Bambini e giardini
Bambini e giardini si assomigliano. E questo è un fatto.
Ho amato questo libro dalla prima riga, letteralmente, posso dirlo?
Il libro che vi propongo oggi è un freschissimo di stampa. Si intitola Bambini e giardini, è di Beatrice Masini e Francesca Ballarini ed è edito da una piccolissima e attentissima casa editrice come Timpetill.
Bambini e giardini fa questo: elenca tutte le cose per cui i bambini e i giardini si assomigliano così tanto.
Detto così sembra facile, forse, ma, come sempre, è il come il libro gioca con questi due protagonisti che rende questa narrazione speciale.
Innanzitutto specifichiamo che si tratta di un albo illustrato in cui il testo di Beatrice Masini, contenuto, sintetico, perfettamente calibrato come un buon testo per un albo deve essere si confronta in maniera decisamente significativa con le illustrazione di Francesca Ballarini, potrebbe sembrare un albo a catalogo in cui in ogni apertura compare un elemento ed il confronto tra i giardini e i bambini, ma in realtà vi renderete conto che c’è una sottile narrazione che procede man mano per portare verso il finale dolcemente intenso in cui i giardini e i bambini non si somigliano poi così tanto…
O meglio… il punto è che i giardini col passare del tempo restano giardini ma i bambini?
No, i bambini e le bambine col passare del tempo non restano bambini ma diventano qualcos’altro e non c’è scelta, e non c’è un modo per uscirne anche se…
Il finale ovviamente non ve lo svelo manco morta ma vi anticipo che si tratta di una chiusa inattesa, dolce e dal sapore metanarrativo…
La cosa che vi colpirà di questo libro è la reale corrispondenza tra bambini e giardini, vi ritroverete facilmente a pensare “ma guarda, non ci avevo mai pensato ma è proprio così!”
Le autrici conoscono assai bene i bambini e le bambine e i giardini ma soprattutto vogliono molto bene ad entrambi e, ancora più importante, hanno mantenuto quell’orecchio acerbo (e evidentemente forse anche quel pollice verde) tale da poterci far sentire la voce dei bambini e delle bambine veri, non immaginati, quell’infanzia che è molteplice ma allo stesso tempo unica, che può decisamente essere segnata dalla cura di cui è stata fatta oggetto.
La cura, ecco forse questo è una possibile sintesi della vicinanza tra giardini e bambini, la cura che ci vuole per lasciarli crescere, quella cura che talvolta può anche solo consistere nel lasciare andare, nel permettere di crescere in maniera non addomesticata… certo dipende da che tipo di bambini vogliamo e anche da che tipo di giardini ci piacciono…
A me piacciono molto le storie di bambini non addomesticati e di giardini non addomesticati, quelle storie in cui provare ciò che non si è mai provato o ritrovarsi in ciò che si è e si fa o, ancora, ricordare… insomma quelle storie vere di bambini e bambine vere.
Bellissima la relazione tra il testo e l’immagine che talvolta si specchiano ed altre creano aperture interpretative di natura diversa e bello questo uso dei colori tra rosso, verde e nero in cui tutto torna, tutto ciò che riguarda i bambini e tutto ciò che riguarda le bambine. Bellissimo il modo in cui si alternano pagine con testo e immagine e stop di testo a cui corrisponde un catalogo di immagini che attraversano tempi ed esperienze che moltiplicano il senso del testo lasciato nell’apertura precedente.
Bello, infine, il passerotto che ci accompagna dalla prima all’ultima apertura e a cui forse appartiene proprio la voce narrante che ci porta dentro la lunga similitudine che costruisce e costituisce il libro, a voi la scoperta!
Buona lettura!