Storia di una coda è il racconto divertente e fantastico di un’amicizia tra un ragazzino che si annoia ed il cane, del vicino, Najki, che ha una coda magica che avvera i desideri… In questa storia la realtà e la magia si amalgamano e confondono complici i nomi delle strade decisamente significativi. Tom e la sua amica Sara che ad un certo punto diventerà parte importante della narrazione, e Najki con il suo padrone abitano tutti in Prodigy Street, una via in cui non avviene mai nulla, o almeno così pare a Tom, fino a quando non arriva il cane con la coda magica.
Non vi svelo dettagli della trama ma provo a concentrarmi sugli elementi di interesse della costruzione che fanno di questo libro una bella proposta per bambini e bambine che leggono in autonomia e amano le storie con i cani ed un pizzico di magia, per altro il formato in brossura e in dimensione A5 del libro lo rende perfetto per un viaggio, per essere ficcato in zaino o in borsa per averlo a portata di mano… dimenticavo, è un libro che reggerebbe molto bene anche alla prova della lettura ad alta voce nel cui caso l’età di lettura potrebbe abbassarsi tranquillamente ai 5-6 anni.
Dunque il racconto ha un bel narratore onniscente che ogni tanto si diverte a farsi sentire e che ci racconta in terza persona la storia ma dopo il primo capitolo vi accorgerete che la struttura non è così lineare: di tanto in tanto compare un capitolo, con il font in corsivo, in cui è Najki a parlare in prima persona.
Quindi sentiamo due voci: quella del narratore, che attraverso i dialoghi ci fa sentire le voci dei protagonisti umani, e quella del cane dalla coda magica che racconta della sua speciale condizione di cane avveratore di desideri.
Sotto, anzi dietro, la storia divertente della coda e dei desideri più strampalati che esaudisce, c’è una sotto narrazione legata a cosa si desidera, alla necessità che a volte sentiamo di vivere avventure straordinarie, di non riuscire ad apprezzare le piccole cose… insomma il libro non fa alcuna morale e risulta perfettamente equilibrato ed appagato della sua bella scrittura e narrazione, ma si porta dietro un senso implicito bello intenso che non disturba essendo del tutto sciolto nella narrazione.
Tom e Najki fanno coppia fissa e se da un lato Tom cresce di 10 centimetri per l’orgoglio di portare a spasso un cane magico, dall’altro quando per un incidente Najki perderà temporaneamente le proprie doti magiche il contraccolpo per i due e il ritorno alla realtà sarà brusco ma anche piacevolmente inatteso. Come ci si sente a non essere magici? A non avere più nulla di speciale? Si perde la propria forza e il proprio essere speciale… o no?
Qual è il prodigio dello stare al mondo?
Najki se lo chiede e Tom anche, e il narratore ci accompagna in questo percorso di conoscenza del sè con la stessa levità con cui ci ha accompagnato per tutta la narrazione.
Spesso mi chiedete libri di narrativa adatti a chi inizia a chi inizia a godersi la lettura in autonomia e trovarne di buoni non è così semplice per cui sono contenta di potervi consigliare oggi Storia di una coda che, sono sicura, potrà conquistare molti lettori e lettrici.
Buona lettura.